La foto che ho inserito in questo post vuole essere esemplificativa di ciò che nei prossimi anni potrebbe succedere se i tagli al FUS continueranno - a prescindere da chi ci governerà - in modo crescente o addirittura esponenziale, e cioè la chiusura totale delle attività musicali in Italia con migliaia di posti di lavoro in fumo e famiglie sul lastrico.
Leggete, a tale proposito, quello che ha scritto Daniele Martino sul numero di novembre del Giornale della Musica e inviatemi, se volete, i vostri commenti:
“Cosa fa arrabbiare di più? La cifra cui il Governo Berlusconi ridurrà nel 2009 il Fondo Unico per lo Spettacolo (378 milioni, ovvero un -17% sull'anno passato), o quello che stanno dicendo vari ministri di questo Governo di centrodestra? Dalla fase dell'ansia (quanto taglieranno nella Finanziaria? chi taglieranno?) sovrintendenti, sindaci, sindacati sono passati alla rabbia. Mentre il Governo sostiene con i soldi di chi paga le tasse le banche che hanno speculato per anni in Borsa, mentre si progetta di rifinanziare le industrie automobilistiche con altre rottamazioni, mentre si ripianano con un colpo di spugna da centinaia e centinaia di milioni di euro i deficit di Comuni con sindaci di centrodestra, il Ministro per i beni e le attività culturali Sandro Bondi scrive che gli stipendi dei 5.500 dipendenti lirici complessivamente (343 milioni) siano più alti del finanziamento statale, in cambio di poche ore di servizio; quindi annuncia che lo Stato si occuperà prossimamente di trasformare «in una fondazione lirica di interesse nazionale» la Scala, e Santa Cecilia in «fondazione concertistica nazionale»; e gli altri? a parte i festivalieri Maggio Musicale e Arena («come negar loro un particolare riconoscimento di legge?») se li paghino i sindaci e le Regioni, visto che continuano a far debiti (290 milioni) e deficit (160). Per i musei, Bondi ha già pronto il modello Louvre: i ricchi musei americani e arabi potranno affittarsi le nostre opere d'arte; nel giro di pochi mesi 4 teatri lirici sono stati commissariati dal Ministero, che quasi sempre ha spedito personalmente il suo Direttore Generale a chiudere bilanci sfondati dalla favola dei soci fondatori privati (le stesse banche e grandi società che il Governo ha salvato dalla bancarotta dopo che per anni si sono arricchite mentre quasi tutti gli italiani si impoverivano).Non vale a confortarci l'aver scoperto che Mara Carfagna, l'ex soubrette divenuta Ministro per le Pari Opportunità, sia diplomata in pianoforte al Conservatorio di Caserta: non fa nulla per la musica. Non ci consola sentire il simpatico Ministro dell'Interno Roberto Maroni che chiacchierando con il suo amico Enrico Ruggeri a Varese racconta la sua esperienza di tastierista del gruppo amatoriale blues Distretto 51 difendendo il diritto dei giovani a scaricare gratuitamente mp3 da internet e chiedendo al suo amico Tremonti (il massacratore del Fus) di ridurre l'iva sui dischi. Il Ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, il terrore degli assenteisti ministeriali, ha esternato che chi è andato a sentire il Parsifal al S.Carlo è «a volte ignorante oppure dedito alla rappresentazione del sé», che «piuttosto che chiudere piccole scuole elementari [come fa la sua collega di Governo, il Ministro dell'Istruzione, Gelmini] o non insegnare la musica ai bambini a scuola [!!!], io chiuderei il Fus», e che i biglietti d'opera vadano pure alle stelle e se li paghi la borghesia, visto che gli operai se li pagano, i biglietti allo stadio... Che rabbia...” (Daniele Martino – Giornale della Musica /Novembre 2008)
“Cosa fa arrabbiare di più? La cifra cui il Governo Berlusconi ridurrà nel 2009 il Fondo Unico per lo Spettacolo (378 milioni, ovvero un -17% sull'anno passato), o quello che stanno dicendo vari ministri di questo Governo di centrodestra? Dalla fase dell'ansia (quanto taglieranno nella Finanziaria? chi taglieranno?) sovrintendenti, sindaci, sindacati sono passati alla rabbia. Mentre il Governo sostiene con i soldi di chi paga le tasse le banche che hanno speculato per anni in Borsa, mentre si progetta di rifinanziare le industrie automobilistiche con altre rottamazioni, mentre si ripianano con un colpo di spugna da centinaia e centinaia di milioni di euro i deficit di Comuni con sindaci di centrodestra, il Ministro per i beni e le attività culturali Sandro Bondi scrive che gli stipendi dei 5.500 dipendenti lirici complessivamente (343 milioni) siano più alti del finanziamento statale, in cambio di poche ore di servizio; quindi annuncia che lo Stato si occuperà prossimamente di trasformare «in una fondazione lirica di interesse nazionale» la Scala, e Santa Cecilia in «fondazione concertistica nazionale»; e gli altri? a parte i festivalieri Maggio Musicale e Arena («come negar loro un particolare riconoscimento di legge?») se li paghino i sindaci e le Regioni, visto che continuano a far debiti (290 milioni) e deficit (160). Per i musei, Bondi ha già pronto il modello Louvre: i ricchi musei americani e arabi potranno affittarsi le nostre opere d'arte; nel giro di pochi mesi 4 teatri lirici sono stati commissariati dal Ministero, che quasi sempre ha spedito personalmente il suo Direttore Generale a chiudere bilanci sfondati dalla favola dei soci fondatori privati (le stesse banche e grandi società che il Governo ha salvato dalla bancarotta dopo che per anni si sono arricchite mentre quasi tutti gli italiani si impoverivano).Non vale a confortarci l'aver scoperto che Mara Carfagna, l'ex soubrette divenuta Ministro per le Pari Opportunità, sia diplomata in pianoforte al Conservatorio di Caserta: non fa nulla per la musica. Non ci consola sentire il simpatico Ministro dell'Interno Roberto Maroni che chiacchierando con il suo amico Enrico Ruggeri a Varese racconta la sua esperienza di tastierista del gruppo amatoriale blues Distretto 51 difendendo il diritto dei giovani a scaricare gratuitamente mp3 da internet e chiedendo al suo amico Tremonti (il massacratore del Fus) di ridurre l'iva sui dischi. Il Ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, il terrore degli assenteisti ministeriali, ha esternato che chi è andato a sentire il Parsifal al S.Carlo è «a volte ignorante oppure dedito alla rappresentazione del sé», che «piuttosto che chiudere piccole scuole elementari [come fa la sua collega di Governo, il Ministro dell'Istruzione, Gelmini] o non insegnare la musica ai bambini a scuola [!!!], io chiuderei il Fus», e che i biglietti d'opera vadano pure alle stelle e se li paghi la borghesia, visto che gli operai se li pagano, i biglietti allo stadio... Che rabbia...” (Daniele Martino – Giornale della Musica /Novembre 2008)
E' a dir poco scandaloso. Dicono di voler buttare fuori i nullafacenti ma qui veramente stiamo rasentando l'assurdo. Un taglio indiscriminato e irrazionale rischia di far collassare sistemi che già sono barcollanti per mancanza di fondi (e soprattutto considerazione), vedi enti lirici e universitari. Io non capisco come si possa andare avanti così e perchè non si organizza una protesta SERIA! Pseudo burattini come Bondi non possono far altro che male all'arte. E' brutto parlare di politica quando di mezzo c'è la Musica....ma pur non avendo ideali di sinistra non posso che guardare in faccia alla realtà e dire che così si rovina l'Italia.
RispondiElimina