Un committente misterioso; una stesura lasciata incompleta in seguito alla morte prematura del compositore; un brano – il Lacrimosa - troncato tragicamente dopo sole otto battute; una mole di interrogativi filologici e stilistici particolarmente problematica. Sono questi gli elementi che concorrono a fare del Requiem in re minore KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart una delle pagine più misteriose e al tempo stesso affascinanti della storia della musica. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta da Juraj Valčuha, lo propone sabato 19 luglio alle 21.30 in piazza San Carlo a Torino, nell’ambito del “Festival Mozart”, organizzato dalla Città di Torino.
Protagonisti sul palco il soprano Ekaterina Bakanova, il contralto Eva Vogel, il tenore Jeremy Ovenden, il basso Simone Alberghini e il Coro del Teatro Regio di Torino. Il capolavoro incompiuto di Mozart è preceduto dal mottetto Exsultate, jubilate KV 165, composto nel 1773 a Milano per il castrato Venanzio Rauzzini e interpretato dal soprano Ekaterina Bakanova.
Il successivo appuntamento dell’Orchestra Rai al “Festival Mozart” è in programma lunedì 21 luglio, sempre alle 21.30 in piazza San Carlo a Torino.
GLI ULTIMI CAPOLAVORI SINFONICI DI MOZART
IN PIAZZA SAN CARLO
Lunedì 21 luglio alle 21.30 a Torino
Ci sono i due estremi capolavori del sinfonismo mozartiano nel programma del secondo e ultimo concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai al “Festival Mozart” della Città di Torino, lunedì 21 luglio alle 21.30 in piazza San Carlo. Juraj Valčuha, Direttore principale della compagine Rai, propone la Sinfonia n. 40 in sol minore KV 550 e la Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551, detta Jupiter: ultimi lasciti sinfonici di Wolfgang Amadeus Mozart, composti in rapida successione – insieme alla Sinfonia n. 39 – nell’estate del 1788, due anni prima della scomparsa del compositore. L’ultima sinfonia in particolare, fu intitolata Jupiter con lo scopo di evidenziarne il carattere grandioso e “divino”. Il celebre regista Woody Allen, nel suo film del 1979 Manhattan, ne cita il secondo movimento – Andante cantabile – inserendolo tra l’elenco delle cose “per cui vale la pena vivere”.
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