Un racconto dei momenti creativi che diedero vita al Canto della Terra nell’estate del 1908 a Dobbiaco e un meta-racconto di suggestioni poetiche, condotto tra le riflessioni goethiane del Werther e gli ebbri canti di Nietzsche, in un continuo gioco di specchi in cui Gustav Mahler riflette la parte ancora viva della sua anima d'artista, sullo sfondo di una Natura che, in empatia con il musicista, intona il suo Canto dai colori d’autunno. Un percorso onirico che, congelando il dolore, attraversa le surreali atmosfere dei paesaggi dell’anima per poi rivelare la visione estatica finale in cui, al vento leggero di sonorità rarefatte, orizzonti lontani e frammenti d’impressioni spirituali si cristallizzano nella musica, sublime linguaggio dell'arte, poesia dell'eternità.
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