sabato 13 febbraio 2016

ANCHE IL CONSERVATORIO DI MUSICA DI MATERA ADERISCE ALLA PROTESTA/PROPOSTA DELL’AFAM.


Il mondo della formazione accademica musicale “scende in campo” e fa fronte comune per chiedere il riconoscimento del valore sociale e culturale dell’Alta Formazione Artistico Musicale nel nostro Paese.
Il 27 gennaio scorso, presso la sede del MIUR a Roma, si sono riunite in seduta congiunta le conferenze nazionali dei Conservatori statali e non statali dei presidenti, dei direttori e dei presidenti delle consulte degli studenti ed è stata approvata, per la prima volta all’unanimità, una mozione: da questa si evince una fortissima preoccupazione dei 54 Conservatori di Musica statali e dei 19 non statali per la situazione di stallo in cui versa la riforma del sistema dell’alta formazione musicale.
In particolare si sollecita la completa attuazione della riforma del sistema dell’alta formazione artistico-musicale, attesa da oltre 16 anni (la legge di riforma del settore del 1999 è ancora in itinere), e vengono richiesti in particolare, entro il 2016, un nuovo sistema di reclutamento, l’ordinamento di tutti i corsi di studio, la statalizzazione degli istituti musicali, l’incremento delle risorse.
In effetti 50.000 studenti (con una percentuale del 10% di stranieri, più che doppia rispetto all’Università), 6000 docenti, 1500 unità di personale amministrativo e ausiliario necessitano di una regolamentazione piena, efficiente e funzionante: ne è convinto il direttore del Conservatorio di Matera, prof. Piero Romano, il quale già nella conferenza stampa di presentazione delle attività dell’istituzione materana, tenutasi il 1 febbraio scorso a Matera (nella foto), lamentava il fatto che a Dicembre del 2015 sono venuti meno i finanziamenti che l’ente Provincia erogava al Conservatorio, causando forti disagi nella gestione di una struttura che comunque si sforza di erogare formazione di altissimo livello ai suoi 1.200 iscritti, sia organizzando perfettamente la didattica ordinamentale che con svariati eventi (masterclass, seminari, laboratori) che offrono occasioni di approfondimento e perfezionamento. Perciò è necessario che l’iter della riforma arrivi in fretta al traguardo affinchè si cominci ad avviare un discorso di progettualità politico-culturale in modo da dare la giusta considerazione alla musica (ed al suo insegnamento) nel contesto culturale nazionale, anche e soprattutto sbloccando le risorse economiche di cui i Conservatori hanno bisogno.
Di seguito il testo completo della mozione approvata:
AL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA Senatrice Stefania Giannini
 AL SOTTOSEGRETARIO DI STATO Senatrice Angela D’Onghia
 AL PRESIDENTE DELLA VII COMMISSIONE DEL SENATO Senatore Andrea Marcucci
 AL PRESIDENTE DELLA VII COMMISSIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Onorevole Flavia Piccoli Nardelli
AI COMPONENTI DELLE VII COMMISSIONI DI SENATO E CAMERA DEI DEPUTATI
MOZIONE VOTATA ALL’UNANIMITÀ DALL’ASSEMBLEA CONGIUNTA DELLE CONFERENZE
Le conferenze nazionali dei Conservatori statali e non statali dei presidenti, dei direttori e dei presidenti delle consulte degli studenti, riunite congiuntamente a Roma nella sede del MIUR il 27 gennaio 2016, esprimono la più grande preoccupazione per la situazione del sistema dei Conservatori statali e non statali italiani e più in generale per la formazione musicale nel nostro paese.
In particolare viene lamentato il blocco ormai da anni del processo di riforma del sistema avviato dalla Legge n. 508 del 1999 cui si accompagna una grave carenza di risorse pubbliche nonché una problematicità costante nella interlocuzione con il livello politico-istituzionale.
Le conferenze denunciano il persistere di un’assenza di progettualità politica e culturale che riguarda il sistema formativo in un contesto di una costante sottovalutazione di fatto del valore della musica nell’intero contesto culturale e sociale complessivo del paese.
A distanza di sedici anni mancano ancora fondamentali passaggi normativi, come il decreto sul reclutamento del personale docente, la messa a ordinamento dei bienni, l’organo consultivo di sistema scaduto e non rinnovato da tre anni (CNAM).
Le stesse conferenze riunite ribadiscono con determinazione la necessità di essere riconosciute e considerate come dai decreti ministeriali istitutivi: “quali organismi stabili di interlocuzione tra l’amministrazione e i conservatori”, statali e non statali.
Esprimono inoltre la ferma contrarietà all’annuncio di norme che favorirebbero le istituzioni private a discapito delle istituzioni pubbliche.
A tal fine le conferenze nazionali riunite chiedono immediate risposte e azioni concrete alle istanze poste, non oltre il mese di febbraio 2016, da realizzarsi in tempo utile per garantire l’efficacia delle procedure per l’avvio del prossimo anno accademico.
In ragione di questo decidono di continuare nella propria azione congiunta per incalzare l’attuazione della riforma, con significativi incrementi delle risorse a disposizione del sistema. Questo al fine anche di provvedere alla statalizzazione entro il 2016 dei conservatori non statali che stanno vivendo una condizione di gravissima crisi e rischiano la chiusura delle attività formative.
Per segnalare all’opinione pubblica la difficilissima situazione che sta vivendo il settore dell’alta formazione musicale decidono di dedicare una giornata di protesta e di proposta il 13 febbraio 2016, con iniziative e attività musicali in ogni istituto su tutto il territorio nazionale.

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