lunedì 4 febbraio 2008

Paola Bruni: una grande pianista "ritrovata"


Per l’etichetta veneta Phoenix Classics è uscito nei mesi scorsi un compact disc di notevole interesse. Ne è protagonista la pianista romagnola Paola Bruni, che in poco più di sessantasei minuti accosta alcune pagine - note e meno note - della “musica russa tra ‘800 e ‘900” (così è intitolato è tra l’altro il cd). Nell’impaginato recital discografico c’è, per esempio, il misconosciuto Studio in la bemolle maggiore op.1 n.2 del compositore Paul de Schloezer (1841 – 1898), la cui figlia Tatiana sposò Skrjabin. Questo suo studio è ricordato per essere tra i prediletti esercizi di riscaldamento mattutino di Sergeij Rachmaninov e nel repertorio di un altro sigbnificativo virtuoso degli 88 tasti di recente scomparso: Jorge Bolet.
Si tratta di uno studio che pur nella sua concisa brevità impegna allo spasimo l’interprete per la non comune velocità applicata per giunta ad uno scomodo disegno di sestine affidate ad entrambe le mani. A seguire, c’è poi un omaggio ad uno Stravinskij ancora ventiseienne con i 4 Studi op. 7: pagine gradevoli e anch’esse tecnicamente ardue, frutto come sono dell’apprendistato di quegli anni con Rimskij-Korsakov. E proprio di Rimskij nella scintillante trascrizione pianistica di Rachmaninov, la Bruni propone una pagina celeberrima come “Il volo del calabrone”, tratto dalla “Fiaba dello Zar Saltan”.
Il piatto forte del compact disc è però rappresentato dagli ultimi due lavori esemplarmente interpretati qui dalla Bruni: la Sonata n. 2 op. 14 (1912) di Prokofiev e i 12 Studi op. 8 (1895) di Skrjabin. Pagine anch’esse giovanili dei rispettivi autori, ma che sprizzano già tutto il temperamento e l’arguzia tecnica ed espressiva, di cui gli stessi saranno capaci nel tempo a venire.
Nella densa sonata di Prokofiev già si può cogliere l’abilità del virtuoso, reduce dalla vittoriosa partecipazione al prestigioso Premio Rubinstein del 1910 con il suo pregnante quanto sbalorditivo Primo Concerto per pianoforte e orchestra. I tratti dirompenti e per certi versi rivoluzionari della sua poetica si alternano in quel concerto ad isole melodiche di struggente bellezza. Nella Seconda Sonata il contrasto si fa ancora più netto: l’andamento meccanico e ritmico impresso con forza sin dalle prime battute all’Allegro iniziale, si affianca poi a momenti di nostalgica, talora desolante, cantabilità.
Delle tre raccolte di Studi per pianoforte di Skrjabin comparse in altrettanti momenti della sua pur breve vita (morì infatti a soli 43 anni nel 1915) i 12 dell’opera 8 sono indubbiamente ancora lontani dalle deliranti visioni misticheggianti che caratterizzano l’opera 65 e altre opere della cosiddetta maturità e sono evidentemente ancora in parte debitori della sublime lezione di Chopin e Debussy; qui, d’altro canto, l’elaborazione tematica e la densità degli episodi che si accavallano (spesso senza una precisa soluzione di continuità) fa comunque già presagire i futuri sviluppi della sua eccentrica poetica espressiva. Paola Bruni nell’impegnativa carrellata di lavori contenuti in questo cd sfodera il suo impressionante bagaglio tecnico con naturalezza - oserei dire - semplicemente disarmante. Virtuosismo mai fine a se stesso, ma sempre asservito alla ricerca di una possibile verità interpretativa.
Destinata sin da giovanissima - dopo numerose vittorie in prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali (come, per citarne solo un paio, negli anni Ottanta: lo “Speranza” di Taranto il “Casagrande” di Terni) - ad una strepitosa carriera di concertista, la Bruni si è giustamente presa negli anni anche le sue brave pause di riflessione e di studio e ha messo su famiglia con un altro eccellente pianista del calibro di Pasquale Iannone, con cui sempre più spesso si esibisce in applauditissimi concerti in giro per il mondo.
Oggi Paola è tra l’altro anche docente di pianoforte presso il vivace Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli. Un disco così interessante e prezioso può, a mio sommesso parere, ridarle il necessario slancio per riprendere, anche come pianista-solista, la straordinaria carriera, a suo tempo, felicemente intrapresa.

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