Il ritorno a Bari di un allestimento del “Cappello di paglia di Firenze” di Nino Rota è senza dubbio una bella notizia. La prima è fissata per domani alle 20.30 al teatro Piccinni, con la direzione musicale affidata a Giovanni Di Stefano, alla guida dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari e del Coro della Fondazione Petruzzelli, mentre l’attesa regia è del debuttante, almeno in capo “teatralmusicale”, Alessandro Piva. Nel cast vocale segnaliamo le presenze di Aldo Caputo, Cinzia Rizzone e Domenico Colaianni. L’allestimento è prodotto dalla Fondazione Petruzzelli, per la prima volta in partnership con un privato. Si tratta della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia (che ha elargito per l’operazione circa 75 mila euro) e finalmente è stato anche possibile utilizzare alcuni appositi laboratori alle porte di Bari per la preparazione di scene e costumi (curati per l’occasione da Tommaso Lagattolla e Maria Teresa Padula). Ecco, dunque, che la Fondazione Lirico Sinfonica comincia a diventare ciò che poi dovrebbe essere: una vera e propria azienda, capace di produrre spettacoli in proprio possedendo adeguato organigramma, adeguate strutture, adeguate infrastrutture per l’allestimento degli spettacoli. Questo, soprattutto in vista della benedetta riapertura del Teatro Petruzzelli (se tutto va bene) entro un paio d’anni. A rimarcarlo con forza è stato nel corso di una conferenza stampa ieri mattina (nella foto) presso la sede della Fondazione della Cassa di Risparmio di Puglia il Sovrintendente Giandomenico Vaccari, nell’occasione accompagnato dal regista Piva e dal maestro Di Stefano, oltre che dall’ avv. Leonardo Martinelli (Fondazione Caripuglia). D’altra parte, ci si augura che la presente collaborazione preluda non solo ad una lunga serie di occasioni analoghe, ma che soprattutto consenta, quanto prima, anche l’ingresso di nuovi soci nella Fondazione Petruzzelli stessa. “Per il momento, stiamo pensando – ha concluso Vaccari – di costituire un’associazione di soci sostenitori che avrà il compito di accompagnare la vita della Fondazione, rappresentando una sorta di struttura di fund raising.” L’imminente futuro della cultura e dello spettacolo in genere, deve puntare per questo motivo sull’imprescindibile binomio con l’economia. Se questo accade più agevolmente in teatri come La Scala di Milano e il Comunale di Firenze, che hanno alle loro spalle realtà economiche decisamente più solide di quella barese, oltre che tradizioni musicali invidiabili, non è detto che non possa - naturalmente con la fisiologica gradualità - accadere anche a Bari e in Puglia, facendo leva per esempio su una maggiore implementazione e visibilità nel campo del terziario, delle tecnologie e del turismo culturale e paesaggistico su cui si può e si deve competere alla pari con chiunque. Nel frattempo, per tornare alla "musica viva", domani c’è da gustare questo "Cappello di paglia di Firenze" di Rota. Tra un paio di giorni vi saprò dire com’è andata.
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