giovedì 5 maggio 2016
Concerto convincente con il pianista Benedetto Lupo e Gunter Neuhold in gran forma. Più che valida l'Orchestra del Petruzzelli.
Un altro concerto esaltante quello di ieri al Petruzzelli. Benedetto Lupo, protagonista di una splendida serata con uno dei più belli ed importanti concerti pianistici romantici della Storia della Musica, quello di Robert Schumann. Considerato da diversi anni uno dei maggiori talenti della sua generazione, Lupo ha debuttato a soli 13 anni nel concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Beethoven, e da allora ha vinto diversi concorsi internazionali, tra i quali il "Cortot", il "Ciudad de Jean" in Europa, il "Robert Casadesus", il "Gina Bacauer" ed il Van Cliburn" negli stati Uniti. Dal 1992, quando la sua intensa attività concertistica lo vedeva già impegnato nelle Americhe, in Giappone ed in Europa, ha vinto anche il "Terence Judd" a Londra. Quindi un interprete celeberrimo, che proprio in Schumann ha negli anni maturato uno stile interpretativo assai efficace e intimista. Con la Arts ha inciso diversi anni fa proprio il Concerto per pianoforte ed altre pagine importanti del compositore tedesco. Ed anche qui ha messo in luce un tocco cristallino ed una tecnica solidissima e assai musicale. Ad accompagnarlo, nella sua eccellente performance, c'era ieri il maestro austriaco Gunter Nehuold (nella foto), direttore di rara esperienza ed importanti capacità artistiche. La sua presenza autorevole, si è fatta sentire molto in Schumann, ed anche nel pezzo contemporaneo di Matteo D'Amico "Le creature di Ade", partitura di dimensioni classiche, che si arricchisce di colori moderni, suggeriti da un sassofono e da una nutrita presenza di strumenti a percussione. Cambi di ritmo, vivaci ed improvvise pennellate, atmosfere mutevoli e cangianti; alla fine il pezzo termina con un ampio finale, decisamente brillante e carico di un animata accensione ritmica. Un pezzo di interessante struttura, chiara, luminosa e determinata. Ottima l'esecuzione dell'Orchestra del Petruzzelli. Si è successivamente poi passati al "pezzo forte" della serata: il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra op.54, tra i più felici e spensierati del compositore, che scrisse in cinque anni (tra il 1841 ed il 1845), a coronamento del travagliato, ed intenso periodo amoroso, con Clara Wieck, che sposò finalmente nel 1840.
Un concerto che Robert stesso disse "come una via di mezzo tra una sinfonia, una grande Sonata ed un concerto", un condensato originale, per quei tempi, ancora classici e tradizionali. Basti pensare ai concerti di Mozart e di Beethoven,che fino ad allora erano stati modelli insuperabili per i compositori contemporanei di quello stesso periodo. L'interpretazione di Lupo tende maggiormente ad un'idea protoromantica del concerto, evitando rilassamenti mielosi e sdolcinati, ma progredendo invece con corposi e decisi slanci ritmici e virtuosistici. Una lettura condivisa anche da Neuhold, nel trasporto dinamico e sonoro e negli squarci melodici attutiti proprio in una dimensione "anti-romantica". Più fraseggiata e ricca di trasporti e squarci melodici la Quarta Sinfonia, che ha chiuso il concerto, dopo due toccanti bis di Lupo.
Prova maiuscola dell'Orchestra del Petruzzelli, fatta alzare più volte dai leggii, a sezioni e singolarmente alla fine del concerto. Un'Orchestra che in davvero pochi anni ha saputo conquistare critica e pubblico con i suoi splendidi e brillanti archi, gli ottimi fiati e gli impagabili ottoni, a determinare una solidità ed una compattezza di prim'ordine. Il prossimo concerto sinfonico si terrà il 14 giugno diretto da Giampaolo Bisanti e con un altro asso dell'archetto mondiale: Gil Shaham.
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