sabato 17 novembre 2012

Jackson 5:la scia tragica del successo


Ma ci credereste che chi scalzò Let it be dei Beatles quando nessuno, ma proprio nessuno avrebbe scommesso un  vecchio copeco sovietico su di un soldino di cacio di circa dieci anni e sui suoi fratellini e fratelloni di varia natura, fu proprio quella banda di ragazzotti che ti trovi dietro la porta di Halloween e che ti chiedono un dolcino?

Ci credereste che quegli stessi hanno firmato ben ventisei album in appena pochi anni di carriera, ci credereste che sono stati i primi minorenni a vedere le stelle di Billboard, ci credereste che sono stati i primi ragazzini star di quella fucina di soldi e gloria che è stata la Motown di Detroit, vera factory di successi, seconda solo alla concittadina Ford?...
Niente paura, è solo il 1968..anno per gli Usa determinante: c'è il duello tra Nixon, l'odiato figlio dei ranches californiani, l'unico con l' appeal pari a quello di un criceto ed il complesso, ma articolato, anche se poco affascinante Humphrey; c'è il Viet che bussa alle porte di ogni casa americana e sta per spargere la sua scia, proprio come, in seguito, faranno le mani dei cinque nella meravigliosa Can you feel it....non c'è amore, ma presagio di morte; il sorprendente piccolo Mike canta di amore, di sentimenti più puri e più grandi della sua statura e lo fa con quella naturalezza dei grandi...non c'è amore perché dietro le quinte li aspetta un padre aguzzino, che li spinge verso un successo senza risate, senza partecipazione, senza futuro.
Difatti, la storia non durò, non poteva durare. Il piccolo spiccò il volo, la sua enorme responsabilità, il suo carisma, la sua indubbia presenza scenica lo fecero diventare Michael Jackson, il re del pop, mister Thriller e dischi d'oro, lo allontanò dal padre, ma lo fece piombare nell'isolamento e nella solitudine degli immensi dittatori della musica e dell' arte, dei fenomeni di questo mondo, ma questa è una altra storia. Ripensiamo, allora, alla mitica ingenuità di questi baby fenomeni ed alla loro Blame it on the boogie, che vi metto in coda alla scia dei ricordi più belli.

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