sabato 14 febbraio 2015
Il prezioso talento della pianista Anna Miernik riscuote un buon successo a Mirarte
Un programma quasi interamente dedicato a compositori polacchi. Un viaggio nella Musica rapido ed esaustivo. Così è cominciato ieri sera il recital di Anna Miernik, venticinquenne talentuosa pianista polacca a Santa Teresa dei Maschi per l'associazione Mirarte. L'incipit era dedicato al celebre Scherzo op. 31 di Chopin. Esecuzione letterale, molto valida, ma alquanto guastata dall'acustica riverberante della chiesa, che non consentiva di utilizzare il pedale di risonanza. Ed invece Anna, dotata di buona tecnica, abbonda abbastanza nel suo utilizzo. I passaggi più virtuosistici "affogano", pertanto, in un mare confuso di note. Le cose andavano decisamente meglio con i tre Notturni dell'op.9 sempre del celebre Federico, suonati con morbidezza di tocco e sapiente fraseggio. Qui la pianista è più a suo agio, la cantabilità è pienamente godibile ed il pedale è più controllato.
Bellissimo in particolare il primo dei tre Notturni, dove Chopin ricama un tema in cui la sezione centrale consiste nella ripetizione di un inciso molto dolce (Re maggiore, Sol maggiore, Re maggiore, Sol minore) preceduto da due diverse frasi, una lirica e l'altra passionale. Il tocco è sublime, le sonorità lunari e godibili.
La Miernik riprende e conclude la prima parte con un omaggio a Karol Szimanowski con il suo trascinante Studio n. 3 in si bemolle minore op. 4. Bellissimi gli accordi intermedi di questo lavoro giovanile. come è noto ai più, Szimanowski si ammalo in giovane età di tubercolosi, sebbene superasse la malattia morì poi abbastanza giovane, nel 1937 a Losanna, a soli 54 anni.
Il programma nella seconda parte, che si snoda però quasi immediatamente dopo la prima, prende un a via insolita con la Sonatine Transatlantique di un altro compositore polacco, Alexandre Tasman, classe 1897, che visse assai più a lungo, morendo soltanto nel 1986. Il suo stile è molto vicino al Jazz classico di matrice americana (si pensi alla New Orleans degli anni Trenta), e lo ricordano i tre tempi denominati rispettivamente Foxtrot, Spiritual and Blues e Charleston.
In questo brano la Miernik è più a suo agio e mette in luce la sua eccellente e solida tecnica, con passaggi pirotecnici e debordanti di notevole impatto ed efficacia. L'ultimo pezzo in programma è invece dedicato a Scrjabin, con la sua stupenda Sonata-Fantasia in sol diesis minore op. 19, si va in Russia e si gode di momenti altamente cromatici e di reminiscenze wagneriane evidenti. Qui la Miernik avverte il peso di un virtuosismo più complesso, e si lascia andare a qualche errore di troppo sulle ottave e i multipli accordi. E' giovane, bellina ed ha una eccellente musicalità espressa con "mani d'acciaio". Chissà nel futuro potrebbe decollare senz'altro. Noi glielo auguriamo di cuore.
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