Provenienti da percorsi distinti per formazione e impegno professionale, il mezzosoprano Tiziana Portoghese e la pianista Fiorella Sassanelli si sono incontrate grazie al comune interesse per il repertorio francese fin de siècle,insieme hanno realizzato un disco "Raoul Pugno mélodies" (Digressione Music) dedicato alla musica del pianista francese di origini italiane, erede della lezione di Chopin e suo grande interprete. Domani, 15 febbraio sarà possibile godere di questo prezioso lavoro di ricerca storica e musicale nella chiesa Santa Teresa dei Maschi (Bari, città vecchia), ore 20.30 - Ingresso libero.
Durante il concerto si ascolteranno, per la prima volta, a oltre un secolo dal debutto parigino, due cicli di melodie per voce e pianoforte di Pugno, Cloches du souvenir (1908) e Amours brèves (1899), entrambi su versi del poeta simbolista belga Maurice Vaucaire. Le due raccolte sono l’espressione di una profonda sensibilità letteraria e insieme di una scrittura pianistica che, pur salottiera, non riesce a diventare mai banale. Nel 1910 in collaborazione con un’allora giovanissima Nadia Boulanger, la cui importante carriera il pianista contribuì a promuovere, Pugno scrisse il ciclo di melodie Les Heures claires su otto liriche di Emile Verhaeren, anche lui belga e simbolista, spesso ospite del pianista nella sua casa di campagna a Gargenville. Ancora oggi nessuno può dire esattamente quale fu la natura del rapporto tra il maturo pianista e la giovanissima Nadia Boulanger, ma è evidente come queste composizioni fermino il tempo su un puro momento d’estasi.
Dal debutto tardivo, a 41 anni, il 24 dicembre 1893 e sino al 2 gennaio 1914, quando morì a Mosca in tournée, il pianista Raoul Pugno girò il mondo da solo e in duo con il violinista Eugène Ysaye, e “pleyelait”, come scrivevano i giornali francesi di fine Ottocento, un repertorio concentrato sui grandi romantici. A testimoniare quella straordinaria attività, esistono pochi rulli Welte-Mignon noti agli appassionati delle registrazioni storiche e riversati in disco dopo successive masterizzazioni.
Ignota a tutti è invece la produzione di Raoul Pugno, nonostante questi non lasciò mai la composizione, esercizio artistico che per un ventennio assicurò la sopravvivenza sua e dei suoi cari: un ventennio (1871-1893) di esilio artistico durante il quale Pugno pagò duramente l’impegno a favore della Comune parigina. Il suo catalogo di lavori strumentali e vocali, anche teatrali, misconosciuto dopo la sua morte, valorizza l’uomo e l’artista, “un pianista di genio, e intanto un musicista erudito, colto, esperto d’orchestrazione, un fervente letterato, e un conoscitore innamorato di tutte le arti”, come scrisse il musicologo e amico Camille Mauclair.
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