Sono stati fondati nel 1882, sono l'orchestra per
eccellenza, sono immortalati da centinaia di registrazioni storiche, sono i
Berliner Philharmoniker, che nell'ultimo secolo hanno avuto solo quattro
direttori musicali, Nikisch, Furtwängler, Karajan e Abbado, ognuno dei quali era
il massimo interpreti della musica sinfonica della sua epoca. A loro nel 2002 è
succeduto Sir Simon Rattle. Sterminato l'elenco dei direttori ospiti, da Richard
Strauss e Toscanini a Muti e Boulez. Mancano da Roma dal 2001, quando eseguirono con Claudio
Abbado il ciclo delle nove Sinfonie di Beethoven nell'auditorium di via della
Conciliazione.
Ora i Berliner Philharmoniker
tornano in una piccola formazione, che
suonerà sabato 6 aprile nell'Aula Magna della Sapienza per la
IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti. È l'Ensemble Berlin,
costituito da alcuni dei migliori elementi dell'orchestra, i violinisti
Christoph von der Nahmer e
Eva Tomasi, il violista Walter
Küssner, il violoncellista Clemens Weigel e l'oboista Christoph
Hartmann. L’Ensemble Berlin nasce nel 1999 per iniziativa dell’oboista Christoph Hartmann e di un gruppo di solisti della grande orchestra tedesca. Ha suonatonei più importanti festival e sale da concerto d’Europa. È una formazione aperta e flessibile che contempla diversi organici per interpretare tutto il vasto repertorio di musica da camera dal Settecento in poi. Incidono per EMi e altre case discografiche. Il concerto inizia con un compositore oggi dimenticato, Bernhard Henrik Crusell, considerato il più importante compositore finlandese prima di Sibelius.
Segue Phantasy op 2 di Benjamin Britten, in omaggio al grande compositore inglese a cent'anni dalla nascita.
Fulcro del concerto sono due splendidi capolavori di Wolgang Amadeus Mozart, il Quartetto in fa maggiore KV 370 per oboe e archi e la Serenata “Gran Partita” KV 361.
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