"Crollano le speranze e le attese utopiche, mentre diviene centrale l’esperienza del tempo presente, l’hic et nunc, il “vivere alla giornata”. A tal proposito, Bauman (1996) sostiene che «oggi tutto sembra congiurare contro i vincoli permanenti, i progetti che durano una vita intera, obbligando gli attori sociali a scelte e revisioni continue in una successione di situazioni sempre diverse» (Crespi, 2005, p. 10).
Genova era un caso emblematico. Cagliari un altro problema. Oggi all'archeologia, ricchezza da 5-6 punti del PIL, vengono cencessi pochissimi denari e le scoperte sono casuali. come l'ultima di pochi giorni fa. Altri 2-3 punti del PIL sarebbero dati dalla gestione del patrimonio museale e musicale italiano.
Non occorrerebbero mille manovre, alcune assolutamente mai richieste dalla BCE o dal Fondo Monetario Internazionale, nè si sarebbe varata una riforma pensionistica così coercitiva per chi lavora che non ha eguali al mondo. Vogliamo poi discutere sull'articolo che riguarda i lavoratori che non sono solo operai metalmeccanici? (Lo ricordi la Camusso). La lotta agli sprechi, quella fiscale che penalizza i piccoli, ma salva le Banche ed i grandi gruppi, entrano con altri argomenti nella questione cultura tanto quanto l'ingresso di Radames in Aida. Essenziale. Insostituibile. Ora vorrei chiedere se i ragionalmenti e le battaglie perpetrate anche su questo foglio abbiano sortito a qualche risultato positivo, se ci sono ancora bacini o mari in tempesta, se la caduta di Berlusconi ha improvvisamente sparso per l'aeree, una sostanza molto vicina ad un potente sonnifero. L'individuo guarda al proprio "particulare", ma se per molti ciò significa mettere al riparo o incrementare ricchezze, per altri significa non aver ancora capito come riuscirà a ritirare la magra pensione se supera i 1000 euro al mese o se commette un reato regalando al figlio 10 mila euro, frutto di sacrifici e risparmi di una generazione, perchè acquisti una piccola automobile o si arredi una mansarda. Il processo di individualizzazione è caratterizzato sempre di più dal diffondersi di un sentimento di insicurezza – come condizione normale di vita quotidiana – che incide profondamente sul senso delleidentità sia individuali che collettive.
Lo studioso pone in evidenza gli attuali processi di graduale disintegrazione delle classi, delle unità familiari e produttive tradizionali, soffermandosi sulle nuove domande e le nuove condizioni di lavoro, che sono accompagnate da uncostante senso di insicurezza.
Tornando al tema del titolo, questo senso di insicurezza è svanito, ce ne siamo fatti una ragione, o abbiamo deciso di arrangiarci, ammainando la bandiera dell'etica?
E attenzione: muta il linguaggio. Quanti sono coloro che fino a pochi mesi fa venivano chiamati bamboccioni, che con un violino in mano, o un flauto, con la propria voce, ad oltre trent'anni di età segnalano con la loro presenza assenza "che non esiste più quel tempo storico come momento certo in cui si passava di status: questo tempo si pluralizza e si allunga senza limiti. E' crollata la delimitazione chiara e fissa determinata dalle regole sociali oggettive o linguistiche (teen…ager) dell’essere giovani. Non si è più giovani in modo oggettivo o collettivo, bensì transitivo. Si transita lungo una condizione variabile e indeterminabile, la si attraversa secondo modalità determinate dalle momentanee individualità del soggetto-giovane. Dalle contrattazioni tra i suoi vari, eterogenei, multipli di sé».
I giovani del Terzo Millennio vivono, dunque, “momentanee individualità”, godono di una “seconda vita” e molteplici identità – o avatar".
