martedì 16 novembre 2010
"Il Teatro Carlo Felice di Genova. Alcune considerazioni" di Maurizio Dania
"La sorpresa del cartellone 2011 del Carlo Felice si chiama “Mameli”. È un’opera di Ruggero Leoncavallo, un lavoro minore, riscoperto soltanto recentemente e dal sicuro impatto simbolico. Per due motivi. L’opera, come s’intuisce dal titolo, celebra il Risorgimento, ruota attorno alla figura dell’autore dell’inno nazionale Goffredo Mameli e andrà in scena a Genova nel 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. Ma soprattutto, “Mameli” è nata a Genova. La sua prima rappresentazione, il 24 febbraio 1916, fu proprio al Carlo Felice. Il suo è dunque un grande ritorno.
La programmazione artistica del 2011, che il sovrintendente Giovanni Pacor presenterà domani al consiglio d’amministrazione, contempla sei opere, due balletti e sedici concerti sinfonici. Le opere, oltre al lavoro “minore” di Ruggero Leoncavallo, sono i “Pagliacci”, sempre di Leoncavallo, il “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi, l’“Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, e i capolavori di Giacomo Puccini “Gianni Schicchi” e “Madama Butterfly”.
«Lunedì il sovrintendente ci illustrerà i dettagli: il numero di recite, i costi previsti, i possibili cast», spiegano fonti vicine al consiglio d’amministrazione. A proposito di cast, la presenza senza dubbio più illustre sarà quella di Franco Zeffirelli. Il grande regista fiorentino porterà a Genova la sua ultima versione dei “Pagliacci”, che ha già girato diversi teatri d’Italia e del mondo riscuotendo ovunque un grande successo di critica e pubblico. La notizia dell’arrivo di Zeffirelli era già trapelata i giorni scorsi (si veda il Secolo XIX dell’8 novembre) ed è stata in sostanza confermata da Giovanni Pacor: «Non posso confermarla ma neppure smentirla», ha detto, in modo un po’ sibillino, il sovrintendente. Domani la notizia dovrebbe diventare ufficiale.
Dal Secolo XIX°.
Si tratta di una novità importante per il pubblico di Genova? Per il Cda? Intanto si suona, ma la nave non è stata salvata. Anche le espressioni di Giovanni Pacor sembrano essere quelle di chi "traccheggia". L'istituzione attende che qualcuno se ne vada, cerca un colloquio con un nuovo ministro, sospenderà i contratti di solidarietà, tra un anno? Mi sembra che la notizia sia quasi irrilevante: una stagione per poi chiudere? Credo che c'è chi avesse adombrato il pericolo di tenere i piedi in due staffe. Infatti a galoppare sul dorso di un cavallo, con a fianco un altro, saltando dal primo al secondo, son cose da circo, da effetti speciali, o da capacità tartare che appartengono solo alla loro abilità, o a quella politica italiana, secolare, anzi millenaria, che non teme confronti. Buona per il medio raggio, pessima per progetti di largo respiro.
Aggiungo una nota. A margine di tutta la vicenda musica-cultura. Nel 2008, a pagina 73 di una nota rivista, Alfredo Mandelli riporta quanto avrebbe affermato Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, studioso del pianoforte, tanto da aver conseguito il diploma a 68 anni, dopo aver iniziato molti anni prima:“ …quando c’è in ballo la musica, non è mai troppa. Il rischio è che i ragazzi oggi escono dal Politecnico senza sapere chi è Beethoven. (Proprio al Politecnico di Milano esisteva un Ente concerti, ma l’hanno spento 42 anni fa). La musica – avrebbe affermato Confalonieri – forma gusto e carattere. Ed è il collante per le altre arti e conoscenze, dalla filosofia alla letteratura. L’ho detto al ministro dell’istruzione, spero riscopra la musica”.Confalonieri, gentili signori di governo, egregio ministro Bondi, componenti il C.d.a. del Carlo Felice e di altri teatri, non può non conoscere Pastor e Garrone ed è sicuramente un uomo insospettabile, per quanto riguarda l’appartenenza politica. Anche le sue parole dovrebbero contare e pesare come macigni. Se le idee hanno ancora ospitalità nel nostro Paese." MAURIZIO DANIA
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