"Scriveva in un saggio di tanto tempo
fa Franco Quadri, acutissimo critico che fu tra i primi a intuire la genialità
di Luca Ronconi (nella foto), «è rimasto un isolato, a un suo livello aristocratico».
Passione, creatività, ricerca, rigore,
coraggio sono stati i principali caratteri portati da Ronconi nella sua immensa
attività registica, sia nel teatro di prosa sia nella lirica, fin dagli esordi.
Se nel teatro di prosa si confrontava con la parola, nella preparazione di
un’opera lirica ricercava in essa gli aspetti più profondi, talvolta nascosti;
voleva dare alla musica, all’opera una visione nuova, per carità non attuale,
ma contemporanea.
Era solito dire: «Non bisogna essere troppo legati
all’attualità che è deperibile. Occorre essere contemporanei. La contemporaneità
è una complessa percezione del presente, per questo è duratura». Naturalmente la ricerca avveniva in
stretta collaborazione con il direttore d’orchestra e lo scenografo (tranne in
un caso): a tavolino proposte, obiezioni (talvolta di carattere musicale), soluzioni
concordi, perché è auspicabile ci sia armonia tra coloro che lavorano in
un’opera. E ogni spettacolo, come si può vedere in questo libro, commosso
omaggio degli Amici della Scala al grande regista, loro socio onorario, era un
fatto sorprendente, innovativo, coinvolgente.
Nella sua presenza scaligera, proprio
al debutto, ci fu anche una “provocazione” rivoluzionaria e fu un evento
memorabile nella storia del teatro. Bisogna risalire al lontano 1974 in
occasione di Valchiria, vigilia del Ring wagneriano, quando la tradizione
radicata a Bayreuth venne scardinata da un’impostazione registica contemporanea. Alla fine il pubblico in sala
si divise letteralmente in due nette fazioni: da un lato gli scandalizzati urlanti,
dall’altra gli ammiratori convinti osannanti e plaudenti, una delle serate più
elettrizzanti che la Scala abbia mai vissuto. Ma era troppo presto per
rovesciare una messa in scena codificata da tempo nel regno wagneriano. (Qualcuno
però ci provò di nuovo. Due anni dopo due grandi artisti compivano proprio a
Bayreuth la rivoluzione).
Nella storia del teatro Ronconi sarà
ricordato non solo come uno dei più grandi registi contemporanei, appassionato,
innovativo, ricercatore ma anche come un aristocratico (forse a lui questo
aggettivo non piacerebbe) rivoluzionario."
Anna Crespi
Presidente degli Amici della Scala
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