martedì 15 febbraio 2011
Qui Taranto: Moni Ovadia ed Emanuele Segre presentano "PLATERO Y YO" per la stagione degli Amici della Musica
Domani 16 febbraio presso il Teatro Orfeo, l'associazione degli Amici della Musica "Arcangelo Speranza" di Taranto presenta "PLATERO Y YO"
di Juan Ramòn Jiménez, musiche di Mario Castelnuovo-Tedesco. Protagonisti saranno due prestigiosi artisti del calibro di
MONI OVADIA (voce narrante, nella foto) ed
EMANUELE SEGRE alla chitarra. Ecco di seguito alcune note esplicative sul programma della serata firmate dallo stesso musicista:
"L’opera del poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez, premio Nobel per la letteratura, è dedicata alla storia dell’amicizia tra Platero - un asino - e il poeta.
È un poema scritto in prosa, un componimento che evoca un mondo agreste in bilico tra fantasia e realtà, sullo sfondo del paesaggio andaluso. Il poeta fa riferimento alla vita e ai sentimenti dell’asino per conoscere e riflettere sulla natura e sul mondo degli uomini. In piccoli quadri, egli narra l’esistenza di Platero che, con il poeta, ripercorre le strade di Moguer - i luoghi della giovinezza di Jiménez - aiutandolo a ritrovare in questo viaggio il sentimento della vita.
Tra illusioni e certezze, l’asinello conduce il poeta nelle zone dove il mistero del vivere si ricompone e la poesia del tempo riesce a restituire il sentimento forte che scorre su cose umili e belle. Il fare poesia diventa qui ricerca della saggezza, che trova il suo centro in una accettazione della vita, capace di riconoscere come parte di sé anche il dolore e la morte.
Nato a Firenze nel 1895, Mario Castelnuovo-Tedesco divenne presto uno dei compositori più eseguiti e conosciuti della sua generazione. Fra i vari ‘grandi’ che frequentarono con amore la sua musica, si ricordano Toscanini, Heifetz, Piatigorski, Gieseking e Segovia.
Dopo la promulgazione delle leggi razziali in Italia il compositore riuscì, con il sostegno di Toscanini e di Heifetz, a rifugiarsi con la famiglia negli Stati Uniti dove rimase fino alla morte, nel 1968.
Grazie alla sua fiducia nelle potenzialità espressive della chitarra, e anche all’amicizia e alla collaborazione con Andrés Segovia, Castelnuovo-Tedesco dedicò a questo strumento numerose composizioni.
Pur avendo scritto sempre in modo molto tradizionale, il musicista fu uno dei primi a comporre nel xx secolo un concerto per chitarra e orchestra. Inoltre, egli sperimentò audaci abbinamenti, proponendo per la chitarra combinazioni inconsuete come è nei casi del Romancero Gitano per coro e chitarra e di questo "Platero y yo" per voce narrante e chitarra.
"Platero y yo" – il delicato affresco che allinea centotrentotto liriche in prosa di Juan Ramón Jiménez – è una sequenza di ‘quadri narrativi’ nei quali il grande poeta spagnolo immagina di parlare con il suo asino. Di tali ‘quadri’ Castelnuovo-Tedesco ne scelse accuratamente ventotto, rivelando un talento magistrale nel trovare la misura per inserirsi con musica di eccellente fattura nella trama del capolavoro di Jiménez. Mario Castelnuovo-Tedesco ha concepito questa opera come melologo: il testo viene recitato seguendo la partitura musicale. Il dialogo tra il narratore e il musicista scorre intenso e la musica non si limita a un semplice commento, ma collabora con il testo alla creazione di un unico discorso poetico.
In questa serata, Moni Ovadia e io presentiamo tredici liriche, individuate fra le più rappresentative. Esse rispondono, in termini sia poetici che musicali, ai nostri gusti. La selezione comprende anche una lirica (con la quale Ovadia apre la serata) che Castelnuovo-Tedesco non musicò ma che appare particolarmente significativa.
La performance termina, in morte di Platero, con l’esecuzione della Pavane pour une infante défunte di Maurice Ravel, trascritta da Castelnuovo-Tedesco per chitarra sola: una trascrizione rimasta a lungo inedita, che mi fu affidata nel 1995, cioè nel centenario della nascita del compositore, da uno dei suoi figli. (Emanuele Segre)"
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