martedì 22 marzo 2011
"Il fenomeno Adele" di Giulio Loiacono
"Parlare di Adele come di un fenomeno parrebbe esagerato, ma in questa ragazzona londinese( il cui vero nome è Adele Laurie Blue Adkins) si riscontra finalmente qualcosa di nuovo, anche se eternamente risentito; la potenza vera del soul, anche se declinata nelle forme contemporanee del pop e soprattutto del cosiddetto genere indie - uno strano miscuglio underground, come di prammatica nei nostri tempi, di vari generi musicali tradizionali, meno esasperati e spinti del rock classico - è capace di fondersi, acutamente, con il nuovo pop del 2000.
L’indie Rock ( abbreviazione di Independent Rock, in quanto i suoi protagonisti provengono dall’ area copiosa delle labels più piccole a fronte delle majors discografiche più importanti) si caratterizza per una nuova “fusion” di sonorità, in cui si mescolano strumenti, come i violini e le armoniche, quasi sconosciuti al rock tradizionale.
La declinazione dell’ Indie Rock si è via via, nel corso dei tardi Anni Novanta, fatta più “commerciale” e, come tale, sempre più distante da quell’inizio di “dark rock”, che aveva visto tra le sua anime nomi ingombranti, quali i Nirvana, i Soundgarden ed i Pearl Jam.
Molto più di altri nomi della British female new generation, affini a lei e ben presto rapiti dai suoni anni '50, dalla Winehouse (con cui condivide lo stesso producer, l’ apprezzatissimo Mark Ronson, realizzatore della prime di Amy Winehouse, il notevole Back in Black) alla gallesissima Duffy, la inglesona Adele canta senza sforzo e le sue esibizioni live graffiano molto più di quelle in studio, ma la sua potenza incanta e squarcia il petto, il suo ed il nostro, anche se non soprattutto, in relazione a quello che ci riferisce e ci trasmette…
In questo caso, testo e musica si fondono abilmente, considerando che è una cantautrice, ritagliandosi, financo, nella sua figura.
La sua corpulenza (lo si è detto senza alcuna volontà di ferire il soggetto, anzi, per quello che sto per annotare sarà la sua forza indiscussa, per questo e per i prossimi anni) è l’ indice della sua sostanza. In quello che è il video del suo capolavoro “Rolling in the deep” si avverte, come si diceva tutta la naturalezza e purezza della voce ed il dolore del vero soul; anche i testi, che parlano di amori sconfitti ed impossibili, resi sempre con incalzante e trascinante ritmo, che sollecita al moto anche i piedini accavallati più indolenti e sussiegosi; tutto il dolore di amante del passato la fa schiantare sulla sedia, ma le onde del dolore si spargono incontrollabili lungo tutta la scena del video, cui fa (a proposito: complimenti al regista) da contraltare di moto, una pila interminabile di piatti, scagliati contro un piano di legno, chiaro feticcio dell’ amato, oramai lontano….
Tutta la scena vibra come l’ acqua dei bicchieri, identificanti il cuore dolente ma pulsante dell’ artista, scossa, ferita, ma mai vinta dalla pena.
In questo caso, davvero, non c’è bisogno per nulla di muoversi, agitarsi, dimenarsi, alla ricerca di una superflua presenza scenica.
Adele riempie la scena, la domina, la controlla, è il vero metronomo della storia e della nostra passionalità ed alla fine tutto brucia. La rabbia brucia, trascina, devasta tutto..il plastico della città sono le nostre ipocrisie, il nostro strutturarci, il nostro spintonare per occupare un posto in una vita falsa, senza vita.
Raccomando, pertanto, di ascoltare il suo secondo album, 21, per scoprire anche altre perle come Someone Like You, già in classifica nel Regno Unito, oltre che già presente nella mitica Billboard, ove, tra le Hot 100, c’è già Rolling in the Deep, da ormai diverse settimane.
La speranza è che questo fenomeno non evapori come tanti altri e che si caratterizzi per una perdurante presenza sulle nostre scene; magari questo piccolissimo intervento a suo suffragio, potrà spingere Adele a replicarsi con altrettale e significativo riscontro e successo.
Un altro consiglio, in chiusura: se passate per Milano, il prossimo 30 Marzo, andatela ad ascoltare presso i Magazzini Generali." GIULIO LOIACONO
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