La storia dei Cranberries pare
una delle tante, ossia la parabola di uno dei tanti gruppi del pop irlandese,
dalle boy bands alle family bands, si pensi ai Corrs, che hanno furoreggiato
negli anni tra l’ultimo decennio del secolo passato e l’immeditato principio
del presente.
Anche qui sono due fratelloni, gli Hogan, ad avere
l’impulso della band ed ad intuirne le possibilità di sviluppo futuro. Come in
moltissimi altri casi, il trio iniziale battezza il gruppo con uno dei soliti ed
improponibili nomi alla Sgt. Pepper ecc…., The Cranberries saw us, ma gli inizi
sono quasi inudibili, quasi quanto il nome di battesimo, sicchè il progetto
pare non decollare affatto, ma il talento, in quella Irlanda di fine secolo,
così prospera in modo effimero, non manca ed anche gli Hogan scoprono di avere
una carta in più, quando ingaggiano, su segnalazione di Nail Quinn, il primo
frontman del gruppo, una sua amica, la Dolores O’ Riordan, o, per chi la ama
alla follia, come lo scrivente, più semplicemente Dolores, che si rivelerà una
delle più clamorose e caratteristiche voci dell’intero panorama pop.
A questo punto, il decollo del
velivolo The Cranberries ( il saw us venne giustamente paracadutato giù con una
spinta) era pronto ed il sound, tutto irish, fatto di schitarrate d’esordio,
dal gusto indie-folk, si riconobbe subito e servì a connotare lo stile di un
popolo, prima ancora della sua musica.
Ambasciatori della terra di San
Patrizio divennero questi ragazzotti, con questo tono guttural-argentino di
Dolores, che ne faceva una inconfondibile griffe.
La cometa del successo, presa con
il manico d’ombrello, come dei novelli Wendy e fratelli verso l’isola che non
c’è della gloria, non arrivò subito. Infatti, il loro inconfondibile stile
grunge non poteva passare inosservato negli USA, dove da supporting cast degli
Suede, cominciarono a farsi largo sul serio, non avendo, infatti, lo stesso
meritato successo nel Vecchio Mondo.
Ma fu con Zombie, estratto dal
loro secondo album No need to argue, che giunse la notorietà, tanto che, nel
1995, ricevettero, per questa track, l’MTV Award.
Di lì in avanti solo successi,
anche se distribuiti su pochi album, solo 4, sino alla stanchezza reciproca ed
all’inevitabile splittaggio, avvenuto nel 2004, dopo 15 anni di attività, non
dopo aver ricordato il loro secondo clamoroso singolo: Stars del 2002.
Le voci di una loro prossima
reunion, effettivamente avvenuta nel 2009, preludono alla registrazione del
nuovo album, targato 2012 e nomato Roses, da cui volentieri segnaliamo il bel
singolo Tomorrow, in questi giorni parvente furoreggiare nelle radio di tutto
il mondo.
Trattasi, infatti, di prova
notevole, che possiede, al meglio, tutte le migliori caratteristiche del sound
del gruppo, che, però, ha con sé lo stigma di una certa originalità e, dunque,
di una più che sufficiente godibilità al pubblico.
Speriamo che ciò segni un nuovo
fecondo inizio per The Cranberries, dalla non lunghissima capacità produttiva (
come si diceva Roses è solo il quinto album in creative studio dalla fondazione
del gruppo), ma la cui impronta pare ben affondata nel solido percorso delle
popstars.
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