martedì 12 luglio 2016

La grotta di Trofonio di Giovanni Paisiello inaugura il 14 luglio la 42esima edizione del Festival della Vale D'Itria.


Si inaugura con La grotta di Trofonio di Giovanni Paisiello, giovedì 14 luglio, a Palazzo Ducale, ore 21:00, la 42^ edizione del Festival della Valle d’Itria. Alla città di Taranto e al celeberrimo compositore tarantino, il Festival dedica nel bicentenario della morte il “Progetto Paisiello 1816-2016”, con tre appuntamenti su ventidue serate: oltre all’opera inaugurale, Il Don Chisciotte della Mancia e lo Stabat mater del Pergolese, tradizionale appuntamento con la musica sacra. La rivalutazione del repertorio musicale del settecento italiano e di quello napoletano in particolare è da anni al centro dell’instancabile attività del Festival della Valle d’Itria; un repertorio ancora non del tutto esplorato che trova terreno fertile in un laboratorio di idee qual è il Festival di Martina. Già Rodolfo Celletti, ma anche Sergio Segalini avevano intrapreso questa ricerca/scoperta di Paisiello & co, tant’è che risale al 1978 Nina, ossia la pazza per amore fino ad arrivare all’82 con l’anno in cui a Martina andò in scena il confronto tra Il Barbiere di Siviglia di Paisiello e Rossini,  fino al 2006 con I giuochi d’Agrigento, passando per Le due contesse e Il duello comico e Proserpine.Un repertorio ricco che non smette di stupire scardinando le convenzioni musicali più accreditate.      
La commedia per musica su libretto del prolifero Giuseppe Palomba si caratterizza per il ritmo incessante e un’accelerazione musicale che nei finali ricorda Le nozze di Figaro e per la presenza di armonie della tradizione popolare napoletana in un contesto classico ed elevato.  La commedia che andrà in scena giovedì è prodotta in collaborazione con la Fondazione del Teatro San Carlo di Napoli e si avvale della revisione della musicologa Luisa Cosi; la regia di Alfonso Antoniozzi ha riportato l’azione nell’ultimo periodo storico in cui torme di stranieri si riversavano in Grecia, ma anche in Italia, alla ricerca di un ideale classico perduto da contrapporre al disordine barocco.. Nel raccontare la vicenda si alternano varie forme di spettacolo classico e leggero: dalle citazioni di avanspetatcolo a quelle operistiche del settecento passando per il cinema e reminiscenze eduardiane. Ce n’è per tutti e lo spettatore potrà riconoscersi e cogliere citazioni ed ironie più o meno celate.
Paisiello, tornato a Napoli alla corte di Ferdinando II, dopo la parentesi in Russia racconta in due atti di personaggi che, entrando nell’antro di Trofonio, cambiano la propria indole e il proprio carattere. Questo artificio porta scompiglio nella vita di due sorelle Eufelia e Dori, figlie di un ignorante Don Pastrone, amante della filosofia, che assistono incredule alla metamorfosi dei loro amati, Artemidoro e Plistene, a seguito al passaggio nella grotta avvenuto per liberarsi di due amanti abbandonate, e, quindi comprensibilmente furenti, Madama Bartolina e Rubinetta. Quando le due ragazze scoprono la ragione del mutamento di indole dei loro fidanzati, entrano esse stesse nella grotta, senza sapere che un’ulteriore visita nell’antro dei due giovani ha riportato la normalità. L’intervento di Trofonio ricompone le coppie e conclude felicemente la vicenda con la celebrazione di due matrimoni. Un filone quello della “napoletanità” già collaudato con successo a Martina con il  Don Checco di De Giosa e Napoli milionaria di Rota.



Dori BENEDETTA MAZZUCATO
Rubinetta CATERINA DI TONNO
Artemidoro MATTEO MEZZARO
Don Gasperone DOMENICO COLAIANNI
Eufelia ANGELA NISI
Madama Bartolina DANIELA MAZZUCATO
Trofonio ROBERTO SCANDIUZZI
Don Piastrone GIORGIO CAODURO

Maestro concertatore e direttore d’orchestra GIUSEPPE GRAZIOLI
Regia ALFONSO ANTONIOZZI

Scene DARIO GESSATI
Costumi GIANLUCA FALASCHI
Disegno luci CAMILLA PICCIONI

Orchestra Internazionale d’Italia

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