La fine della gestione commissariale della Fondazione Teatro Petruzzelli segna il termine della necessaria ed inevitabile autocrazia che si impone nei momenti difficili alle comunità di lavoro, fiaccate da difficoltà economiche e rese fragili dal marasma che ne deriva.
Il passaggio ai poteri fisiologici dettati dalle istituzioni democratiche agli organi statutari è un momento delicato e significativo per via degli inevitabili segnali che si possono decifrare nelle scelte dei soggetti politici che quegli organi devono scegliere e avviare al lavoro. Considerare l’elaborazione di queste scelte come una faccenda da scrutare, origliando nelle stanze del potere a cui sono delegate, senza che l’opinione pubblica possa liberamente e serenamente interloquire nel momento di più alto esercizio della democrazia, mi sembra questione opinabile e segno di una criticità di rapporti che possiamo serenamente evitare. I cittadini non capirebbero scelte imposte dalle stanze del potere.
Per la Fondazione Petruzzelli di Bari si deve pensare, non solo al ritorno all’operosa normalità gestionale, ma anche a predisporre un futuro di lavoro che armonizzi la Città, la Provincia, la Regione con il loro Teatro, con l’opera degli artisti, dei tecnici, delle maestranze che eccellenti prove hanno dato in passato e sono ancora più pronti di prima alle eccellenze che la nostra terra merita, vedi l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari.
Negli ultimi anni si è riusciti, in questo senso, a percepire segnali virtuosi. Per il pubblico e i lavoratori del Teatro è necessario mantenere questa positiva condizione di speranza e incoraggiarla con la presenza alla guida della Fondazione di una personalità legata al nostro territorio e alla sua storia. Una personalità che conosca la sensibilità della nostra gente e sia in grado di interpretarne speranze, valori e contraddizioni, non ignorando le tare ataviche, senza patirle, ma per risolverle in una narrazione critica. A questa personalità e alle sue specifiche competenze dobbiamo poter chiedere che colmi le lacune della passata programmazione, che rafforzi il collegamento col pubblico rifiutando l’omologazione opaca e, spesso, servile, a strutture analoghe nazionali e internazionali in posizioni di ubbidienza. E’ successo.
Troppo spesso sentiamo canticchiare scapigliati retori che lamentano e accusano di provincialismo il Teatro d’Opera come impresa culturale in nome di un cosmopolitismo confuso e pasticcione molto di moda. E’ successo e, a Bari, temiamo possa ripetersi.
Sarebbe colpa grave, abbiamo letto sull’argomento interventi sulla stampa, trascurare l’importanza di una presenza apicale prestigiosa, aperta alla comunicazione in tutte le sue forme e, in queste, esperta, una personalità di riconosciuto prestigio nel mondo della cultura e dello spettacolo. Condividiamo.
Si deve pensare a un talento artistico in grado di collegarsi con esperienze di tutto il mondo, con ariosa curiosità e sicurezza, non con spirito di sudditanza, questo, si, provinciale. Infine, si deve pensare ad una personalità in grado di leggere ed interpretare la comunicazione artistica globale misurandola nella dialettica bella del rapporto con la nostra terra per il pubblico di oggi e preparando, così, quello di domani.
La Puglia, Bari, gli artisti che qui vivono e studiano, i cittadini tutti possono produrre teatro e musica e non esserne solo fruitori. Troppo si è trascurato, nel recente passato, di lavorare su questo e siamo impensieriti nell’apprendere che il conclusosi commissariamento, come constatavamo in principio di queste riflessioni, avrebbe potuto lasciare addirittura eredi, quasi a perpetuare una sorveglianza paternalistica, imponendo una tutela e asseverando un patronato motivato da interessi sui quali dovremmo riflettere e, anche, congetturare.
Comunque, non credo, non abbiamo bisogno di tutele.
Francesco Schittulli (Presidente della Provincia di Bari)
Non mi sembra lo stile di Schittulli ma comunque cosa ha voluto dire???
RispondiEliminaApriamo ai soliti noti per sprofondare il Petruzzelli nei debiti e nel malaffare?
RispondiEliminaApriamo ai soliti noti per sprofondare il Petruzzelli nei debiti e nel malaffare?
RispondiEliminaSperiamo non volesse dire proprio questo !!
RispondiEliminaLeggete "Repubblica" di oggi...Per capirci un po' di più. Credo che volesse un "barese doc" alla guida del Petruzzelli. Si fa il nome di Mirabella: che ne pensate?
RispondiEliminaHa gia dato.....
RispondiEliminaMa Schittulli non era quello che diceva di volere un Petruzzelli "internazionale"?
Beh, se vuole baresi "doc" Mirabella purtroppo è originario di Bitonto se non erro......
RispondiEliminaInfatti :)
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