venerdì 5 febbraio 2016

"Luca se n'è andato" di Anna Crespi


"Scriveva in un saggio di tanto tempo fa Franco Quadri, acutissimo critico che fu tra i primi a intuire la genialità di Luca Ronconi (nella foto), «è rimasto un isolato, a un suo livello aristocratico».
Passione, creatività, ricerca, rigore, coraggio sono stati i principali caratteri portati da Ronconi nella sua immensa attività registica, sia nel teatro di prosa sia nella lirica, fin dagli esordi. Se nel teatro di prosa si confrontava con la parola, nella preparazione di un’opera lirica ricercava in essa gli aspetti più profondi, talvolta nascosti; voleva dare alla musica, all’opera una visione nuova, per carità non attuale, ma contemporanea.
Era solito dire: «Non bisogna essere troppo legati all’attualità che è deperibile. Occorre essere contemporanei. La contemporaneità è una complessa percezione del presente, per questo è duratura». Naturalmente la ricerca avveniva in stretta collaborazione con il direttore d’orchestra e lo scenografo (tranne in un caso): a tavolino proposte, obiezioni (talvolta di carattere musicale), soluzioni concordi, perché è auspicabile ci sia armonia tra coloro che lavorano in un’opera. E ogni spettacolo, come si può vedere in questo libro, commosso omaggio degli Amici della Scala al grande regista, loro socio onorario, era un fatto sorprendente, innovativo, coinvolgente.
Nella sua presenza scaligera, proprio al debutto, ci fu anche una “provocazione” rivoluzionaria e fu un evento memorabile nella storia del teatro. Bisogna risalire al lontano 1974 in occasione di Valchiria, vigilia del Ring wagneriano, quando la tradizione radicata a Bayreuth venne scardinata da un’impostazione registica  contemporanea. Alla fine il pubblico in sala si divise letteralmente in due nette fazioni: da un lato gli scandalizzati urlanti, dall’altra gli ammiratori convinti osannanti e plaudenti, una delle serate più elettrizzanti che la Scala abbia mai vissuto. Ma era troppo presto per rovesciare una messa in scena codificata da tempo nel regno wagneriano. (Qualcuno però ci provò di nuovo. Due anni dopo due grandi artisti compivano proprio a Bayreuth la rivoluzione).
Nella storia del teatro Ronconi sarà ricordato non solo come uno dei più grandi registi contemporanei, appassionato, innovativo, ricercatore ma anche come un aristocratico (forse a lui questo aggettivo non piacerebbe) rivoluzionario."

Anna Crespi

Presidente degli Amici della Scala

Nessun commento:

Posta un commento