mercoledì 4 ottobre 2017

Sabato 7 ottobre a Palazzo Pesce di Mola di Bari per l'Agimus ci sarà la rappresentazione dello spettacolo teatrale "Amaranta" di Gabriele D'Annunzio.



I rapporti tra letteratura e mondo delle note scandagliati attraverso le relazioni tra il vate D’Annunzio e due compositori a lui coevi, Francesco Paolo Tosti (autore di celebri romanze) e il molese Niccolò van Westerhout. Accade nello spettacolo teatrale «Amaranta», arricchito da una selezione di dipinti d’epoca, che l’Agìmus (Associazione Giovanni Padovano Iniziative Musicali) presenta sabato 7 ottobre (ore 20.45), a Palazzo Pesce, a Mola di Bari, per il prologo della sezione autunnale delle Stagioni 2017 dirette da Piero Rotolo nella rete Orfeo Futuro (info 368.568412).
In scena, Carmela Apollonio (soprano), Piero Rotolo (pianoforte nella foto), Flavio Maddonni (violino), Giuliana Zito (violoncello) e le voci recitanti Maurizio Pellegrini e Matteo Summa, che firmano la regia, e una scelta di dipinti ad opera di Filomena Di Renzo.
«Nell’opera di Gabriele d’Annunzio - spiega Matteo Summa, autore della drammaturgia - si rinviene un’avvincente convergenza di elementi musicali e poetici. Nel verso e nella pulsazione delle parole s’innesta una gestazione del ritmo che rende il discorso poetico fluido e armonioso. Strofe e periodi sono retti da decise arcate espressive in cui gli elementi poetici e musicali s’intrecciano con la vita interiore dell’artista. Tuttavia non si può prescindere dalle sue frequentazioni: quelle dei salotti di Roma, in cui padroneggiava Francesco Paolo Tosti con le sue romanze, e di Napoli, città nella quale si legò d’amicizia al compositore pugliese Niccolò van Westerhout. Gabriele d’Annunzio catalizza attorno a sé una fetta importantissima della produzione letteraria e musicale del suo tempo. Offre ai musicisti della sua generazione e a quella successiva stimoli culturali che hanno forgiato un gusto artistico in grado di coniugare esigenze ed aspettative italiane ed europee, contribuendo al superamento dell’opera ottocentesca e, attraverso i riferimenti presenti nelle sue opere letterarie, dando autorevolezza sia alla musica strumentale sia alla musica vocale da camera. Ma se il rapporto con Niccolò van Westerhout rimase solo nelle intenzioni e nei contenuti musicali degli Insonnii, quello con Francesco Paolo Tosti, invece, ancor prima di quelli con Zandonai, Debussy, Casella e Pizzetti, fu fondamentale per gli sviluppi dellaRomanza da salotto italiana tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento. Il salotto, l’opera, la lirica da camera, la poesia, il sogno e l’insonnio, la prosa poetica, il teatro, il cinema e tanto e tanto altro. Questo è d’Annunzio, il d’Annunzio maturo ma non ancora stanco del Vittoriale, il poeta novizio dei primi ed eloquenti sospiri alimentati dalle brezze e dai tramonti dell’Adriatico, che diventano versi d’autore, esigenze di un poeta che si bea del canto di una dea che intona poesie alla maniera della musica».

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