Domani sera ore 21:00, chiostro di Don Domenico, ultima replica dell’applauditissimo Baccanali di Agostino Steffani su libretto di Ortensio Mauro. Diretta radio su Rai Radio 3.
Seconda opera che il Festival propone del compositore veneto, in seguito ad un riscoperta musicologica dello stesso in questi ultimi anni, dopo che 2014 fu messo in scena de La lotta d'Ercole con Acheloo.
Protagonisti i giovani dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, diretta da Fabio Luisi: Nicolò Donini (Atlante), Riccardo Angelo Strano (Bacco/Tirsi), Barbara Massaro (Driade), Vittoria Magnarello (Celia), Paola Leoci (Clori), Elena cacciamo (Aminta), Chiara Manese (Fileno), Yasushi Watanabe (Ergasto).
L’ensamble “Cremona Antiqua” diretta dal maestro Antonio Greco, uno dei maggiori esperti di musica barocca in Italia, che da anni collabora con il Festival della Valle d’Itria, presso il quale ha diretto numerose prime esecuzioni in tempi moderni di opere barocche e con l’Accademia Rodolfo Celletti di cui cura le opere brocche. L’opera è composta da un unico atto, ventitre scene, in cui i personaggi si alternano inevitabilmente baciati da Bacco che li trasforma, scioglie le loro paure, sana ferite e cura solitudini. La parte scenica dello spettacolo è affidata aCecilia Ligorio; le caratteristiche del Chiostro di San Domenico garantiscono la dimensione ideale alla sua cifra registica, che per questo Steffani punta a una lettura poetica, lucida e visionaria del libretto di ispirazione classica, rendendo preponderante l’elemento coreografico curato da Daisy Ransom Phillips. Alessia Colosso e Manuel Pedretti firmano rispettivamente scene e costumi di un allestimento che porterà suggestivi elementi di natura all'interno del Chiostro.
SINOSSI
Atlante è stanco di sostenere il globo terrestre. Ogni divinità può concedersi un momento di risposo, non lui, e per una volta invoca la benevolenza degli dei affinché gli sia concessa una tregua. Il globo si divide in quattro parti che scompaiono sospinte da quattro venti. Atlante è sollevato. Il pastore Aminta è felice, sebbene povero, lui è al riparo dalle ambizioni e dalle ansie d’amore. Raggiunto da Tirsi, pensa con lui agli uomini, perennemente inquieti. Arriva Driade: vivere in solitudine è ragione della sua serenità. Celia e Clori si preparano a festeggiare l’arrivo dei pastori. Driade è delusa, ma non riesce ad allontanarsi. Aminta e Tirsi sono impazienti di celebrare la festa, mentre Driade soffre. Non ha mai visto nessuna creatura umana e solo il pensiero la fa star male; se non può andarsene si ucciderà. Arriva Fileno che non comprende la ragione di tanta allegria. Aminta gli racconta dell’evento prodigioso a cui hanno assistito: in un istante quattro piante sono spuntate all’istante e dal loro interno sono nate quattro ninfe che hanno danzato dinanzi ai loro occhi. E’ il momento di far festa, propone Fileno. Sono tutti d’accordo e Tirso va a chiamare gli altri pastori. Giunge Bacco sul suo carro e raduna ninfe e pastori. Lui è il consolatore di tutti i mali, non c’è monarca, pastorella, amante, guerriero, creatura infelice che non si rifugi in lui per dimenticare gli insuccessi. Ninfe e pastori inneggiano a lui.
CANTA LA NOTTE: LA NOTTE DI PAOLO E FRANCESCA
Domani alle 23:30 nel chiostro di San Domenico, in attesa della prima rappresentazione assoluta di Francesca da Rimini di Saverio Mercadante (30 luglio) il concerto Canta la notte, del ciclo Fuori…orario, sarà dedicato ai due amanti dell’inferno dantesco. Di Pëtr Il’ič Čajkovskij sarà eseguito Francesca da Rimini, Op. 32, con arrangiamento per due pianoforti di Karl Klindworth. Fantasia sinfonica in Mi minore, fu eseguita in prima assoluta a Mosca il 25 febbraio 18777 sotto la direzione di Nikolaj Rubinstein. La fantasia è articolata in tre parti, secondo una struttura ABA'. La sezione iniziale rappresenta "La bufera infernal che mai non resta" (Inferno, V, 31), ossia il vento che trascina con violenza, di qua e di là, le anime dannate dei lussuriosi. La sezione centrale è il canto d'amore di Francesca, affidato dapprima al clarinetto solista e sviluppato poi, secondo un procedimento tipico di Čajkovskij, per accumulo di materiali sonori, fino ad esiti parossistici. Il suono dei corni richiama infine i protagonisti alla realtà infernale: il tempo della confessione e del ricordo è finito, per gli amanti ricomincia l'eterno tormento.
Di Franz Liszt: Fantasia quasi Sonata con arrangiamento per due pianoforti a cura di Anastasia e eseguita per la prima volta a Vienna nel novembre 1839, è diviso in due temi principali. Il primo, in Re minore, rappresenta il lamento delle anime all'inferno. Il secondo tema è un corale in Fa diesis maggiore che rappresenta la gioia delle anime beate. Viene considerato uno dei brani più difficili del repertorio pianistico. Jacopo Fracasso (Paolo) ed Elena Bellanova (Francesca) saranno le voci recitanti. Sebastiano Geronimo, il performer. I concerti Fuori…orario rappresentano un’opportunità offerta dal Festival per avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo della musica e per ammirare le bellezze architettoniche del nostro territorio.
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