Mercoledì 11 e giovedì 12 dicembre alle 21.00 al Teatro Petruzzelli
è in programma Padre Cicogna,
racconto sinfonico per quattro voci, voce recitante ed orchestra, su versi di
Eduardo De Filippo e musiche di Nicola Piovani. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli il
maestro Nicola Piovani, voce
recitante Luca De Filippo. Il concerto fuori abbonamento è
una produzione della Compagnia della
luna e rientra negli Extra della
Fondazione Petruzzelli. I biglietti sono in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli e on
line su www.bookingshow.it
Informazioni: 080.975.28.40.
L’idea, il mio desiderio di mettere in musica Padre
Cicogna risale a più di venti anni fa, praticamente alla prima volta che
l’ho letto rimanendone profondamente sedotto. E sono molto contento
dell’occasione che mi è stata offerta per far vedere la luce a questo amato
progetto. Mettere in musica un poema di Eduardo comporta, come s’immagina, più
di una difficoltà.
Ho lavorato nel continuo timore di fare un passo falso, in
termini non solo artistici in senso lato, ma anche strettamente lessicali. Nel
racconto sinfonico che viene presentato questa sera, la voce recitante narra la
storia Padre Cicogna con i versi di Eduardo integralmente riproposti,
senza modifiche o aggiunte: il ritmo drammaturgico dello sviluppo narrativo è
esattamente quello originale. Ma al racconto recitato in versi si affiancano
quattro voci cantanti – due maschili e due femminili – col ruolo di
contrappuntare gli accadimenti con versi dello stesso Eduardo - e in più
qualche filastrocca della tradizione popolare natalizia napoletana. Le quattro
voci, di natura e colore molto diverso fra di loro, intervengono come un
piccolo coro che dà voce a una collettività, al quartiere dove va ad abitare
Cicogna, alias Emanuele.
Un’orchestra di carattere in parte sinfonico e in parte
etnico - comprendente chitarra, mandolino, batteria, flauto dolce – scandisce
il ritmo e commenta le fasi narrative di questo avvincente poema, leggibile
anche come una magnifica sceneggiatura, che suggerisce un vero e proprio
commento musicale narrativo. A circa metà del racconto, alla nascita del
figlioletto, la mamma, come ogni mamma del popolo, canta una ninna nanna. I
versi li ho ricavati da una folgorante poesia dedicata a Luca. È una
breve lirica in una metrica che, sommando i versi a due a due, dà il risultato
di sette, con un cambio ritmico finale: due versi di sei sillabe che risultano
come settenari tronchi. Si te parlo / me parlo... La più grande
difficoltà di tutta la composizione l’ho provata nel mettere in musica questo
schema metrico, evitando di modificarne una sola sillaba. Una piccola scommessa
enigmistica, all’interno di un lavoro musicale molto coinvolgente sul piano
emotivo. Coinvolgente naturalmente per chi ha scritto la musica, nella speranza
di coinvolgere in qualche modo anche chi la ascolterà; chi si lascerà
raccontare dai suoni, dagli strumenti, dalle voci, la dolorosa, paradossale e
nuda storia del povero padre Cicogna.
Ringrazio ancora una volta Luca De Filippo per avermi dato
la fiducia e l’incoraggiamento necessari ad affrontare Padre Cicogna,
consentendomi di metterci mano, di metterci cuore e, soprattutto, di metterci
matita, gomma e pentagrammi.
Nicola Piovani
Questo spettacolo è dedicato ad Eduardo. Per ricordare i
venticinque anni dalla sua scomparsa. Qui,
in questo teatro, il San Ferdinando, che così
caparbiamente volle ricostruire sulle macerie partorite
dalla guerra. Scelse la sua “casa” in questo quartiere
popolare perché questo era il suo pubblico, a cui amava rivolgersi. Venticinque
anni, cinque lustri, un quarto di secolo. Le sue commedie volano ancora sui
palcoscenici italiani ed esteri. Le sue parole hanno ancora un significato
profondo, toccano i sensi; gli spettatori vi riconoscono le loro ansie, il
quotidiano, le paure e le loro speranze. L’analisi profonda e razionale, a
volte spietata dell’animo umano, dei rapporti tra individui, del disfacimento
dei valori morali, della famiglia, quale nucleo primario della società, trova
nella nostra vita di oggi la conferma di un forte pensiero anticipatore e di
una capacità di osservazione che soprattutto ora, a distanza di tempo, si
possono valutare e comprendere appieno. E lo spettatore esce portandosi dentro
quella che dovrebbe essere, sempre, la vera funzione del teatro.
Luca De Filippo
Nessun commento:
Posta un commento