mercoledì 16 gennaio 2013
"Due solisti che suonano in Duo" di Corrado Roselli
"Domenica scorsa, 13 gennaio 2013, è stato davvero molto interessante il programma del matinée proposto dal violinista Daniele Orlando e dal pianista Tommaso Cogato presso l’Auditorium Vallisa di Bari, nell’ambito della XIV Stagione Concertistica di Musica da Camera della “Accademia dei Cameristi”. Come da tradizione, tale Accademia, diretta dalla “mens animi” Mariarita Alfino, lancia sempre due sfide. La prima, peculiare, consiste nel proporre brani di raro ascolto, vere “chicche” del repertorio cameristico.
La seconda, più ardita, mira a far incontrare, spesso per la prima volta, musicisti di indiscusso valore che, in poche prove, riescono a costruire un programma importante e complesso. Questa volta, a mio avviso, la sfida è stata triplice. Sì, perché Orlando e Cogato, due giovani solisti dal carattere esuberante e ben definito, hanno affrontato con successo un repertorio cameristico solo per metà, e quindi più difficile da amalgamare. Infatti il concerto si è aperto con la celeberrima Ciaccona di Tommaso Vitali: brano del periodo barocco di dubbia attribuzione, molto amato dai violinisti per le possibilità tecniche e, soprattutto, espressive offerte dal tema e dalle sue variazioni al violino, autentico protagonista della composizione. Orlando, accompagnato da un misurato Cogato, ne è stato interprete sincero, appassionato e “trasgressivo” nella sua versione, forse un po’ troppo romantica, ma decisamente affascinante. Nella Sonata in la maggiore op. 12 n. 2 di Beethoven, in verità di non frequente ascolto, i due musicisti hanno trovato la loro vera dimensione cameristica. La Sonata, scritta da un Beethoven ventottenne e dedicata ad Antonio Salieri (uno dei suoi maestri del periodo viennese), ha permesso agli esecutori di sfoderare un notevole nitore di suono ed un giusto senso del respiro musicale, in particolar modo nel dialogo, nostalgico e delicato, del secondo movimento. Con un enorme balzo nel tempo e nello stile, la Tzigane di Ravel ha dato una vigorosa sferzata al programma del concerto. Orlando, bravissimo “violin showman”, ha saputo conferire al brano, difficilissimo per il suo virtuosismo e per il suo carattere rapsodico, un particolare gusto esotico e popolare, cui ha fatto da contrappunto il pianismo incisivo, travolgente ed impeccabile di Cogato. Il concerto si è concluso con un brano scritto a sei mani, la Sonata F-A-E, a mia memoria mai eseguita per intero a Bari. Composta nel 1853 come indovinello a sorpresa per il celebre violinista e comune amico Joseph Joachim, Albert Dietrich e Johannes Brahms (allievi di Schumann) ne scrissero rispettivamente i movimenti Primo (Allegro) e Terzo (Scherzo), mentre Robert Schumann compose i movimenti Secondo (Intermezzo) e Quarto (Finale). Il titolo origina dalle prime lettere delle tre parole del motto di Joachim “Frei aber Einsam” (libero ma solo): F-A-E. Tali lettere corrispondono anche alle note Fa, La, Mi, che costituiscono il fondamento armonico dell’opera e che vengono citate nelle ultime battute dell’Allegro e nella seconda e quarta battuta della parte del violino dell’ Intermezzo. Pur nella sua eterogeneità stilistica, la Sonata risulta molto originale, oltre che per l’occasione della sua genesi, per il disegno tematico dei singoli movimenti, che il duo Orlando-Cogato ha saputo tratteggiare con sapiente maestria. Dopo l’Allegro di Dietrich, dal piglio romantico e drammatico, il duo ha eseguito con raffinata eleganza l’Intermezzo, una miniatura dalla quale scaturisce, inconfondibile, la vena poetica ed intimista del grande Schumann. Il successivo Scherzo di Brahms, celeberrimo e spesso eseguito come brano a se stante per il suo seducente effetto, ha fatto da ponte al tumultuoso Finale schumanniano, degna conclusione della Sonata e del bellissimo concerto offerto da Daniele Orlando e Tommaso Cogato." Corrado Roselli
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