Domani, 9 aprile alle ore 20.30, presso l’Hotel Sheraton di Bari l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto diretto dal Maestro Stefano Mazzoleni e con solista Luigi Morleo (nella foto), dedicato a brani di Engelbert Humperdinck e Paul Hindemith. Galante e dello stesso Morleo (I biglietti saranno in vendita la sera del concerto presso l’Hotel Sheraton di Bari. Info: 080.5412302 – 241. Lun. – Ven.: ore 8.30 – 14. Mar.: ore 15 – 18)
La serata si apre con l’esecuzione di “Gingerbread Waltz” tratto da “Hansel und Gretel” di Engelbert Humperdinck (1854 – 1921).
Benché autore di numerose composizioni, il musicista tedesco Humperdinck viene ricordato fondamentalmente per la sua opera “Hansel und Gretel”, composta nel 1893 e basata sulla nota novella per bambini dei fratelli Grimm.
L’opera fu scritta su un libretto di Adelheid Wette, sorella del compositore, che vi aggiunse anche nuovi personaggi per ampliare l’esile trama originaria con l’intenzione iniziale di vederla rappresentata in occasione di una festa in famiglia.
Tuttavia, quella rappresentazione domestica, alla quale Humperdinck contribuì con dei brevi quadri musicali, ebbe un tale successo che si decise di trasformarla in un lavoro per il teatro. Per questo motivo, l’autore inviò la partitura a Richard Strauss per ottenerne un giudizio e quest’ultimo si espresse in termini più che positivi, accettando persino di dirigerne la prima assoluta a Weimar nel dicembre del 1893.
La serata prosegue con “Suoni e rumori per i Popoli” Concerto per Percussione e Orchestra di Luigi Morleo (1970).
Questa composizione è il frutto di una sintesi che le aree mediterranee del Medio Oriente e africane offrono attraverso le influenze estetiche. Nel progetto, ideato e realizzato da Luigi Morleo, le melodie liriche ma incisive, le armonie intense e cangianti, i ritmi forti e deboli si rincorrono e persistono in un concentrato di movimenti e stili.
Sarà, poi, la volta delle “Metamorfosi sinfoniche” su temi di C. M. von Weber di Paul Hindemith (1895 – 1963).
Composte nel 1943 negli Stati Uniti, s’inseriscono in un filone già autorevolmente rappresentato da Franck e Brahms, benché finiscano per assumere la forma e le dimensioni di una breve sinfonia. L’opera è un omaggio al compositore tedesco del primo Romanticismo, del quale Hindemit adattò alcune pagine teatrali e cameristiche scegliendo un singolo tema per ogni movimento.
La prima esecuzione della composizione si tenne nel 1943 a New York sotto la direzione di Arthur Rodzinsky.
Il concerto si conclude con l’esecuzione di “KV 1991”, fantasia su frammenti di Mozart di Carlo Galante (1959).
Rovistando tra le pagine incompiute, abbozzate o scartate, lasciate da Mozart in gran numero soprattutto negli ultimi anni, il compositore trentino Carlo Galante ha scelto quattro frammenti e li ha liberamente combinati in un progetto compositivo che non era tanto quello di proporre un loro congetturale completamento, quanto di mettere in scena una sorta di teatro della memoria mozartiana, una sorta di Mozart Wake, un’ipotetica (ed impossibile) rappresentazione della mente creativa di Mozart, dove queste idee si presentassero, galleggiassero per un po’ e ritornassero infine nell’oblio. Nell’ordine, e poi combinati tra loro, in questa ricognizione mozartiana si succederanno i lacerti di una fantasia in do maggiore K. 616a per armonica di vetro, flauto, oboe, viola e violoncello; di una Fantasia in fa minore K. 383 per pianoforte; di un Adagio in re minore K.594 per organo a cilindri e di un Allegro in si bem. Magg. K. 516c per clarinetto e quartetto d’archi.
L’iperbolico numero d’opera alluso dal titolo si riferisce all’anno di composizione della Fantasia per orchestra, composta per ricordare e onorare i duecento anni dalla morte del grande compositore salisburghese.
La serata si apre con l’esecuzione di “Gingerbread Waltz” tratto da “Hansel und Gretel” di Engelbert Humperdinck (1854 – 1921).
Benché autore di numerose composizioni, il musicista tedesco Humperdinck viene ricordato fondamentalmente per la sua opera “Hansel und Gretel”, composta nel 1893 e basata sulla nota novella per bambini dei fratelli Grimm.
L’opera fu scritta su un libretto di Adelheid Wette, sorella del compositore, che vi aggiunse anche nuovi personaggi per ampliare l’esile trama originaria con l’intenzione iniziale di vederla rappresentata in occasione di una festa in famiglia.
Tuttavia, quella rappresentazione domestica, alla quale Humperdinck contribuì con dei brevi quadri musicali, ebbe un tale successo che si decise di trasformarla in un lavoro per il teatro. Per questo motivo, l’autore inviò la partitura a Richard Strauss per ottenerne un giudizio e quest’ultimo si espresse in termini più che positivi, accettando persino di dirigerne la prima assoluta a Weimar nel dicembre del 1893.
La serata prosegue con “Suoni e rumori per i Popoli” Concerto per Percussione e Orchestra di Luigi Morleo (1970).
Questa composizione è il frutto di una sintesi che le aree mediterranee del Medio Oriente e africane offrono attraverso le influenze estetiche. Nel progetto, ideato e realizzato da Luigi Morleo, le melodie liriche ma incisive, le armonie intense e cangianti, i ritmi forti e deboli si rincorrono e persistono in un concentrato di movimenti e stili.
Sarà, poi, la volta delle “Metamorfosi sinfoniche” su temi di C. M. von Weber di Paul Hindemith (1895 – 1963).
Composte nel 1943 negli Stati Uniti, s’inseriscono in un filone già autorevolmente rappresentato da Franck e Brahms, benché finiscano per assumere la forma e le dimensioni di una breve sinfonia. L’opera è un omaggio al compositore tedesco del primo Romanticismo, del quale Hindemit adattò alcune pagine teatrali e cameristiche scegliendo un singolo tema per ogni movimento.
La prima esecuzione della composizione si tenne nel 1943 a New York sotto la direzione di Arthur Rodzinsky.
Il concerto si conclude con l’esecuzione di “KV 1991”, fantasia su frammenti di Mozart di Carlo Galante (1959).
Rovistando tra le pagine incompiute, abbozzate o scartate, lasciate da Mozart in gran numero soprattutto negli ultimi anni, il compositore trentino Carlo Galante ha scelto quattro frammenti e li ha liberamente combinati in un progetto compositivo che non era tanto quello di proporre un loro congetturale completamento, quanto di mettere in scena una sorta di teatro della memoria mozartiana, una sorta di Mozart Wake, un’ipotetica (ed impossibile) rappresentazione della mente creativa di Mozart, dove queste idee si presentassero, galleggiassero per un po’ e ritornassero infine nell’oblio. Nell’ordine, e poi combinati tra loro, in questa ricognizione mozartiana si succederanno i lacerti di una fantasia in do maggiore K. 616a per armonica di vetro, flauto, oboe, viola e violoncello; di una Fantasia in fa minore K. 383 per pianoforte; di un Adagio in re minore K.594 per organo a cilindri e di un Allegro in si bem. Magg. K. 516c per clarinetto e quartetto d’archi.
L’iperbolico numero d’opera alluso dal titolo si riferisce all’anno di composizione della Fantasia per orchestra, composta per ricordare e onorare i duecento anni dalla morte del grande compositore salisburghese.
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