lunedì 2 ottobre 2017
La seconda edizione del festival Donizetti Opera si apre il 22 novembre e si chiude il 4 dicembre, con titoli rari di Donizetti. Partecipa per un recital la star del belcanto: il celebre tenore Juan Diego Florez.
La seconda edizione del festival Donizetti Opera, che si svolgerà a Bergamo dal 22 novembre al 4 dicembre 2017, presenta accanto a due rari titoli operistici donizettiani e all’altrettanto inconsueto lavoro di Mayr – Il borgomastro di Saardam, Pigmalione e Che originali! – altri tre grandi eventi internazionali: il recital del tenore star del belcanto, Juan Diego Flórez (nella foto, nell’unico appuntamento cameristico in Italia per il 2017); la Messa di Requiem di Donizetti affidata alla bacchetta di Corrado Rovaris nel magnifico scenario della Basilica di Santa Maria Maggiore, e ancora il primo melologo della storia, Pygmalion di Rousseau, letto dall’antropologo Marc Augé. Il festival DO2017 avrà un ulteriore punto di forza nello spostamento “forzato” in Città Alta, luogo che, con il suo fascino indiscutibile, saprà conquistare e legare a Bergamo il pubblico.
«Donizetti Opera – afferma il direttore artistico Francesco Micheli – è la lunga festa di compleanno che Bergamo dedica a Gaetano Donizetti; è straordinario come da tutto il mondo il pubblico accorra per celebrare un artista così noto ma che ha ancora molto da rivelare e raccontare: lo hanno dimostrato nel 2016 la visita del Presidente della Repubblica Mattarella, l’entusiasta e generosa partecipazione di tanti bergamaschi, più di un terzo di pubblico straniero, senza contare i ragazzi che hanno affollato le anteprime. A tutti, uno per uno, il nostro grazie e il nostro invito a tornare per il prossimo Dies natalis. Buon compleanno, Gaetano!».
Anche nel 2017 il festival Donizetti Opera si snoderà infatti intorno al Dies Natalis (29 novembre) con due fine settimana dedicati alle recite operistiche che, – come è noto – andranno in scena tutte nel bellissimo spazio del Teatro Sociale, un luogo tutt’altro che “minore” rispetto al più grande teatro sito in città bassa, che sarà chiuso per restauri; il Teatro Sociale va anzi scoperto e amato come luogo particolarmente adatto all’ascolto della musica di Donizetti, soprattutto del repertorio giovanile e buffo, che poi è quello meno noto al pubblico e che si potrà vedere in scena soltanto a Bergamo.
Con il supporto della sezione scientifica della Fondazione diretta da Paolo Fabbri, sono state scelte Il borgomastro di Saardam e Pigmalione, due rarità che faranno nuovamente accendere i riflettori sulla città, impegnata verso una sempre maggiore identità con il compositore.
«Donizetti Opera è un festival di respiro internazionale che ha conquistato in due anni uno spazio e una grande attenzione cittadina – afferma Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura di Bergamo – crescendo grazie all’ampio e inestimabile lascito musicale di Donizetti e agli sforzi della Fondazione a lui dedicata. L'Amministrazione esprime gratitudine e apprezzamento nei confronti del direttore artistico Francesco Micheli che ha rivoluzionato il compositore e tutti noi, a Paolo Fabbri, direttore scientifico straordinariamente competente e a tutti coloro che lavorano per Donizetti e con Donizetti, contribuendo a farne il concittadino più amato. Attendiamo con entusiasmo la nuova ormai prossima edizione del festival operistico che apre ancora una volta a nuove sfide, forte del sensibile incremento di pubblico registrato dalle ultime due edizioni, degli apprezzamenti della critica e dalla positiva e gioiosa ricaduta che ha avuto sulla città e sulla formazione dei giovani. Con il DO si realizza uno degli indirizzi di politica culturale più significativi: il riconoscimento di Bergamo come città di cultura europea e luogo di crescita e formazione culturale».
