Interprete
vocale tra le più acclamate al mondo, Mariella Devia (nella foto di Carlo Cofano) ha onorato ieri sera il
Petruzzelli con uno strepitoso e assai applaudito recital. L'ha accompagnata con leggerezza ed eleganza
sopraffine l'Orchestra del Petruzzelli, diretta in modo eccellente e sicuro dal maestro francese
Alain Guingal. Programma articolato, con arie d'opera celeberrime che si
alternavano a preludi ed ouverture da Rossini, Verdi, Bellini e Massenet (con
la splendida Meditation, eseguita con sincero trasporto dal violino solista di Paçalin
Pavaci, spalla dell'Orchestra).
Dopo una
brillante e raffinata sinfonia da L'Italiana in Algeri, in cui l'ottimo
Guingal ha cercato una serena cantabilità lirica e ritmi incisivi e taglienti,
si è passati all'ingresso della Devia. "Grande" ha gridato una voce dal
quint'ordine, e subito è scattato un applauso convinto e grato in un
Petruzzelli, con qualche piccolo vuoto, ma complessivamente pieno in ogni
ordine di posti.
Il belcanto
è sempre stato, nella sua lunga carriera di artista, il suo cavallo di battaglia raggiunto con
grande e battagliero sforzo dalla Devia. Oggi che l'hanno acclamata teatri di
tutto il mondo, dal Metropolitan alla Scala, dal San Carlo di Napoli al Regio
di Torino, dal Covent Garden di Londra al Liceu di Barcellona e all'Opera di
Parigi, è una cantante di compiuta maturità. Nei "Capuleti" la splendida linea
melodica del canto, unita ad un controllo perfetto della voce, hanno reso il
recitativo e l'aria conseguente (con il corno solista di rara bravura) una sorta di magia incantatrice, che ha letteralmente ipnotizzato il pubblico. Anche gli esiti dell'Anna Bolena son stati
estremamente interessanti. Di lì ancora
con la celebre "Casta diva" cantata con un fil di voce, ma con classe
cristallina si è ascoltata una signora del canto, capace di passare dalle note
più gravi a quelle più acute con disarmante facilità.
Il successo
è stato crescente, ad ogni uscita della Devia si assisteva ad urla di
"brava" e ovazioni grate e meritate. In questo teatro Petruzzelli che
più di venticinque fa la vide debuttare, se non erro, nell'Elisir d'amore al
fianco di Carlo Bergonzi, giovanissima e già amabile, credo che sia stato
sinceramente emozionante, per lei, vivere questo magico momento.
Alla fine di
un "Je veaux vivre" da manuale, tratto dal "Romeo e Giulietta"
di Gounod, la Devia uscita ripetutamente a raccogliere le ovazioni dei melomani
presenti, ha regalato altri due fuori programma pescati dalla Bohème di
Puccini, con l'aria di Musetta, e dalla Traviata con lo struggente "Addio
del passato". Concerto memorabile nel quale si sono affacciati tanti
incredibili ricordi e qualche lacrima, ne siamo sicuri, si è affacciata sul
volto di molti di noi.
La ringrazio per il complimento esplicito che mi regala in poche parole. Queste piccole soddisfazioni aiutano a migliorarsi e stimolano a proseguire camminando a testa alta su un percorso cominciato molti anni addietro.
RispondiEliminaPrego. ma non mi pare di averla citata signor Schiavone!
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