lunedì 7 novembre 2011
"Una bella serata vivaldiana a Laterza" di Giulio Loiacono
"Che gioia e che trastullo sa regalare all'anima, già un po' immestita dall' autunno, il passare una bella (e frizzante, non solo per le già pungenti medie termiche del periodo) serata in quel della bassa Murgia tarantina, ai confini con l'ospitale e sempre vivace terra lucana.
Ed infatti, auspice la iniziativa di una vitale realtà musicale della vicina Basilicata, il Conservatorio di Matera, a Laterza, in provincia di Taranto, giovedì scorso si è svolta una gradevole serata di vera, genuina musica.
L' evento musicale sottendeva al contempo il rilancio di uno spazio, quale la ex Chiesa del Purgatorio, nel centro storico di Laterza, trasformato in accogliente Auditorium Comunale, ospite di una giovane e gioviale esecuzione delle celeberrime "Quattro Stagioni" di Vivaldi. Giovane e gioviale, poiché giovani erano i protagonisti e gran parte dei componenti dell'orchestra da Camera del conservatorio materano, sotto la garante figura di altri giovani, quali la docente della stessa accademia lucana, la talentuosa pianista laertina Samantha Simone (nella foto) e del Direttore dello stesso, il Mº Saverio Vizziello, giovane nello spirito e nelle idee, anche se, mi sia consentito dirlo, non così "verde" anagraficamente come i protagonisti on stage.
Idea molto ben riuscita quella di attivare questo luogo per la musica, in sì scenografica e suggestiva collocazione; centro prossimo di una fruttuosa "join venture", per rubare le efficaci parole al giovane (pure lui) primo cittadino di Laterza.
Fresca quanto ancora perfettibile l'esibizione musicale. L'arcinoto dipanarsi della scrittura del prete rosso si è ripetuta, con discreta sicurezza, tra le volte dell'ex tempio e nelle mani dei giovani interpreti-studenti, tutti più che validi, anche se una particolare menzione meritano, a giudizio dello scrivente, due soliste: Chiara Lupo, comunicativa ed intensa anche nel modo stesso di proporsi al pubblico e Roberta Lioy, davvero preparata e sicura nella sua resa dell' "Inverno", il movimento forse più arduo e celebre del capolavoro vivaldiano.
Insomma, nella speranza di un pronto ritorno da quelle parti, resta un bel ricordo, all'uscita di quella che fu una volta una chiesa ed ora è divenuta teatro della bellezza e freschezza musicale.
Freschezza, non frescura, anche se quella, come detto innanzi, non è di certo mancata nella serata laertina." GIULIO LOIACONO
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