Si comincia con Il borgomastro di Saardam (24 e 26 novembre, 2 dicembre – anteprima under30: 22 novembre), melodramma giocoso la cui scelta deriva anche dai legami del soggetto con la storia russa, poiché il protagonista è lo zar Pietro il Grande: la Fondazione Donizetti partecipa, come è noto, alle celebrazioni per il 200° anniversario della scomparsa dell’architetto Giacomo Quarenghi e l’inserimento in programma di un’opera che lega il compositore orobico alla Russia è sembrato il contributo più pertinente che si potesse dare. La produzione del Borgomastro di Saardam ha poi un’impronta particolarmente “bergamasca” con la bacchetta di Roberto Rizzi Brignoli e con Davide Ferrario, celebre regista cinematografico di fama internazionale, molto legato alla città e al Lab80, che debutta nella lirica. Il cast vede affiancati Andrea Concetti (interprete di carriera ormai conclamata, protagonista sui palcoscenici di tutto il mondo) ad alcune voci che si stanno affermando in questi anni nel repertorio belcantistico come Giorgio Caoduro, Juan Francisco Gatell, Irina Dubrovskaya e Aya Wakizono. L’Orchestra e il Coro (affidato alla direzione di Fabio Tartari) sono quelli del festival Donizetti Opera, impegnati già dal 2016 nell’esecuzione dei lavori del compositore cittadino. Il Borgomastro di Saardam, opera composta nell’estate del 1827, ci restituisce un giovane Donizetti già esperto nel creare situazioni teatrali, semplici ma d’effetto. L’intreccio celebra un atto di generosità dello zar Pietro il Grande in favore di Flimann che, insignito di un altisonante titolo, sposa l’amata Marietta. Il libretto, scritto da Domenico Gilardoni, è un perfetto esempio di opera buffa italiana sul quale Donizetti costruisce un discorso musicale elettrizzante con geniali interventi che si discostano dal canone musicale rossiniano, allora imperante. Proprio in quei sottili scostamenti dalle celebri e celebrate partiture di Rossini, risiedeva la via per crearsi un posto di rilievo nel panorama operistico italiano dell’Ottocento, abitato da impresari più o meno rispettabili e capricciose prime donne molto pericolose. È così che, nell’Introduzione dell’opera, Donizetti introduce un pulsante ritmo di bolero e, nel Terzetto del primo atto, una miracolosa frase ai violini, distesa e lirica, che sarà una delle sue cifre stilistiche più apprezzate. La partitura serba altre gemme che allo spettatore toccherà scoprire.
Il secondo titolo donizettiano sarà Pigmalione, primo lavoro teatrale del giovanissimo compositore, proposto insieme alla farsa di Giovanni Simone Mayr Che originali! (25 novembre, 1 e 3 dicembre – anteprima under30: 23 novembre): un dittico che nasce dalla comunanza di soggetti fra i due lavori che si basano sull'amore per la musica e l’arte. La scelta di affiancare Mayr e Donizetti vuole sottolineare il passaggio di testimone maestro-allievo: la produzione della prima opera di Donizetti darà il via al progetto Donizetti200, il cui obiettivo è quello di eseguire ogni anno un’opera che compie 200 anni. Protagonista del primo lavoro di Donizetti sarà il celebre tenore Antonino Siragusa, con Aya Wakizono nel ruolo di Galatea, mentre nel cast della farsa di Mayr saranno impegnati, fra gli altri, Bruno De Simone e Chiara Amarù. Sul podio dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala salirà Gianluca Capuano, bacchetta italiana fra le più esperte oggi nel recupero delle prassi esecutive del passato. La regia è invece affidata a Roberto Catalano, giovane emergente che ha già fatto notare il suo talento in alcuni progetti di AsLiCo, con le scene di Emanuele Sinisi e i costumi di Ilaria Ariemme.
