Due Trii
significativi del tardo-romanticismo tedesco sono stati accolti con un più che caloroso
successo sia lunedì alla Vallisa di Bari sia ieri al Teatro Sociale di Fasano, nell'ambito della stagione 2013
dell'Accademia dei Cameristi. I Trii di Johannes Brahms l'op.8 e la Notte
trasfigurata op. 4 di Arnold Schoenberg (originariamente scritto per sestetto
d'archi, ma qui eseguito nella bella revisione di Eduard Steuermann) hanno visto protagonisti sensibili e
tecnicamente esemplari, il violinista Leonardo Micucci, il violoncellista
Giacomo Menna ed il pianista Francesco Basanisi. Tutti e tre da lodare per
l'impegno profuso, in particolare nel Trio schoenberghiano, pagina di confine
tra gli appassionati, decadenti fremiti dell'ultimo periodo romantico (si pensi
al Wagner del Tristano di cui qui si assapora l'intenso cromatismo) e la
nascente dodecafonia che di lì a poco darà una svolta epocale alla storia della
musica.
La versione di Steuermann assegna soprattutto al violino un ruolo di
notevole importanza. Leonardo Micucci, un grande talento, pugliese di nascita, ma da anni stabilmente a
Roma dove fa parte della prestigiosa Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa
Cecilia, l'ha sostenuto con rara bravura ed eleganza. Non da meno la prova del giovane violoncellista Giacomo Menna
(anch'egli suona nell'orchestra capitolina) e del pianista Francesco Basanisi.
Nel Trio
giovanile di Brahms, revisionato nel 1889, si avverte nel primo movimento
l'impeto del Brahms che aveva affascinato Schumann e la moglie Clara, ma anche
la dolcezza nostalgica (con il bell'adagio di chiara discendenza beethoveniana)
degli ultimi anni di produzione. Un Trio dunque di grande difficoltà
interpretativa, risolto anch'esso ottimamente dai tre giovani musicisti,
sebbene il pianoforte sia parso, almeno a tratti, predominante nell'equilibrio
sonoro dell'ultimo movimento. Buona la partecipazione di pubblico in Vallisa a
Bari e, come già detto, caloroso successo per il bel concerto, con bis di parte
dello "Scherzo" del Trio brahmsiano.
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