sabato 17 marzo 2012

Howard Jones e la ricerca dell' orgoglio


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Howard Jones, vale a dire iltrionfo del one man band show, pratica tutta britannica, a dire il vero quasiuna invenzione albionica, recepita da molti artisti, anche di casa nostra(basti pensare ad Edoardo Bennato, di passaggio per le sponde del Tamigi neiseventiees).
Ovviamente, Howard Jones non èsolo questo: è il profeta inglese dell’ electropop, in cui i deliri del periodopunk e la sempre crescente sintetizzazione elettronica dei suoni trovano il loro perfetto connubio.
Attenzione, però, Howard Jones èl’espressione ed il capofila di una GB dolente, quella della seconda metà deglianni settanta, investita da una crisi economica senza precedenti, in cui tuttoil panorama produttivo ( e non solo) sembra grigio e senza speranza; in attesadelle manganellate della Iron Lady…infatti a ben guardare i testi,apparentemente banali, emerge la sofferenza ed il disagio, che non èesistenziale, ma è il male di un popolo senza orgoglio, senza più anima ecuore.
Di qui il successo, improvviso,travolgente in patria, ma un po’ in tutto l’emisfero nord del vecchiocontinente, che lo elegge a nume tutelare di un genere e di un modo nuovo difare musica, anche se così indissolubilmente legato al recentissimo passato.
Molto spesso, da parte nostra,che consideriamo il nostro ombelico italiota come il sole, si giudica il mondomusicale anglofono come superficiale, distaccato e un poco beota….non è affattocosì, se si pensa, ad esempio, che anche gli Wham!, vera e propria icona deilustrini anni 80, hanno esordito, con straordinario successo, parlando, conlevità ritmata, di problemi enormi come la disoccupazione giovanile nei primianni della era Thatcher, si capirà cosa sto dicendo.
What is Love, tratto da clamorosoprimo album Human’s Lib del 1984, disco d’oro anche da noi e Like to Get toKnow You Well e Look Mama, tratti invece da Dream into Action del 1985, sono legemme incastonate nella nostra memoria….una memoria da vecchi ascoltatori,forse sorpassati, forse inascoltati e non letti, così come Howard, ora che sinaviga virtualmente e che non c’è più quella aria pesante da ciminiere edaccaierie e che non si sente più quell’ acre odore di riscaldamento a legna,che faceva, nei video un po’ sgranati dell’ epoca, rilucere quella crestagialla fluo punkissima in quel grigiore da smog così inconfondibilmentebritish.
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