Nell’occasione del 400° anniversario della morte del Bardo, il 4 ed il 5 marzo a Foggia al Teatro Giordano, Franco Branciaroli si confronta di nuovo con Macbeth, dopo esserne stato già protagonista nell’edizione diretta da Giancarlo Sepe nel 1994. “Il Macbeth inizia da un mondo esterno in guerra, dove caratteristiche come efferatezza e sete di sangue, al pari del coraggio, sono ritenute virtù, in quanto preservano il mondo interno della corte, una società patriarcale civilizzata regolata da leggi divine”. Macbeth, uccidendo il re, simbolo del padre e del divino, uccide la sua stessa umanità ed entra in una dimensione di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di vivere. In più, la sua vittoria è sterile perché non ha eredi, e questa sua rinuncia alla sua umanità servirà solo a passare il trono al figlio di un altro. Il Macbeth è la tragedia del male dell’uomo, della violazione delle leggi morali e naturali. Intorno all’inquietante parabola di seduzione dell’anima al male pulsa l’enigmatico cuore di questa tragedia.
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