“La storia di ‘Madama Butterfly’ è basata su una vicenda di quello che oggi si chiama turismo sessuale. Questa è la visione sulla quale ho incentrato la mia lettura dell’opera”. Con queste parole il trentottenne regista veneto Damiano Michieletto descrive la sua messa in scena del capolavoro di Giacomo Puccini, che Rai5 trasmette giovedì 13 febbraio alle 21.15.
Lo spettacolo, recentemente rappresentato dal Teatro Regio di Torino con la direzione di Pinchas Steinberg - esperto conoscitore del ricco e complesso linguaggio musicale pucciniano – vede protagonisti Amarilli Nizza nel ruolo del titolo, MassimilianoPisapia in quello di Pinkerton, Alberto Mastromarino nei panni di Sharpless, Giovanna Lanza in quelli di Suzuki e Luca Casalin come Goro.
L’esotismo in Butterfly, all’epoca della prima scaligera nel 1904, era rappresentato da kimono, sensu (il tipico ventaglio giapponese) o sontuosi obi. Oggi, nell’era della globalizzazione, quegli stessi simboli non sono più codici di un mondo lontano, ma semplici oggetti che hanno perso il loro profondo significato e la loro origine. Da queste riflessioni nasce il lavoro di Michieletto, che ricopre l’opera di nuovi simboli.
“Le ali spezzate di Butterfly – dice il regista – diventano una tragedia contemporanea: il libretto ci dice che Cio-Cio-San è una ragazza di quindici anni che, caduta in miseria, viene venduta da un sensale a un americano sconosciuto, che per cento yen l’ottiene in sposa. Non è un matrimonio: è una compra-vendita e Cio-Cio-San viene ribattezzata da quell’uomo con un nome americano: Butterfly. Dopo poco tempo, forse un mese, quell’uomo la abbandona per continuare i suoi viaggi e suoi affari”.
La tragedia e la violenza di questo “racconto del dolore” vengono fedelmente rispettate dal regista; ciò che cambia è la forma di veicolare il teatro di Puccini al pubblico d’oggi, per questo al centro della scena – a rispettare e amplificare l’assoluta centralità della protagonista – si erge una piccola stanza di plexiglass, la casa-prigione di Butterfly, la perfetta teca per collezionare un rarissimo esemplare di farfalla. Da quella teca e dal dialogo con l’esterno emerge lo scontro tra realtà e illusione.
Lo regia dello spettacolo, con le scene di Paolo Fantin – storico collaboratore di Michieletto – i costumi di Carla Teti e le luci di Marco Filibeck, è stata ripresa da Roberto Pizzuto, mentre la regia televisiva è curata da Francesca Nesler. La trasmissione dell'opera è replicata su Rai5 domenica 16 febbraio alle 10.
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