Sarà impegnato mercoledì 13 febbraio (alle 20.30) nella storica ed elegante Sala Giuseppina del Teatro Kursaal Santalucia di Bari in un recital pianistico (in programma: le due grandi sonate in si minore di Chopin e Liszt) organizzato dalla prestigiosa Fondazione Concerti “Niccolò Piccinni”. Pasquale Iannone (nella foto), pianista pugliese di riconosciuta fama internazionale, in vista di questo prezioso appuntamento, mi ha concesso la seguente intervista.
***************************************
Quando è nata la tua passione per la musica ?
“A 7 anni quando i miei genitori mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto studiare il pianoforte. Ricordo che, pur con un’iniziale avversione per tutto ciò che rappresentava disciplina, passavo parecchio tempo al pianoforte cercando di cavarne qualcosa di interessante.”
Hai in famiglia appassionati (o "melomani") che ti hanno inizialmente stimolato e indirizzato verso lo studio di uno strumento ?
“Il mio nonno paterno, che tra l’altro non ho mai conosciuto, suonava la tromba ed in America era stato direttore di diverse bande filarmoniche. Mi hanno detto che deve aver suonato qualche volta anche nell’orchestra del Metropolitan a New York, ma non ho mai potuto appurare se ciò fosse vero.
In realtà mio padre, che per via della guerra non aveva mai potuto studiare musica in modo serio, ha sperato tutta la sua vita che io fossi un musicista, anche se a me non lo ha mai detto apertamente.”
Arturo Benedetti Michelangeli una volta fu fermato dalla polizia ad un casello autostradale e gli chiesero di mostrare i documenti domandandogli che lavoro facesse. Egli disse tra il serio ed il faceto " vado un po' qua un po' là". L'agente lo guardò perplesso: "E allora che scriviamo ?" Lui: "scriva pure che sono un girovago". Se succedesse a te, come pensi che risponderesti ?
“Direi che sono un venditore di “aria fritta” la quale ha però un “gusto” strepitoso ed ineguagliabile.
Penso che, per quanto possibile, è decisamente meglio non prendersi troppo sul serio…”
Quali sono i tuoi compositori preferiti, a prescindere da quelli che suoni abitualmente ?
“Bach, Haydn, Mozart, Schumann, Mahler, Faure, Shostakovich, Berg, Ligeti…
I miei gusti sono molto ampi e, suonerà strano, per lungo tempo sono stato interessatissimo alla musica contemporanea, anche se poi la mia vita pianistica ha toccato questo aspetto della musica solo marginalmente.”
Ascolti e/o studi musica sinfonica, lirica, jazz, rock, oltre quella pianistica ? Se sì, dammi qualche esempio.
“Molta musica sinfonica, Mahler soprattutto, che decisamente preferisco a quella pianistica, forse per placare un desiderio che so per certo rimarrà irrealizzato: dirigere l’orchestra.”
Quando hai deciso nella tua vita che avresti voluto - cascasse il mondo - diventare un pianista di professione?
“Quando mio padre è passato a miglior vita. Avevo 20 anni. E’ stata una promessa che in cuor mio gli ho fatto ed ha portato ad una svolta importante nel mio carattere.”
Quanto è difficile nel mondo di oggi essere un pianista di "musica colta" ?
“Non mi sento un pianista di musica “colta”, bensì qualcuno che ha dedicato la sua vita ad un ideale che ha abbracciato in maniera incondizionata. Ciò mi permette di vivere la mia condizione con grande serenità e passione. Se poi con "musica colta" si intende un qualcosa che non colpisce solo le corde più superficiali dell'umana natura, ma muove mondi interiori ai quali molti vorrebbero avere accesso e che spesso tentano di penetrare adottando una ricerca che di frequente adotta mezzi di fortuna, sono felice di vivere questa esperienza che può apparire difficile, ma che contiene la possibilità di esplorare un "paradiso terrestre" che non ha confini.”
Negli anni hai coltivato anche altre ambizioni o passioni, pianoforte a parte ? Se sì, quali hai mantenuto ancora oggi ?
“Confesso che il pianoforte ha occupato in maniera prepotente tutto lo spazio possibile ma ho trovato il tempo di imbarcarmi, tra mille difficoltà sebbene con grande soddisfazione, in un’avventura di tipo organizzativo.
Preparare nella mia città delle stagioni concertistiche che accomunassero nomi di un certo rilievo alla presenza di giovani a cui dare delle opportunità, mi ha impegnato molto ma è stato ed è un bellissimo modo per mantenere vivo l’interesse del pubblico su ciò per cui moltissimi, soprattutto giovani, hanno profuso grandi energie.
Devo dire che il pubblico ha risposto molto bene.”
Ritieni che la tua vita privata debba essere solo tua o sei pronto a parlarne liberamente con tutti?
“Si tratta di sapere quanto ciò che viene esternato possa essere male interpretato.
La prudenza è quindi d'obbligo. In generale, però, sono abbastanza trasparente.”
Quanto è difficile per un pianista ambizioso, di talento e richiesto come te conciliare vita privata o familiare e carriera?
