È un omaggio
dichiarato a Vassilij Kandinskij e alla sua poetica la nuova commissione del
Teatro Comunale di Bologna al compositore milanese Alessandro Solbiati che,
confrontandosi e ispirandosi all’omonimo testo originale del pittore russo (Der
Gelbe Klang) ne Il suono giallo - in scena al Comunale
di Bologna a partire da sabato 13 giugno - cerca di restituirne in musica lo
stile originalissimo, fatto di aforismi e calato in un contesto estremamente
meditativo e rarefatto.
“La commissione ad Alessandro Solbiati per la realizzazione
del Suono giallo –
sottolinea il sovrintendente Nicola Sani – rientra nella politica del Teatro
Comunale di Bologna di sostegno, promozione e diffusione del teatro musicale
contemporaneo, con particolare riferimento alla generazione attuale dei
compositori italiani. Solbiati, che trae il soggetto della sua nuova opera dal
grande pittore russo Vassilij Kandinskij, è uno degli autori più interessanti
nel panorama della nuova musica. La sua scrittura innovativa riesce a coniugare
il piano narrativo e l'espressività ed unisce al portato dell'avanguardia la
grande lezione della tradizione melodrammatica italiana. La messa in scena
presenta una 'visione' originale in cui musica e drammaturgia, immagine sonora
e visiva, si intrecciano coerentemente raggiungendo momenti di grande forza
emotiva e spettacolare, sotto la direzione attenta e particolarmente vocata
alla drammaturgia contemporanea di Franco Ripa di Meana, che si avvale della
collaborazione dell'artista Gianni Dessì, autore di un singolare intreccio tra
opere d'arte e narrazione scenica”.
“Il mio impegno nel teatro musicale – dice Solbiati - è
stato via via sempre più intenso dal 2007 (Il carro e i canti, Trieste
2009; Leggenda, Torino
2011); adesso desidero indagare una drammaturgia più astratta. Il
suono giallo parte anche da Kandinskij, dal suo concetto di opera d’arte
totale, fatta di luci, movimenti, suoni, parole…”
La direzione è affidata a uno specialista del repertorio
contemporaneo come Marco Angius, che torna a dirigere l’Orchestra del Teatro
Comunale dopo il successo ottenuto con Jakob Lenz nel 2012.
“La drammaturgia utopistica del Suono giallo di
Kandinskij – sottolinea Angius – si presenta come un soggetto arduo da mettere
in musica: poco testo, assenza d’azione effettiva, mancanza di un reale
protagonista, incarnato semmai dall’inquietudine dell’artista e dal suo
inconscio. La musica di Solbiati accetta la sfida offerta da una struttura
espressiva così visionaria e la introietta in una partitura sontuosa,
millimetrica, perfino ossessiva nella ricerca dei timbri e dei rapporti tra
suono e segno, tra parola e colore.
Tre livelli principali – continua Angius - sostengono la
struttura drammaturgica: il coro grande, presente praticamente nell’arco di
tutta l’opera, si confonde ed emerge dalle rigogliose efflorescenze orchestrali
come un’entità metafisica, una sorta di coscienza collettiva. Un secondo piano
è rappresentato dal coro piccolo, artefice di rituali misteriosi e danzanti: in
esso prevale una componente ritmica, più aderente alle allusioni coreografiche
dell’insieme. Infine i cinque Giganti, figure indefinibili e a-soggettive,
sebbene dotate ciascuna di un proprio momento solistico”.
Ognuno dei sei pannelli scenici che formano l'opera viene
accompagnato da un breve intermezzo orchestrale, cioè da un commentario che
sigla l’ambiente sonoro precedente e stacca sul successivo, come spiega il
compositore stesso nelle note alla partitura. Si tratta dunque di un teatro
musicale dalle illimitate derive di senso: una galleria sonora e visiva di
forme mobili e stratificate in flussi discorsivi. Lo spettatore, parte
integrante di questo ingranaggio, è invitato ad addentrarsi in un labirinto
onirico fatto di elementi simbolici, quando non animisti, dove nulla sembra
veramente immobile, anche nei momenti di sospensione timbrica e temporale più
evidenti.
La regia è firmata da Franco Ripa di Meana, le scene e i
costumi da Gianni Dessì – entrambi autori del progetto scenico – mentre il Coro
del Teatro Comunale di Bologna è istruito da Andrea Faidutti.
I biglietti dell’opera (da 50 a 10 euro) sono in vendita
presso la biglietteria del Teatro Comunale di Bologna. Informazioni su www.comunalebologna.it
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