La
Fondazione Pietà de’ Turchini segna un'altra tappa nell’ambito del
progetto pluriennale dedicato alla produzione musicale fiorita nelle
dimore aristocratiche napoletane nonché alle grandi voci del Settecento,
percorso avviato nel 2011 grazie alla consulenza scientifica di Paologiovanni
Maione e Francesco Cotticelli, con la riscoperta e la prima esecuzione in Italia
de l’Erminia, serenata di Alessandro Scarlatti per la voce del grande
Farinelli, riproposta a distanza di 300 anni negli stessi spazi per cui fu
creata: il cortile del palazzo dei Principi di Stigliano.
Sabato
23 novembre alle 20.30, grazie allo sforzo sinergico compiuto dalla Fondazione
con Intesa Sanpaolo, le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano e
l’Accademia di Arte Lirica di Osimo, (con replica domenica 24 al Museo Villa
Pignatelli Cortes) il pubblico napoletano potrà assistere all’esecuzione
in prima assoluta in Italia de Gli Orti Esperidi opera
composta sulle note di Nicola Porpora e i versi di Pietro Metastasio.
Eseguita per la prima volta a Palazzo Reale a Napoli nel 1721, quale
tributo per il compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina nella sala
dei vicerè, ebbe tra i suoi interpreti una star come Marianna Benti Bulgarelli,
vera musa ispiratrice di quella grande rivoluzione drammaturgico musicale ad
opera di autori come Metastasio, Vinci, Sarro, Porpora, Fago, inventori
di un linguaggio teatrale e musicale che avrebbe unificato musicalmente prima
che politicamente l’Europa da Lisbona a San Pietroburgo. Alla divina Benti Bulgarelli
detta “La Romanina” fu affidato il ruolo di Venere, cucito oggi sulla figura
altrettanto luminosa della soprano Maria Grazia Schiavo, chiamata in questi
ultimi anni ad affiancare i più prestigiosi direttori musicali d’Europa da Muti
a Rousset, da Dantone ad Alessandrini. Agli occhi degli invitati ammessi nel
Palazzo Reale di Napoli ad assistere, il 28 agosto 1721, a Gli Orti Esperidi,
la sala dei viceré apparve verdeggiante, rivestita di fronde, mentre il palco
presentava replicati i motivi architettonici della sala, di cui costituiva il
naturale prolungamento. L’illusione voluta era quella di uno spazio unitario,
comune ai personaggi mitologici del componimento drammatico ed agli ospiti
illustri, tutti felici abitatori degli Orti Esperidi, ossia del Reame di
Napoli.
La
prima esecuzione in Italia in tempi moderni de Gli Orti Esperidi,
riporta dunque negli spazi di Palazzo Zevallos un altro capolavoro da
riscoprire, nella edizione critica a cura del musicologo Gaetano Pitarresi
docente di Storia della musica presso il Conservatorio di Reggio
Calabria, dove è anche responsabile del Dipartimento di Musica Antica e
Coordinatore per la ricerca. A dirigere Talenti Vulcanici l’Ensemble
con strumenti originali della Fondazione Pietà di Turchini ci sarà Stefano Demicheli, che insieme ai
tutors Elisa Citterio, Monika Toth e Marco Testori, ha seguito gli stage di
residenza formativa finalizzati alla realizzazione di questo progetto a
partire dallo scorso settembre.
Per
molti anni impegnata a sostegno del talento e a favore della promozione
internazionale di artisti di chiara fama, pioniera nell’aver introdotto al
pubblico napoletano repertori ignoti, gruppi, solisti e cantanti provenienti da
tutta Europa , consapevole del ruolo “alternativo” e di sperimentazione che
ricopre nell’immaginario del pubblico e degli appassionati che ne seguono le
diverse attività, la Fondazione Pietà de’ Turchini ha da sempre, ma con
maggiore vigore adesso, indirizzato i suoi sforzi verso la formazione e la
promozione di musicisti e cantanti di più giovane generazione. All’urgenza di
mettere a disposizione di chi ne ha più bisogno in questo momento storico così
ostile, l’esperienza, i contatti, il supporto organizzativo, si unisce per la Fondazione
Pietà de’ Turchini la sfida e l’entusiasmo di offrire ai giovani musicisti,
riuniti in ensemble, ai vincitori dei concorsi di canto barocco organizzato con
cadenza annuale, agli allievi delle masterclass, provenienti da tutta Italia e
da varie regioni europee, l’opportunità di scoprire l’universo Napoli, di
cercarne le armonie e le incredibili suggestioni tra le pieghe delle sue enormi
contraddizioni, di appropriarsi, divenendone ambasciatori, della sua gloriosa e
inesauribile storia musicale.
A
fare da corollario all’esecuzione de Gli Orti Esperidi, negli stessi giorni
(22-23 novembre), ci sarà un convegno internazionale dal titolo ATTRICI-CANTANTI
DEI SECOLI XVI-XVIII promosso dalla Fondazione nelle persone di
Siro Ferrone, Francesco Cotticelli, Paologiovanni Maione, Rosy Candiani e
Mariafederica Castaldo in collaborazione con la Seconda
Università degli Studi di Napoli, la Scuola Dottorale di Storia dell'Arte
e dello Spettacolo dell'Università di Firenze; la Fondazione Valerio per la
Storia delle Donne: l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Alla soprano Maria Grazia Schiavo, si affiancano
le voci formatesi all’Accademia di Arte Lirica di Osimo con la quale il
Centro ha una convenzione a partire dal 2012, attualmente diretta da Vincenzo
De Vivo, e la voce del vincitore del secondo premio dell’ultima edizione del
Concorso di Canto Barocco Francesco Provenzale.
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