domenica 8 marzo 2009

Bondi non consegna le chiavi del Petruzzelli? Per Emiliano è una "sconfitta" che vale la vittoria più importante.


Era prevedibile, almeno per chi mastica di politica da trent'anni. Il Ministro Bondi non consegna le chiavi alla Fondazione Petruzzelli per consentire il montaggio delle scene della Turandot di Puccini, spettacolo inaugurale della stagione lirica 2009. L'opera andrà comunque in scena il 21 marzo prossimo, ma in forma di concerto in un padiglione industriale della Fiera del Levante. Il regista Roberto De Simone ha espresso il suo profondo rammarico per la scelta di Bondi. Un mese e più di lavoro buttato al vento, a fronte di motivazioni sterili e strumentali, o se si preferisce squallidamente politiche. Un teatro chiuso da oltre 17 anni messo al centro di un conflitto assurdo tra un ministro (Bondi) e un sindaco (Emiliano). Una telenovela destinata a non concludersi per almeno altri tre mesi, e cioè quando finalmente si andrà a votare per le elezioni del nuovo sindaco. Non voglio dilungarmi oltre, perchè la tristezza di alcuni giorni fa si è trasformata in rabbia indicibile che vorrei urlare a tutti e senza (ahimè) il controllo necessario. Ho persino pensato di incatenarmi al Petruzzelli il 21 marzo prossimo e di cantare a squarciagola il "Nessun dorma" di fronte ad una città che dorme. BARI SVEGLIATI!
Siamo stati tutti, dico tutti, presi in giro. Il teatro è pronto da mesi, ma non si vuol far riaprire. Un teatro privato, solo di nome (considerato che è stato interamente ricostruito con soldi pubblici: ben 53 milioni di euro), viene tenuto in ostaggio, inchiavardato dal signor Bondi.
La Fondazione Petruzzelli farebbe bene a non accettarle più queste chiavi e a lasciare in balìa di se stessa la famiglia proprietaria del Teatro. Parte della città, ma anche intellettuali e politici come Michele Mirabella e Francesco Boccia la pensano così e l'hanno dichiarato pubblicamente. Si risparmierebbero 500mila euro di fitto all'anno, come previsto dal famigerato protocollo d'intesa del 2002, tornato in auge dopo la sentenza della Corte Costituzionale che annullò l'esproprio. Siamo in tempi di crisi profonda, che se la sbrighino loro, i Signori Messeni Nemagna con i loro avvocati; che vadano a stipulare l'onerosa assicurazione e paghino le bollette, la manutenzione del Petruzzelli e soprattutto i 13 milioni di euro che mancano all'appello.
Io sono perfettamente d'accordo con Boccia e Mirabella e mi permetterei il lusso di suggerire a Michele Emiliano di non spendere nemmeno un euro per la sua campagna elettorale, perchè a giugno vincerà facile, facile. I baresi, quelli veri e non i "cambiacasacca" di comodo, hanno visto e appuntato sui taccuni della memoria quello che è successo in questi ultimi mesi nella vicenda del teatro e ne trarranno le logiche conclusioni. E non venitemi poi a "raccontare" che L'Italia è ancora una democrazia, se si può fare questo (ed altro) ad una città priva del suo più grande teatro da (quasi) vent'anni.

VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

2 commenti:

  1. Mi unisco anche io.

    Per motivi di studio vivo a Pisa.....ma mi verrebbe davvero di gridare lo scandalo che stanno facendo questi politicanti di basso ceto!

    CHE SCHIFO!

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  2. Sono molto preoccupato per le elezioni... secondo me la maggior parte dei Baresi non si interessa minimamente alle sorti del teatro... e sopratutto quest'ondata di cieca fiducia (?!?) nel centro-destra rischia di abbattere anche chi lavora bene ma ahimè è dall'altro lato...vedasi Emiliano. Temo molto per le sorti di Bari. La decerebrazione Berlusconiana avanza... :-(

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