A dire questa verità all'apparenza banale, scontata, ma autenticamente carica di senso è il piccolo Hugo Cabret, protagonista del bellissimo film (vincitore, tra i tanti riconoscimenti sin qui ricevuti, di ben 5 Premi Oscar e di un Golden Globe per la regia) di Martin Scorsese. L' ho appena visto poche ore fa durante il Bif&st 2013 in un Petruzzelli gremito di studenti. Il film è già uscito nelle sale italiane e le recensioni entusiastiche sono fioccate sin da febbraio.
Io non frequento spesso le sale cinematografiche e mi accontento di vedermi a casa qualche buon film, quando non sono in giro per seguire concerti e opere liriche come ben sanno i lettori di questo piccolo blog.
Il problema per me, pertanto, in questi intensi otto giorni in cui ho seguito il Festival del cinema barese è che ho dovuto fare davvero una scorpacciata, o se preferite, un'indigestione di proiezioni e film. Ne ho viste una decina. Alcune da solo, altre in compagnia del mio autorevole "Orecchio Destro" Giulio Loiacono, che di cinema capisce senza dubbio più di me.
L'emozione vissuta guardando il film di Scorsese questa mattina, equipaggiato di occhialini 3D è stata a dir poco straordinaria e travolgente. Non scenderò nei dettagli di una trama pur affascinante ma semplice, come quella di una bella favola e di un contorno fatto di immagini stupende, grazie alla fotografia e alla scenografia di due grandi Maestri (rispettivamente Bob Richardson e Dante Ferretti). Scopritela voi. Mi piacerebbe anche parlarvi a lungo degli interpreti (tra cui Ben Kingsley e il bravissimo, giovane protagonista Asa Butterfield), della colonna sonora e della sublime poesia che questo capolavoro regala ad ogni passo, ma non lo farò per non guastarvi la sorpresa.
Uno Scorsese certo inedito, rispetto a tanti film pur tanto importanti girati in passato (da "Taxi Driver", a "Toro scatenato", dall'Ultima tentazione di Cristo a "Quei bravi ragazzi"), ma che fa sognare ad occhi aperti e commuove lo spettatore. Un grande regalo di speranza e di coraggio soprattutto per tante persone, per i giovani tristi e disperati di oggi che la speranza non ce l'hanno, nè la intravedono all'orizzonte. Li ho però visti commossi e felici alla fine della proiezione. Hugo Cabret può rappresentare un modello esemplare per reagire, per resistere e superare le difficoltà della vita di oggi. Evviva allora il grande cinema, quando sa regalare questi messaggi positivi e rassicuranti.
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