Eppure qualcosa si muove. Anche se pare che non si sappia dove andremo a finire. Giovani direttori d'orchestra, non sponsorizzati da padri famosi, musicano, da Ancona a Catania, pur se come afferma Eco, " al di là delle cupe profezie il mondo va alla rovescia. (Anche i politici non sono più tali, sono tecnici, o politici nascosti da tecnici, mentre i palazzi davanti al Colosseo sono fatiscenti. Oggi anche tra i sindacati, in tutti i settori, ma soprattutto tra chi dovrebbe governare, la parola più usata è "prodotto"; ritorno a Eco :" Non si parla più di opere, ma di prodotto". Mala tempora currunt. Balzac nel 1836 affermava :"L'industria moderna che produce per le masse, sta distruggendole creazioni dell'arte antica, le cui opere avevano un'impronta personale per il consumatore così come per l'artigiano". E il teatro d'opera? La cultura? La scuola? l'Università? Signor Garrone, signori, Monti e Cornero, non siete stati capaci di intendere che certe scelte non portavano a superare la sindrome della ricchezza per pochi gettando lo sconforto in molti? Tra i prodotti privi di valore oggi c'è "La ginestra" di Leopardi; la sonata in si bemolle minore opera 35 di Chopin. E sorvoliamo sui furti di Stato, sulle baby pensioni, sui super bonus, su quanto viene tolto alla ricchezza del Paese, dalla casta?
Quanti evadono il fisco che solo il recupero del 50 per cento farebbe si che il debito pubblico diminuisse della metà? Sai quanta ricerca si farebbe nelle Università dove lavorano laureati specializzatissimi per 1500 euro al mese? Certo che molti fuggono all'estero e non tornano: artisti, imprenditori artigiani, medici, ingegneri, anche operai. Specie ora che una riforma scellerata ha preferito innalzare l'età pensionabile che non ha eguali in Europa, come il carico fiscale dipendente, evitandio di colpire i patrimoni. Si controllano gli scontrini, ma non l'origine di vere, autentiche fortune. Sai quanti teatri vivrebbero come in Germania con quei soldi, da quanto tempo ci sarebbe un catalogo delle opere d'arte italiane e quanti verrebbero nel nostro Paese per vedere il 90 per cento, (a stima), delle ricchezze che possediamo, nel mondo?
Oggi la benzina costa 1,900 euro al litro. Senza i furti di Stato, queste sono le accise, ne costerebbe meno della metà. Ieri i poveri scrive Eco viaggiavano in treno, oggi anche ed i treni fanno pena. Ed ecco che si sceglie l'aereo che costa meno della Freccia Rossa. Ma la schiavitu' dei pendolari schiacciati come sardine perchè hanno abolito molti regionali non è mancanza di etica? (Non è solo questione di soldi. Quelli c'erano e se li sono mangiati alle Maldive . un ultimo pensiero. Premessa: ci vuole una rivoluzione? Siamo al default morale tanto che, sono sempre parole di Eco, un ragazzo decenne figlio di amici, all'ascoltare i gernitori che lo informavano sul destino del mondo, si è messo a piangere e ha domandato " Ma proprio non c'è niente di nello nel mio futuro?".
Potrebbero piangere molte persone, molti uomini di buona volontà e le loro famiglie perchè nulla di così importante è avvenuto per il rilancio dell'economia, della cultura. dell'impegno tendente a risolvere i problemi se non tagliando, mandando a casa, licenziando, grazie alle idee anche di chi trenta o venti anni fa non c'era ma si stava costruendo una carriera da super manager. Chi ha lottato fino a pochi mesi fa, nom si abbamdoni allo sconforto: continui a lottare nonostante le maledizioni dei Maya, quelle di Cassandra e le scelte dell'oggi che ci fanno pagare in pochi mesi lo scempio perpetrato da coloro che credevamo avessero alto il senso dello Stato e fossero consapevoli che ancor più in Tempo di Crisi l'Etica è un Valore Aggiunto!" MAURIZIO DANIA
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