“Certo le incombenze sono molte, ma mi ritengo piuttosto fortunato. Adoro mia figlia ed ho la possibilità di condividere l'esistenza con Paola Bruni, una pianista per cui nutro una stima sconfinata. Se quindi il conciliare carriera e famiglia è uno sforzo, questa "fatica" è decisamente inferiore in proporzione rispetto a ciò che è rappresentato dalla parte positiva.”
“A 7 anni quando i miei genitori mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto studiare il pianoforte. Ricordo che, pur con un’iniziale avversione per tutto ciò che rappresentava disciplina, passavo parecchio tempo al pianoforte cercando di cavarne qualcosa di interessante.”
Hai in famiglia appassionati (o "melomani") che ti hanno inizialmente stimolato e indirizzato verso lo studio di uno strumento ?
“Il mio nonno paterno, che tra l’altro non ho mai conosciuto, suonava la tromba ed in America era stato direttore di diverse bande filarmoniche. Mi hanno detto che deve aver suonato qualche volta anche nell’orchestra del Metropolitan a New York, ma non ho mai potuto appurare se ciò fosse vero.
In realtà mio padre, che per via della guerra non aveva mai potuto studiare musica in modo serio, ha sperato tutta la sua vita che io fossi un musicista, anche se a me non lo ha mai detto apertamente.”
Arturo Benedetti Michelangeli una volta fu fermato dalla polizia ad un casello autostradale e gli chiesero di mostrare i documenti domandandogli che lavoro facesse. Egli disse tra il serio ed il faceto " vado un po' qua un po' là". L'agente lo guardò perplesso: "E allora che scriviamo ?" Lui: "scriva pure che sono un girovago". Se succedesse a te, come pensi che risponderesti ?
“Direi che sono un venditore di “aria fritta” la quale ha però un “gusto” strepitoso ed ineguagliabile.
Penso che, per quanto possibile, è decisamente meglio non prendersi troppo sul serio…”
Quali sono i tuoi compositori preferiti, a prescindere da quelli che suoni abitualmente ?
“Bach, Haydn, Mozart, Schumann, Mahler, Faure, Shostakovich, Berg, Ligeti…
I miei gusti sono molto ampi e, suonerà strano, per lungo tempo sono stato interessatissimo alla musica contemporanea, anche se poi la mia vita pianistica ha toccato questo aspetto della musica solo marginalmente.”
Ascolti e/o studi musica sinfonica, lirica, jazz, rock, oltre quella pianistica ? Se sì, dammi qualche esempio.
“Molta musica sinfonica, Mahler soprattutto, che decisamente preferisco a quella pianistica, forse per placare un desiderio che so per certo rimarrà irrealizzato: dirigere l’orchestra.”
Quando hai deciso nella tua vita che avresti voluto - cascasse il mondo - diventare un pianista di professione?
“Quando mio padre è passato a miglior vita. Avevo 20 anni. E’ stata una promessa che in cuor mio gli ho fatto ed ha portato ad una svolta importante nel mio carattere.”
Quanto è difficile nel mondo di oggi essere un pianista di "musica colta" ?
“Non mi sento un pianista di musica “colta”, bensì qualcuno che ha dedicato la sua vita ad un ideale che ha abbracciato in maniera incondizionata. Ciò mi permette di vivere la mia condizione con grande serenità e passione. Se poi con "musica colta" si intende un qualcosa che non colpisce solo le corde più superficiali dell'umana natura, ma muove mondi interiori ai quali molti vorrebbero avere accesso e che spesso tentano di penetrare adottando una ricerca che di frequente adotta mezzi di fortuna, sono felice di vivere questa esperienza che può apparire difficile, ma che contiene la possibilità di esplorare un "paradiso terrestre" che non ha confini.”
Negli anni hai coltivato anche altre ambizioni o passioni, pianoforte a parte ? Se sì, quali hai mantenuto ancora oggi ?
“Confesso che il pianoforte ha occupato in maniera prepotente tutto lo spazio possibile ma ho trovato il tempo di imbarcarmi, tra mille difficoltà sebbene con grande soddisfazione, in un’avventura di tipo organizzativo.
Preparare nella mia città delle stagioni concertistiche che accomunassero nomi di un certo rilievo alla presenza di giovani a cui dare delle opportunità, mi ha impegnato molto ma è stato ed è un bellissimo modo per mantenere vivo l’interesse del pubblico su ciò per cui moltissimi, soprattutto giovani, hanno profuso grandi energie.
Devo dire che il pubblico ha risposto molto bene.”
Ritieni che la tua vita privata debba essere solo tua o sei pronto a parlarne liberamente con tutti?
“Si tratta di sapere quanto ciò che viene esternato possa essere male interpretato.
La prudenza è quindi d'obbligo. In generale, però, sono abbastanza trasparente.”
Quanto è difficile per un pianista ambizioso, di talento e richiesto come te conciliare vita privata o familiare e carriera?
“Certo le incombenze sono molte, ma mi ritengo piuttosto fortunato. Adoro mia figlia ed ho la possibilità di condividere l'esistenza con Paola Bruni, una pianista per cui nutro una stima sconfinata. Se quindi il conciliare carriera e famiglia è uno sforzo, questa "fatica" è decisamente inferiore in proporzione rispetto a ciò che è rappresentato dalla parte positiva.”
Nessun commento:
Posta un commento