In questi ultimi giorni sull’ORECCHIO DI DIONISO, come avrete di sicuro notato, ho preferito non scrivere nulla sull’intricata vicenda della riapertura del Teatro Petruzzelli, perché ormai i colpi di scena si susseguono quotidianamente in modo, oserei dire, pirotecnico. Dopo però l’ultimo secco e irremovibile “NO” del Ministro Sandro Bondi alla riapertura da tempo prevista per il prossimo 6 dicembre, a teatro ormai pronto e staticamente collaudato, non posso esimermi dal farlo.
Chi mi conosce, sa bene che non sono il tipo che “le manda a dire” e mi prendo sempre le responsabilità del caso su tutto quello che scrivo qui e altrove. E’ vero, il mio rapporto con la Fondazione Petruzzelli negli ultimi mesi non è stato dei più idilliaci. Ricorderete che il blog, a un certo punto della stagione musicale appena terminata con la Bohème, non è stato più accreditato per un certo periodo. Ma poi si sono chiarite le reciproche posizioni, si è fatto un passo indietro e si è ragionato serenamente, come si dovrebbe sempre fare tra persone civili. E tutto è andato a posto.
In questa ormai sfiancante, interminabile telenovela sulla riapertura del Petruzzelli (qualcuno come lo scrittore-giornalista Vito Bruno nell’ironico quanto geniale fondo apparso ieri in prima pagina sul Corriere del Mezzogiorno/Corriere della Sera, l’ha paragonato addirittura al celebre romanzo manzoniano “I Promessi sposi”) che sta conoscendo - lo speriamo - le ultime puntate, chi scrive si è schierato a favore del Sindaco di Bari, nonché presidente "pro tempore" dell'omonima Fondazione, Michele Emiliano.
Una battaglia pienamente condivisa anche da altre testate (come lo stesso Corriere e Repubblica-Bari), dalla Cgil-Slc e da un Comitato appositamente chiamato “6 dicembre” che hanno tutti insieme raccolto con encomiabile abnegazione oltre 40 mila firme complessive per l’immediata riapertura del ricostruito Politeama barese.
Sabato scorso, Michele Emiliano ha tenuto una conferenza stampa presso la sede della Fondazione Petruzzelli; in quell'occasione ha quasi gridato al...miracolo: “In città questa mattina sono comparsi manifesti del PdL che inneggiano alla riapertura immediata e in sicurezza del Teatro. Questo è un grande momento per Bari. Tutte le forze politiche della città sono insieme, senza distinzioni di sorta, e sanno dare l’esempio di come nei momenti importanti – e la riapertura dopo molti anni del Petruzzelli è uno di questi - la coesione, la concordia e l’unità sugli obiettivi da raggiungere, possano sempre dare i frutti sperati.”
Emiliano si era però solo illuso. L’altro ieri è infatti arrivata la doccia fredda con le irrevocabili dichiarazioni del ministro Bondi. Una volta infatti terminati i lavori nel cantiere del Petruzzelli le chiavi dovranno essere consegnate al Commissario Governativo per la ricostruzione Angelo Balducci, che le tratterrà sino all’esito di tutti i collaudi a norma di legge e finanche al termine del tavolo tecnico (ndr: potrebbe durare anche mesi) istituito dal Ministero per dirimere tutte le relative questioni tecnico-giuridiche ancora sul tappeto.
Chi mi conosce, sa bene che non sono il tipo che “le manda a dire” e mi prendo sempre le responsabilità del caso su tutto quello che scrivo qui e altrove. E’ vero, il mio rapporto con la Fondazione Petruzzelli negli ultimi mesi non è stato dei più idilliaci. Ricorderete che il blog, a un certo punto della stagione musicale appena terminata con la Bohème, non è stato più accreditato per un certo periodo. Ma poi si sono chiarite le reciproche posizioni, si è fatto un passo indietro e si è ragionato serenamente, come si dovrebbe sempre fare tra persone civili. E tutto è andato a posto.
In questa ormai sfiancante, interminabile telenovela sulla riapertura del Petruzzelli (qualcuno come lo scrittore-giornalista Vito Bruno nell’ironico quanto geniale fondo apparso ieri in prima pagina sul Corriere del Mezzogiorno/Corriere della Sera, l’ha paragonato addirittura al celebre romanzo manzoniano “I Promessi sposi”) che sta conoscendo - lo speriamo - le ultime puntate, chi scrive si è schierato a favore del Sindaco di Bari, nonché presidente "pro tempore" dell'omonima Fondazione, Michele Emiliano.
