Si è aperta ufficialmente ieri la XIX stagione musicale del Collegium Musicum diretto da Rino Marrone (nella foto). Si è aperto in una Vallisa strapiena con un concerto dedicato alla giornata della memoria, dal programma stimolante ed intenso. All'inizio Marrone ha ricordato la figura immensa di Claudio Abbado, scomparso in questi giorni; la violinista Elena Soccoia ha letto con commozione alcune celebri parole del grande maestro sui giovani e sulla necessità di aiutarli a vivere al meglio la Musica.
Poi è partito il concerto, naturalmente a lui dedicato, con la Sinfonia n. 10 per archi di Felix Mendelssohn, composta a 14 anni dal precoce compositore tedesco, ed intrisa di classicismo viennese e rara maestria.
A seguire, una prima assoluta, del giovane maestro tarantino Maurizio Lomartire, da anni impeccabile violista del Collegium, dedicata appositamente al giorno della memoria dal titolo latino "Memento audire....Esercizi di percezione mnemonico-spaziale per undici archi solisti".
Si tratta di una composizione in cui gli elementi strutturali sono utilizzati al fine di indirizzare l'attenzione dell'ascoltatore verso la memoria dei suoni e la percezione della loro provenienza. Una sorta di subliminale provocazione ad orientarsi tra citazioni e spazi imprevedibili. Potremmo definire il brano ascoltato, una sorta di viaggio a ritroso, di ivesiana memoria che prende ed avvolge lo spettatore, ed in cui emergono, a detta del compositore stesso, i due temi principali della Overture su temi ebraici di Sergej Prokofiev.
Il concerto, senza soluzione di continuità, è terminato con un ciclo di canzoni per soprano, contralto, tenore e orchestra d'archi "Dalla poesia popolare ebraica" op. 79 (1948) di Dmitri Shostakovich.
Il brano composto in undici numeri, è di straordinaria intensità drammatica in alcuni numeri, e si alterna a canzoni più allegre e spensierate. Tutti (o quasi) sanno quanto Shostakovich abbia sofferto la censura sovietica ai tempi di Stalin, le accuse di formalismo, l'isolamento terribile vissuto dopo la sua geniale Quarta Sinfonia. Un uomo condizionato dal regime, che scrisse per Stalin, e fu obbligato a farlo per anni.
La composizione, orchestrata da Gianluca Capuano, suona benissimo, anche grazie all'ottima esecuzione del Collegium Musicum diretto da Rino Marrone, ed alle eccellenti voci di Dolores Carlucci, Marzia Marzo e Camillo Facchino. Successo caloroso e bis dell'ultima canzone: "Felicità".
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