sabato 23 aprile 2016
Successo scontato con gli Ashkenazy alla Camerata Musicale Barese.
Ne abbiamo avuti abbastanza quest'anno di concerti per due pianoforti. Alla Camerata Musicale Barese, buon ultimo, è arrivato quello di Ashkenazy (padre e figlio) con due preziosi Steinway della Fabbrini, affiancati mirabilmente sul palco del Petruzzelli. Ieri sera si trattava di un autentico "evento". Annunciato ad inizio stagione come "concerto dell'anno". Non potevamo di certo mancare. Per quanto il programma non fosse così esaltante, c'era Vladimir a riempirlo di significato.
Precocissimo talento del pianoforte (a otto anni era già stato ammesso al Conservatorio di Mosca), nato nel 1937 a Novgorod e poi naturalizzato islandese, è negli anni divenuto uno dei più celebri ed apprezzati pianisti del mondo. Grazie alle sue straordinarie doti musicali, balza in vetta nel Concorso Chopin di Varsavia e da allora non si ferma più. Per quasi 50 anni è uno degli astri pianistici del mondo artistico. Moliterni - ha ricordato ieri - nelle se note introduttive all'ascolto, che la Camerata proverà forse l'anno prossimo a stendere un librone su tutti i pianisti "storici" che la benemerita associazione ha collezionato, tra cui proprio Vladimir, in quasi 75 anni di attività.
Ieri sera era con il figlio, Vovka Ashkenazy, un talento di fama anche lui. Hanno suonato in Duo. da quando alcuni anni fa, il padre Vladimir disse addio alle scene con il suo pianoforte per via di una periartrite alla mano sinistra che non gli dava scampo. Ha accresciuto notevolmente proprio la sua seconda attività di direttore d'orchestra con encomiabili risultati. Oggi dirige stabilmente alla Philarmonia di Londra ed in Giappone ed Australia.
Un concerto quindi dall'esito quasi scontato, con un programma che andava da Glinka (Valse-fantasie in si minore) a Smetana (il celebre poema sinfonico "Moldava"), a Ravel (Rapsodia spagnola) e infine Rachmaninov (Danze sinfoniche op. 45).Programma dalla resa non esaltante, guizzi ben pochi, ma esito praticamente di una fredda perfezione. con i due concentrati ma spesso arrabbiati con i loro rispettivi voltapagine per aver girato troppo presto. Un po' comica la situazione, ma il pubblico ben più numeroso data l'occasione più unica che rara, di avere due grandi pianisti all'opera come gli Ashkenazy (il concerto era in esclusiva nazionale) glia hanno decretato un successo stellare. Assai parco nei bis. Hanno infatti "replicato" soltanto il Prelude a la nuit dalla Rapsodia spagnola di Ravel. Un po' poco.
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