Una battaglia pienamente condivisa anche da altre testate (come lo stesso Corriere e Repubblica-Bari), dalla Cgil-Slc e da un Comitato appositamente chiamato “6 dicembre” che hanno tutti insieme raccolto con encomiabile abnegazione oltre 40 mila firme complessive per l’immediata riapertura del ricostruito Politeama barese.
Sabato scorso, Michele Emiliano ha tenuto una conferenza stampa presso la sede della Fondazione Petruzzelli; in quell'occasione ha quasi gridato al...miracolo: “In città questa mattina sono comparsi manifesti del PdL che inneggiano alla riapertura immediata e in sicurezza del Teatro. Questo è un grande momento per Bari. Tutte le forze politiche della città sono insieme, senza distinzioni di sorta, e sanno dare l’esempio di come nei momenti importanti – e la riapertura dopo molti anni del Petruzzelli è uno di questi - la coesione, la concordia e l’unità sugli obiettivi da raggiungere, possano sempre dare i frutti sperati.”
Emiliano si era però solo illuso. L’altro ieri è infatti arrivata la doccia fredda con le irrevocabili dichiarazioni del ministro Bondi. Una volta infatti terminati i lavori nel cantiere del Petruzzelli le chiavi dovranno essere consegnate al Commissario Governativo per la ricostruzione Angelo Balducci, che le tratterrà sino all’esito di tutti i collaudi a norma di legge e finanche al termine del tavolo tecnico (ndr: potrebbe durare anche mesi) istituito dal Ministero per dirimere tutte le relative questioni tecnico-giuridiche ancora sul tappeto.
Niente apertura dunque, niente doppia inaugurazione il 5 e il 6 dicembre prima con il tenore Placido Domingo e l’Orchestra di Bari e poi con Zubin Mehta insieme ai celebri complessi del Maggio Fiorentino, ma solo un sopralluogo ufficiale nel “cantiere” del Teatro cui dovrebbero partecipare lo stesso Sandro Bondi, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Ministro pugliese Salvatore Fitto.
Il rischio, a questo punto, è che la prossima stagione lirico-sinfonica (nel 2009 il teatro Piccinni non ha più date disponibili per eventuali spettacoli della Fondazione) ancora non presentata, ma già stilata dal Sovrintendente Giandomenico Vaccari, possa saltare “in toto” o essere comunque sensibilmente ridimensionata.
Il rischio, a questo punto, è che la prossima stagione lirico-sinfonica (nel 2009 il teatro Piccinni non ha più date disponibili per eventuali spettacoli della Fondazione) ancora non presentata, ma già stilata dal Sovrintendente Giandomenico Vaccari, possa saltare “in toto” o essere comunque sensibilmente ridimensionata.
Infine, la recente, nobile lettera di Zubin Mehta e dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino (“Il 6 dicembre saremo a Bari lo stesso”) che ha riempito di lacrime gli occhi di Emiliano, contribuendo ad alimentare più che mai la rabbia e l’amarezza dei baresi. Dopo 17 anni di attesa non dovrebbe essere consentito a nessuno di prorogare anche solo di un giorno, senza motivazioni oggettivamente rilevanti, la riapertura del Petruzzelli.
Da questo mio umilissimo blog vorrei davvero esortare il giornalista della Rai, Bruno Vespa, tra l’altro sincero appassionato di Musica, a dedicare una puntata della sua popolare trasmissione “Porta a Porta” alle ultime vicende del teatro barese.
Non si possono disegnare “ad arte”, di qualunque colore politico esse siano, scandalose strumentalizzazioni elettorali sulla pelle di un Teatro che quando è stato incendiato diciassette anni fa, ha fatto piangere la Puglia, l’Italia e il mondo.
Da questo mio umilissimo blog vorrei davvero esortare il giornalista della Rai, Bruno Vespa, tra l’altro sincero appassionato di Musica, a dedicare una puntata della sua popolare trasmissione “Porta a Porta” alle ultime vicende del teatro barese.
Non si possono disegnare “ad arte”, di qualunque colore politico esse siano, scandalose strumentalizzazioni elettorali sulla pelle di un Teatro che quando è stato incendiato diciassette anni fa, ha fatto piangere la Puglia, l’Italia e il mondo.
Chi lo fa se ne dovrebbe solo vergognare.
Nessun commento:
Posta un commento