"Le note e i ritmi del tango, lasciano il posto alle
armonie del tardo barocco per il secondo
appuntamento con la Stagione Sinfonica di Frosinone, da Vivaldi a Rolla viola d’amore e viola.
Dopo Luis Enriquez Bacalov
che ha regalato le sue ancor vivaci destrezze alla tastiera, un altro nome importante del panorama musicale
internazionale è salito sul palco del
Teatro Comunale Nestor , Simonide
Braconi (nella foto).
Nato a Roma, si è diplomato con il massimo dei voti al
Conservatorio di "S.Cecilia" e a soli ventidue anni è stato prescelto
da Riccardo Muti per ricoprire il ruolo di prima viola del Teatro alla Scala di
Milano, ha costituito il Quartetto d'archi della Scala compiendo tournèes negli
Stati Uniti, Sudamerica, Francia, Germania, Giappone e nelle maggiori società
concertistiche in Italia.
Ad affiancare Braconi , l’ Orchestra da Camera ARTeM diretta
dal giovanissimo e già affermato Sesto Quatrini, vincitore
dell’ICWC - International Conducting Workshop & Competition aggiudicandosi
una serie di ingaggi con le orchestre statunitensi: Atlanta Symphony Orchestra,
Gwineth Orchestra, Atlanta Chamber Orchestra e Macon Symphony Orchestra, oltre
ad altri contratti negli stati della Pennsylvania, del Colorado e della
Georgia. Il programma della serata
prevede musiche del settecento con una
parentesi ottocentesca ed una prima
assoluta Musica per archi 2014 dello
stesso Braconi.
Ha aperto la serata la
Sinfonia n°10 in si minore di F. Mendelsshon
Bartholdy che in un contesto
musicale settecentesco potrebbe apparire come una “nota” stonata, in realtà
l’eclettismo della sua musica è distante dagli aspetti più tormentati ed
innovatori del Romanticismo, avendo egli sempre preferito curare maggiormente
l’eleganza formale tipica del settecento , da non dimenticare, che M., nella
sua vastissima produzione, ha contemplato numerosissimi generi, dalla
polifonia sacra rinascimentale, alla scrittura corale di G. F. Handel e di J.S.
Bach di cui riscoprì e diresse, nel 1829 a Berlino , la Passione secondo San
Matteo. Si prosegue con Antonio Vivaldi e il suo Concerto per viola d’amore ed archi in re
maggiore RV392 dove subentra Simonide Braconi con una breve premessa sulla
difficoltà di suonare la viola
d’amore per il numero delle sue corde di
budello ( fino a 14) raddoppiate da quelle di metallo che conferiscono allo
strumento il particolare suono argentino e dalla delicatezza angelica. Al nome
Vivaldi i musicofili più esigenti solitamente “arricciano “ il naso, per una
sorta di snobismo, considerandolo compositore salottiero e superficiale, in
realtà il Prete rosso fu grandemente
apprezzato da Bach, genio musicale indiscusso,
il quale aveva ufficialmente riconosciuto l’importanza dello strumentalismo di
Vivaldi, trascrivendo ed addirittura parafrasando molti dei suoi concerti (op.
3, 4, 7).
Una parentesi contemporanea è quella di Braconi , in veste
anche di compositore e della sua Musica
per archi 2014 ( in prima esecuzione assoluta), bipartita nel Lento maestoso
e nel Vivace con frenesia in cui, di tutto l’organico, predominano i violini
con le loro vertiginose cavate . Intervallo di rito e si ritorna sul palco con
la vera e grande sorpresa della serata ,
Alessandro Rolla , compositore (
fine 700 metà 800) ingiustamente poco conosciuto la cui importanza è legata al
suo ruolo di prima viola nell’orchestra ducale di Parma a cui farà seguito
anche quello di primo violino e direttore d’orchestra. Ma la sua svolta, alla
morte del Duca Ferdinando, avverrà a Milano dove diventerà una delle figure più importanti della vita
musicale della città con l’incarico di dirigere l’orchestra del Teatro alla
Scala (1803). La sua eccezionale bravura di solista gli causerà anche degli
inconvenienti, il divieto, cioè, di suonare la viola in pubblico “perché le donne non possono sentirlo su
quell’istromento senza cadere in deliquio e crisi di nervi” come riporta
l'Abate Giuseppe Bertini nel suo Dizionario di Musica e dei Musicisti ( Palermo 1814). In questo Concerto per viola e orchestra in mi
bemolle maggiore op 3, Braconi dà sfoggio di tutta la sua bravura di
virtuoso specie nei pianissimi che sotto il suo archetto diventano lievi
palpiti , nel secondo movimento (Adagio), di un’elegiaca maestosità ,aleggia lo
spirito di Mozart, il finale (Rondò-Allegro) rimanda ai virtuosismi, seppur più
netti di Paganini.
Un fuori programma allieta ulteriormente la platea, il M°
Braconi si è esibito in una sonata per viola d’amore dalle sonorità
orientaleggianti da lui stesso composta per ovviare alla carenza di prime parti
di questo dolcissimo strumento che deve il suo nome al ricciolo che
nell’antichità aveva le sembianze del volto di Cupido. La conclusione della
serata è affidata alla Sinfonia n°44 in
mi minore di F.J. Haydn, universalmente noto come “padre” della sinfonia e
del quartetto moderni, abbracciando
cinquant’anni di storia della musica dalle tradizioni vocali e
strumentali del tardo barocco fino a diventare l’artefice del classicismo
musicale, nonché ispiratore, maestro ed amico fraterno di Mozart che gli
dedicherà sei quartetti.
L’Orchestra ARTeM ha dato prova di affiatamento e di equilibrio
negli impasti sonori grazie anche alla direzione elegante, misurata e precisa
di Sesto Quatrini che, nella sua giovane età, ha dimostrato sicurezza e carisma
da veterano. Applausi lunghi e meritatissimi. Unico appunto
doveroso, per giustizia di cronaca, la scarsa presenza di pubblico notata anche
dagli artisti, la frase di rito “pochi ma buoni” non consola dello sforzo che
Amministrazione Comunale e Conservatorio stanno prodigando per far crescere
Frosinone …. Svegliatevi cittadini, la
Musica è un bene universale che rende “ricchi” anche nei momenti di crisi come
quello che stiamo vivendo, perché la cultura è l’unica vera ricchezza che
nessuno ci può togliere!"
Elena Dandini
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