Nascere in una famiglia di musicisti di professione provoca di solito due distinti e talora giustapposti effetti: un innamoramento precoce ed immediato per l’attività artistica svolta dai genitori, oppure un rifiuto incondizionato, con la conseguente scelta di una strada lavorativa completamente diversa. Nel caso di Mirco (classe 1988) e Gabriele Ceci (classe 1990) l’essere stati allevati in un ambiente in cui la Musica, grazie a papà Luigi, pianista, e a mamma Mariangela, violinista, era ed è la regina incontrastata della casa, ha portato effetti non solo positivi sui loro due figliuoli, ma direi – almeno a giudicare dall’ascolto dell’ottimo concerto che i due hanno tenuto giovedì scorso per la storica associazione del Coretto – addirittura straordinari.
Sia Mirko che Gabriele, infatti, hanno studiato rispettivamente pianoforte e violino con i loro genitori, per poi diplomarsi e perfezionare i loro percorsi con insegnanti importanti (il ventenne Mirco si è diplomato nel 2006 sotto la guida di Emanuele Arciuli e si sta perfezionando all’Accademia di Imola con Leonid Margarius, oltre a seguire le lezioni di artisti del calibro di Louis Lortie e Michel Dalberto).
L’altra sera nella Sala Giuseppina il programma era suddiviso in due parti. La prima ha visto protagonista assoluto il Ceci-violinista con la Seconda Partita in re minore BWV 1004 (quella della celeberrima quanto temibile “Ciaccona”) e quattro Capricci op. 1 di Paganini (1-13-15-20), mentre nella seconda parte i due si sono esibiti insieme nella Sonata per violino e pianoforte in do maggiore KV 296 di Mozart e in un interessante pezzo contemporaneo, ispirato allo stesso Genio salisburghese del compositore Nicola Campogrande: “Remix” K 396 per violino e pianoforte.
Entrambi i talenti di Casa Ceci hanno sfoderato ottimo bagaglio tecnico, una vivace musicalità e soprattutto, vista la loro ancor giovane età, una sbalorditiva naturalezza e personalità nell’approccio alle pagine eseguite; tutte qualità che fanno ben sperare sul loro futuro. Insieme ad un altro giovane e bravo musicista, il violoncellista Alessandro Mazzacane, i due talentuosi fratelli hanno anche messo su un trio che segue i corsi di perfezionamento del notissimo Altenberg Trio di Vienna.
Insomma, le premesse ci sono tutte e se continueranno a studiare con questo impegno, ne vedremo ancora delle belle. Intanto, l’altra sera, hanno incantato il pubblico del Coretto regalandogli anche un raffinato, quanto invero abusato bis: la malinconica e suadente “Meditazione” dall’opera “Thais” di Jules Massenet.
Sia Mirko che Gabriele, infatti, hanno studiato rispettivamente pianoforte e violino con i loro genitori, per poi diplomarsi e perfezionare i loro percorsi con insegnanti importanti (il ventenne Mirco si è diplomato nel 2006 sotto la guida di Emanuele Arciuli e si sta perfezionando all’Accademia di Imola con Leonid Margarius, oltre a seguire le lezioni di artisti del calibro di Louis Lortie e Michel Dalberto).
L’altra sera nella Sala Giuseppina il programma era suddiviso in due parti. La prima ha visto protagonista assoluto il Ceci-violinista con la Seconda Partita in re minore BWV 1004 (quella della celeberrima quanto temibile “Ciaccona”) e quattro Capricci op. 1 di Paganini (1-13-15-20), mentre nella seconda parte i due si sono esibiti insieme nella Sonata per violino e pianoforte in do maggiore KV 296 di Mozart e in un interessante pezzo contemporaneo, ispirato allo stesso Genio salisburghese del compositore Nicola Campogrande: “Remix” K 396 per violino e pianoforte.
Entrambi i talenti di Casa Ceci hanno sfoderato ottimo bagaglio tecnico, una vivace musicalità e soprattutto, vista la loro ancor giovane età, una sbalorditiva naturalezza e personalità nell’approccio alle pagine eseguite; tutte qualità che fanno ben sperare sul loro futuro. Insieme ad un altro giovane e bravo musicista, il violoncellista Alessandro Mazzacane, i due talentuosi fratelli hanno anche messo su un trio che segue i corsi di perfezionamento del notissimo Altenberg Trio di Vienna.
Insomma, le premesse ci sono tutte e se continueranno a studiare con questo impegno, ne vedremo ancora delle belle. Intanto, l’altra sera, hanno incantato il pubblico del Coretto regalandogli anche un raffinato, quanto invero abusato bis: la malinconica e suadente “Meditazione” dall’opera “Thais” di Jules Massenet.
Nessun commento:
Posta un commento