sabato 25 febbraio 2012

We resaw The Cranberries




La storia dei Cranberries pare una delle tante, ossia la parabola di uno dei tanti gruppi del pop irlandese, dalle boy bands alle family bands, si pensi ai Corrs, che hanno furoreggiato negli anni tra l’ultimo decennio del secolo passato e l’immeditato principio del presente.
Anche qui sono  due fratelloni, gli Hogan, ad avere l’impulso della band ed ad intuirne le possibilità di sviluppo futuro. Come in moltissimi altri casi, il trio iniziale battezza il gruppo con uno dei soliti ed improponibili nomi alla Sgt. Pepper ecc…., The Cranberries saw us, ma gli inizi sono quasi inudibili, quasi quanto il nome di battesimo, sicchè il progetto pare non decollare affatto, ma il talento, in quella Irlanda di fine secolo, così prospera in modo effimero, non manca ed anche gli Hogan scoprono di avere una carta in più, quando ingaggiano, su segnalazione di Nail Quinn, il primo frontman del gruppo, una sua amica, la Dolores O’ Riordan, o, per chi la ama alla follia, come lo scrivente, più semplicemente Dolores, che si rivelerà una delle più clamorose e caratteristiche voci dell’intero panorama pop.
A questo punto, il decollo del velivolo The Cranberries ( il saw us venne giustamente paracadutato giù con una spinta) era pronto ed il sound, tutto irish, fatto di schitarrate d’esordio, dal gusto indie-folk, si riconobbe subito e servì a connotare lo stile di un popolo, prima ancora della sua musica.
Ambasciatori della terra di San Patrizio divennero questi ragazzotti, con questo tono guttural-argentino di Dolores, che ne faceva una inconfondibile griffe.
La cometa del successo, presa con il manico d’ombrello, come dei novelli Wendy e fratelli verso l’isola che non c’è della gloria, non arrivò subito. Infatti, il loro inconfondibile stile grunge non poteva passare inosservato negli USA, dove da supporting cast degli Suede, cominciarono a farsi largo sul serio, non avendo, infatti, lo stesso meritato successo nel Vecchio Mondo.
Ma fu con Zombie, estratto dal loro secondo album No need to argue, che giunse la notorietà, tanto che, nel 1995, ricevettero, per questa track, l’MTV Award.
Di lì in avanti solo successi, anche se distribuiti su pochi album, solo 4, sino alla stanchezza reciproca ed all’inevitabile splittaggio, avvenuto nel 2004, dopo 15 anni di attività, non dopo aver ricordato il loro secondo clamoroso singolo: Stars del 2002.
Le voci di una loro prossima reunion, effettivamente avvenuta nel 2009, preludono alla registrazione del nuovo album, targato 2012 e nomato Roses, da cui volentieri segnaliamo il bel singolo Tomorrow, in questi giorni parvente furoreggiare nelle radio di tutto il mondo.
Trattasi, infatti, di prova notevole, che possiede, al meglio, tutte le migliori caratteristiche del sound del gruppo, che, però, ha con sé lo stigma di una certa originalità e, dunque, di una più che sufficiente godibilità al pubblico.
Speriamo che ciò segni un nuovo fecondo inizio per The Cranberries, dalla non lunghissima capacità produttiva ( come si diceva Roses è solo il quinto album in creative studio dalla fondazione del gruppo), ma la cui impronta pare ben affondata nel solido percorso delle popstars.


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