Nella farsa di Mayr, il Settecento illuminista viene messo alla berlina e Metastasio viene sbeffeggiato, il tutto con una musica nuova, brillante, libera e leggera. Gli effetti della rivoluzione francese si erano fatti sentire anche sui nuovi prodotti culturali, più critici nei confronti del passato e portatori di nuove istanze di pensiero, “originali” appunto! Pigmalione, composto da Donizetti nel 1816, è una “scena lirica” in un atto, così come il compositore stesso la definì, e rappresenta il suo unico esempio di teatro su soggetto mitologico. Un aneddoto molto significativo ricopre questa partitura di particolare importanza: Donizetti studiava all’epoca a Bologna e, nel settembre del 1816, ricevette la visita di Mayr. Proprio l’incontro tra i due portò alla realizzazione di questo atto unico, come una sorta di piccolo omaggio dell’allievo al maestro.
Dalla farsa Che originali! verrà tratta l’opera Il tormentone, destinata al pubblico delle scuole, con una nuova drammaturgia e regia preparata da Lorenzo Giossi, gli allievi del Laboratorio sulla vocalità donizettiana, l’attore Simone Baldassarri, l’Ensemble dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala e il pianista Samuele Pala.
In occasione del Dies natalis (29 novembre) appuntamento con il repertorio sacro, cui Donizetti si è tanto dedicato: nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove riposano il compositore orobico e il suo maestro, Giovanni Simone Mayr, Corrado Rovaris – che torna a Bergamo dopo il successo di Anna Bolena riconosciuto anche dal Premio Abbiati della Critica Musicale italiana – dirigerà l’Orchestra e il Coro Donizetti Opera (maestro del coro Fabio Tartari) nella Messa di Requiem composta da Donizetti nel 1835 per la morte di Vincenzo Bellini. Solisti Carmela Remigio, Chiara Amarù, Juan Francisco Gatell, Andrea Concetti e Omar Montanari.
Il 30 novembre, al Teatro Sociale, un appuntamento che accompagna idealmente l’opera dei 200anni: Pygmaliondi Jean-Jacques Rousseau, melologo (cioè prosa con intermezzi musicali) in un atto che, attraverso il riferimento classicista alla mitologia e alle Metamorfosi di Ovidio, esprime la convinzione del filosofo svizzero secondo cui l’arte e l’artista sono tutt’uno (come estremo approfondimento di una convinzione che già a partire dall’Italia del Rinascimento si era andata diffondendo). A dar voce a Bergamo alle parole del Rousseau filosofo sarà l’antropologo francese Marc Augé: in tal modo, almeno idealmente, si tenterà di erigere un ponte storico tra il filosofo dello “stato di natura” e l’antropologo del “non luogo”, entrambi, a distanza di secoli, impegnati in un’attenta analisi critica del reale. La parte musicale sarà affidata a Ruben Jais e alla sua orchestra laBarocca di Milano.
Il festival si conclude il 4 dicembre con un evento di grandissimo prestigio, un recital imperdibile, che si annuncia sold out e che farà arrivare a Bergamo appassionati da tutto il mondo: protagonista la star del belcanto Juan Diego Flórez, tenore che in vent’anni di carriera costantemente in ascesa ha ridefinito il virtuosismo vocale in tutti i principali ruoli di Rossini, Donizetti e Bellini, con un’agilità, una sicurezza e un’espressività senza precedenti in epoca moderna. Acclamato sui palcoscenici di tutto il mondo – ormai storici i suoi bis della donizettiana aria dei nove Do nella Fille du régiment al Met di New York o ancora i cinquanta minuti di applausi e sette bis per il recital del 2015 alla Scala – proporrà un programma dedicato al belcanto da Rossini a Donizetti, accompagnato al pianoforte Vincenzo Scalera.
Naturalmente le due settimane di festival saranno arricchite da una serie di attività collaterali, conferenze, concerti, che si svolgeranno ancora una volta grazie a una rete di felici rapporti con numerose realtà territoriali che vorranno unirsi per rendere la città di Gaetano Donizetti a misura di festival.
Il festival Donizetti Opera, è organizzato da Fondazione Donizetti, Comune di Bergamo e Teatro Donizetti. Con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Camera di Commercio Bergamo, MIA, Fondazione della Comunità Bergamasca, ASM. In collaborazione conOpera Europa.
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