Il titolo dice già tutto: l'innamorato è il vostro blogger di questi Giovanni Battista che gridano nel deserto del rock, pieno di ragnetti e scorpioni, che non farebbero male nemmeno alle formiche-che saremmo noi-, avidi sempre di nuove sonorità e vecchi miracoli. E siccome a noi, increduli tommasi, piace sempre che si vada a zonzo a miracol ammirare per allargare lentamente e inesorabilmente il nostro sorrisone da manga nipponico, ci si ama soffermare e fermar di fronte ad un nuovo accogliente autogrill o motel, magari, in cui sostare pigri ma soddisfatti.
Pizzorno e soci, cito "l'italico" del gruppo per uno stolto senso patrio, anche se il buon Sergio, di italiano, ha forse solo il nome ed il cognome, oltre a, probabilmente, solo un residuo di buongusto che ci è proprio in fatto di musica.
Il loro straordinario melange, che sa di indie e di post prog, di psychedelic e di new romance, di punk e di folk singin, riattraversa il meglio degli ultimi cinque decenni di musica pop e di solida, dunque, tradizione british.
rappresentano, in pratica, la summa theologica della musica popolare e gli all stars di questo momento che la GB può produrre.
Il loro esordio in sordina ha portato ad una vera e propria esplosione con fragore, avvenuta negli ultimi diciotto mesi e segnalo due pietre miliari della loro produzione: "Man of simple pleasures" e "Switchblade Smiles"; l'una, decisamente più accattivante, in cui le sonatine folk si accompagnano ad un solido testo da periferia urbana e da slums tipo Brixton, Acton Town ed affini e la seconda, in cui il delirio psychedelic dell' inizio dà strada ad un plot solido e tradizionale di puro germe rock.
L' oasi è dunque piena di palmizi e dolci datteri da gustare, non è, né appare un illusorio miraggio.
Insomma c'è qualcosa ancora dietro l' angolo, come si diceva una volta e noi, prima di raggiungere l' altro, abbiam da percorrere questo largo e spazioso isolato.
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