Domani sera, ore 21.00, Borgo Eganzia, andrà in scena Don Chisciotte della Mancia, opera in tre atti che sarà rappresentata con un unico intervallo al temine del primo atto. Secondo appuntamento dedicato dal Festival a Paisiello, nel bicentenario della morte del compositore tarantino, dopo La grotta di Trofonio, opera inaugurale della 42^ edizione; il “Progetto Paisiello 1816-2016” prevede anche lo Stabat mater del Pergolese (26 luglio, basilica di San Martino). La scelta del Don Chisciotte è anche un omaggio a quattrocento anni dalla morte di Miguel De Cervantes, uni dei padri della letteratura europea. Il tema del libretto del Lorenzi è assai bizzarro e fantasioso: Don Chisciotte e l' inseparabile Sancho Pancia sono riletti in chiave napoletana, oggetto di burle a volte anche pesanti da parte di due nobili signore e dei loro balordi amanti (che alla fine si sposeranno, mentre il Cavaliere e il fedele compagno continueranno il loro folle e un po' malinconico viaggio). Cervantes non c' entra molto in tutto questo, del resto sembra accertato che Lorenzi si sia ispirato al Don Chisciotte di Apostolo Zeno e Pietro Pariati più che al tragico clima del confratello spagnolo. Paisiello infonde commossa poesia nella vicenda e la musica scorre giocosa stemperando con un' ironia lieve situazioni e personaggi che in altre mani avrebbero potuto diventare piuttosto grevi. E' una musica piena di inventiva, con improvvisi voli lirici che, in particolare nel secondo atto e nel canto d' amore del protagonista nel terzo, ha un' orchestrazione raffinatissima e colori sempre variati, densa e brillante che non lascia spazi vuoti e dove tutti i protagonisti sono coinvolti in una trama serrata, accompagnati da un quartetto d’archi e dal pianoforte. Don Chisciotte e la sua follia consentono una trasposizione scenica contestualizzata ai giorni nostri che si alterna con continui rimandi al passato, il limite tra follia e normalità è sempre più labile e tutti gli spettatori possono riconoscere i propri mulini a vento. Lo spettacolo ripropone la formula “Opera in Masseria”, dopo il successo del Barbiere di Siviglia: la rappresentazione di un titolo di repertorio in un contesto architettonico inusuale, in collaborazione con l’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti.
Don Chisciotte: David Ferri Durà
Sancio Panza: Salvatore Grigoli
La Contessa: Shiri Hershkovitz*
La Duchessa: Alessandra Della Croce*
Don Calafrone: Nico Franchini*
Don Platone: Iosu Yeregui
Carmosina: Rosa García Domínguez*
Cardolella: Alessandra Torrani*
Ricciardetta: Cristina Fanelli*
Pianista e direttore: Ettore Papadia
Regia: Davide Garattini Raimondi
Costumi: Giada Masi
Ensemble dell’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto
Violino I: Cristina Ciura
Violino II: Paola Vania
Viola: Michela Carnevale
Violoncello: Giuseppe Grassi
Contrabbasso: Leonardo Presicci
Maestro collaboratore: Cristina Battistella
Maestro di palcoscenico: Rosalba Buonfrate
Costumi: Atelier Brancato, Milano
Calzature: C.T.C., Milano
Parrucche: Audello, Torino
Attrezzeria: Laboratorio Festival della Valle d’Itria
Sancio Panza: Salvatore Grigoli
La Contessa: Shiri Hershkovitz*
La Duchessa: Alessandra Della Croce*
Don Calafrone: Nico Franchini*
Don Platone: Iosu Yeregui
Carmosina: Rosa García Domínguez*
Cardolella: Alessandra Torrani*
Ricciardetta: Cristina Fanelli*
Pianista e direttore: Ettore Papadia
Regia: Davide Garattini Raimondi
Costumi: Giada Masi
Ensemble dell’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto
Violino I: Cristina Ciura
Violino II: Paola Vania
Viola: Michela Carnevale
Violoncello: Giuseppe Grassi
Contrabbasso: Leonardo Presicci
Maestro collaboratore: Cristina Battistella
Maestro di palcoscenico: Rosalba Buonfrate
Costumi: Atelier Brancato, Milano
Calzature: C.T.C., Milano
Parrucche: Audello, Torino
Attrezzeria: Laboratorio Festival della Valle d’Itria
*In collaborazione con l'Accademia del Belcanto "Rodolfo Celletti"
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