Si
inaugura con La grotta di Trofonio di
Giovanni Paisiello, giovedì 14 luglio, a Palazzo Ducale, ore 21:00, la 42^
edizione del Festival della Valle d’Itria. Alla città di Taranto e al celeberrimo
compositore tarantino, il Festival dedica nel bicentenario della morte il
“Progetto Paisiello 1816-2016”, con tre appuntamenti su ventidue serate: oltre
all’opera inaugurale, Il Don Chisciotte
della Mancia e lo Stabat mater del
Pergolese, tradizionale appuntamento con la musica sacra. La rivalutazione
del repertorio musicale del settecento italiano e di quello napoletano in
particolare è da anni al centro dell’instancabile attività del Festival della
Valle d’Itria; un repertorio ancora non del tutto esplorato che trova terreno
fertile in un laboratorio di idee qual è il Festival di Martina. Già Rodolfo
Celletti, ma anche Sergio Segalini avevano intrapreso questa ricerca/scoperta
di Paisiello & co, tant’è che risale al 1978 Nina, ossia la pazza per amore fino ad arrivare all’82 con l’anno
in cui a Martina andò in scena il confronto tra Il Barbiere di Siviglia di Paisiello e Rossini, fino al 2006 con I giuochi d’Agrigento, passando per Le due contesse e Il duello comico e Proserpine.Un repertorio ricco
che non smette di stupire scardinando le convenzioni musicali più
accreditate.
La
commedia per musica su libretto del prolifero Giuseppe Palomba si caratterizza
per il ritmo incessante e un’accelerazione musicale che nei finali ricorda Le nozze di Figaro e per la presenza di
armonie della tradizione popolare napoletana in un contesto classico ed
elevato. La commedia che andrà in scena
giovedì è prodotta in collaborazione con la Fondazione del Teatro San Carlo di
Napoli e si avvale della revisione della musicologa Luisa Cosi; la regia di
Alfonso Antoniozzi ha riportato l’azione nell’ultimo periodo storico in cui
torme di stranieri si riversavano in Grecia, ma anche in Italia, alla ricerca
di un ideale classico perduto da contrapporre al disordine barocco.. Nel
raccontare la vicenda si alternano varie forme di spettacolo classico e
leggero: dalle citazioni di avanspetatcolo a quelle operistiche del settecento
passando per il cinema e reminiscenze eduardiane. Ce n’è per tutti e lo
spettatore potrà riconoscersi e cogliere citazioni ed ironie più o meno celate.
Paisiello,
tornato a Napoli alla corte di Ferdinando II, dopo la parentesi in Russia racconta
in due atti di personaggi che, entrando nell’antro di Trofonio, cambiano la
propria indole e il proprio carattere. Questo artificio porta scompiglio nella
vita di due sorelle Eufelia e Dori, figlie di un ignorante Don Pastrone, amante
della filosofia, che assistono incredule alla metamorfosi dei loro amati,
Artemidoro e Plistene, a seguito al passaggio nella grotta avvenuto per
liberarsi di due amanti abbandonate, e, quindi comprensibilmente furenti, Madama
Bartolina e Rubinetta. Quando le due ragazze scoprono la ragione del mutamento
di indole dei loro fidanzati, entrano esse stesse nella grotta, senza sapere
che un’ulteriore visita nell’antro dei due giovani ha riportato la normalità.
L’intervento di Trofonio ricompone le coppie e conclude felicemente la vicenda
con la celebrazione di due matrimoni. Un filone quello della “napoletanità” già
collaudato con successo a Martina con il Don
Checco di De Giosa e Napoli
milionaria di Rota.
Dori BENEDETTA MAZZUCATO
Rubinetta CATERINA DI TONNO
Artemidoro MATTEO MEZZARO
Don Gasperone DOMENICO COLAIANNI
Eufelia ANGELA NISI
Madama Bartolina DANIELA MAZZUCATO
Trofonio ROBERTO SCANDIUZZI
Don Piastrone GIORGIO CAODURO
Maestro concertatore e direttore d’orchestra GIUSEPPE GRAZIOLI
Regia ALFONSO ANTONIOZZI
Scene DARIO GESSATI
Costumi GIANLUCA FALASCHI
Disegno luci CAMILLA PICCIONI
Orchestra Internazionale d’Italia
Rubinetta CATERINA DI TONNO
Artemidoro MATTEO MEZZARO
Don Gasperone DOMENICO COLAIANNI
Eufelia ANGELA NISI
Madama Bartolina DANIELA MAZZUCATO
Trofonio ROBERTO SCANDIUZZI
Don Piastrone GIORGIO CAODURO
Maestro concertatore e direttore d’orchestra GIUSEPPE GRAZIOLI
Regia ALFONSO ANTONIOZZI
Scene DARIO GESSATI
Costumi GIANLUCA FALASCHI
Disegno luci CAMILLA PICCIONI
Orchestra Internazionale d’Italia
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