"Una lezione di grande jazz da un indiscusso maestro di chitarra. Christian Escoudé (nella foto), considerato unanimemente l’erede di Django Reinhardt, si è esibito lunedì sera a Foggia nell’ambito della rassegna “Lune..dì Jazz” presso il Moody Jazz Café, un club che è diventato nel giro di pochi anni uno dei punti di riferimento per gli appassionati del genere in tutto il Sud Italia.
Il concerto foggiano è stato, infatti, l’unico nell’area centro-meridionale del tour del chitarrista francese di origini tzigane che insieme a Marco Tamburini alla tromba e a Dario Deidda al basso elettrico ha dato vita al “Trans Europe Trio”, un insolito ensemble jazz che si è ricostituito dopo due anni proprio per quest’occasione. «Erano due anni che non ci incontravamo – ha dichiarato Deidda, collaboratore, tra gli altri, di Fiorella Mannoia – eppure è bastato uno sguardo e l’intesa che c’è tra noi tre è scattata subito alla grande».
Grande sfoggio di tecnica, capacità espressiva e attenzione alla melodia: sono queste le tre caratteristiche principali di un’esibizione raffinata, intensa e coinvolgente di quasi tre ore che ha entusiasmato il pubblico, in cui nessuno dei tre artisti ha prevalso sull’altro, ma ciascuno ha dialogato con la medesima padronanza del linguaggio musicale. La cifra artistica di Escoudé è assolutamente indiscutibile e lo si intuisce nella sua capacità di imprimere un sound ben definito ai colleghi sul palco che lo seguono con naturalezza e maestria. Chi non conosce Escoudé ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un professore in là con gli anni, di quelli con gli occhialini sul naso, di quelli un po’ stanchi e che ormai ha fatto il suo tempo. Invece egli sa sfoderare improvvisamente verve e creatività straordinarie, che si avvertono distintamente nelle sue composizioni originali, dove echeggiano le calde sonorità di matrice tzigana a lui tanto care. Un caposcuola della sua levatura ha davvero ancora tanto da dare e da insegnare e il pubblico se ne è realmente accorto, interagendo continuamente con il trio sul palco, come lo stesso Tamburini ha voluto sottolineare: «Il pubblico foggiano è molto attento, partecipe e coinvolto e questo atteggiamento e approccio rappresentano la metà della riuscita di un concerto». Un omaggio a Cole Porter, all’inizio e alla fine del concerto e qualche incursione nella bossanova e nella tradizione musicale portoghese hanno movimentato la serata: la chicca in chiusura di serata è stata una jam insieme al sassofonista napoletano Enzo Nini, docente di jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia, che si è inserito nel trio con la classe e il savoir faire che lo contraddistingue. Una serata per intenditori, una magia purtroppo per pochi fortunati."
Enza Moscaritolo
Il concerto foggiano è stato, infatti, l’unico nell’area centro-meridionale del tour del chitarrista francese di origini tzigane che insieme a Marco Tamburini alla tromba e a Dario Deidda al basso elettrico ha dato vita al “Trans Europe Trio”, un insolito ensemble jazz che si è ricostituito dopo due anni proprio per quest’occasione. «Erano due anni che non ci incontravamo – ha dichiarato Deidda, collaboratore, tra gli altri, di Fiorella Mannoia – eppure è bastato uno sguardo e l’intesa che c’è tra noi tre è scattata subito alla grande».
Grande sfoggio di tecnica, capacità espressiva e attenzione alla melodia: sono queste le tre caratteristiche principali di un’esibizione raffinata, intensa e coinvolgente di quasi tre ore che ha entusiasmato il pubblico, in cui nessuno dei tre artisti ha prevalso sull’altro, ma ciascuno ha dialogato con la medesima padronanza del linguaggio musicale. La cifra artistica di Escoudé è assolutamente indiscutibile e lo si intuisce nella sua capacità di imprimere un sound ben definito ai colleghi sul palco che lo seguono con naturalezza e maestria. Chi non conosce Escoudé ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un professore in là con gli anni, di quelli con gli occhialini sul naso, di quelli un po’ stanchi e che ormai ha fatto il suo tempo. Invece egli sa sfoderare improvvisamente verve e creatività straordinarie, che si avvertono distintamente nelle sue composizioni originali, dove echeggiano le calde sonorità di matrice tzigana a lui tanto care. Un caposcuola della sua levatura ha davvero ancora tanto da dare e da insegnare e il pubblico se ne è realmente accorto, interagendo continuamente con il trio sul palco, come lo stesso Tamburini ha voluto sottolineare: «Il pubblico foggiano è molto attento, partecipe e coinvolto e questo atteggiamento e approccio rappresentano la metà della riuscita di un concerto». Un omaggio a Cole Porter, all’inizio e alla fine del concerto e qualche incursione nella bossanova e nella tradizione musicale portoghese hanno movimentato la serata: la chicca in chiusura di serata è stata una jam insieme al sassofonista napoletano Enzo Nini, docente di jazz presso il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia, che si è inserito nel trio con la classe e il savoir faire che lo contraddistingue. Una serata per intenditori, una magia purtroppo per pochi fortunati."
Enza Moscaritolo
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