Martedì 26 novembre alle 20.30 suona nell'Aula Magna della Sapienza per la stagione della IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti il pianista Benedetto Lupo (nella foto), considerato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione. Ha debuttato a tredici anni con il Concerto n. 1 di Beethoven e si è affermato subito in numerosi concorsi internazionali, tra i quali il Cortot ed il "Ciudad de Jaén" in Europa ed il Robert Casadesus, il Gina Bachauer e il Van Cliburn negli Stati Uniti. Nel 1992, quando la sua intensa attività concertistica lo vedeva già impegnato nelle Americhe, in Giappone ed in Europa, ha vinto a Londra il Premio Terence Judd.
Benedetto Lupo ha suonato nelle sale più prestigiose, quali Lincoln Center di New York, Salle Pleyel a Parigi, Wigmore Hall a Londra, Philharmonie a Berlino, Palais des Beaux Arts di Bruxelles, Teatro alla Scala di Milano, Accademia di S. Cecilia a Roma.
Tra le orchestre di fama mondiale con cui ha suonato ricordiamo la Gewandhaus Orchester di Lipsia, la London Philharmonic, la Chicago Symphony e la Philadelphia Orchestra.
Ha inciso per Teldec, Bmg, Nuova Era e Arts. Il suo cd con il Concerto Soirée di Nino Rota per Harmonia Mundi ha ottenuto ben cinque premi internazionali, tra i quali l'ambito “Diapason d’Or” nel 2011.
Sono in programma i due più grandi compositori del secondo Ottocento, molto diversi tra loro ma entrambi molto amati dal pubblico. Aprono il concerto due serie di brevi pezzi di Johannes Brahms, che appartengono alla sua ultima fase creativa, quando ritornò dopo tredici anni a scrivere per il pianoforte e riversò in quello che era il "suo" strumento un intimo diario musicale. I 3 Intermezzi op.117 e le 7 Fantasie op.116 furono composti da Brahms nel 1892 e sono brani raccolti e quieti, veri e propri monologhi interiori, intrisi di delicate e suggestive atmosfere crepuscolari.
Lupo conclude il concerto con la Grande sonata in sol maggiore op. 37 di Piötr Ilič Čajkovskij, che è invece un'opera della prima maturità dell'autore, composta nel 1878, contemporaneamente alConcerto per violino op. 25, uno dei capolavori di Čajkovskij. È una Sonata di ampie dimensioni e molto ardua per l'interprete, quindi esige un pianista virtuoso in grado di superarne le tante difficoltà tecniche, quale fu il primo interprete, il grande Anton Rubinstein.
Ricordiamoci che suonerà questa settimana anche l'Orchestra Sinfonica della provincia di Bari in un bellissimo concerto dedicato alla musica ungherese. Il maestro Lupo infatti eseguirà il terzo concerto di Bartok. Evento a cui non mancare!
RispondiEliminaGrazie per la preziosa segnalazione!
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