mercoledì 30 marzo 2011
La stagione concertistica di Mirarte a Bari, ovvero quando i Privati - da soli - sostengono la Musica
Prosegue presso l'auditorium Vallisa di Bari, collezionando sorprendenti successi, la seconda rassegna concertistica organizzata e promossa dall'assocazione Mirarte con la direzione artistica di Marina Addante. Una stagione musicale, anche solo di buon livello, ma senza il sostegno di pubblico denaro in Italia viene da tempo considerata una cosa impossibile o, quanto meno, utopistica. Il caso di Mirarte sembra fatto apposta per smentire un tale postulato. Gli sponsor privati certo devono essere di peso, ma bisogna saperli invogliare a investire in cultura, in arte, in musica. In questo periodo poi, di forte crisi economica e di "vacche magre" (anzi magrissime) sarebbe prassi normale da parte di costoro respingere ogni sorta di sovvenzione o sostegno ad una qualsivoglia attività culturale e musicale.
Una autentica e meritata "standing ovation" va dunque tributata alla BancaApulia, alla concessionaria dell'Audi Zentrum di Bari, alla Banca di Credito Cooperativo di Conversano e alla Tenuta "Le Taverne" di Ostuni (BR), che tra luglio e agosto organizzerà insieme a Mirarte un Festival internazionale di Musica da Camera.
Un grosso merito va naturalmente all'amica di sempre, la nota commerciante barese Marina Addante, che si è rivelata, con il prezioso sostegno di un artista capace e lungimirante come il chitarrista Domenico Del Giudice (nella foto), una eccellente organizzatrice di concerti.
L'auditorium Vallisa letteralmente preso d'assalto, nelle scorse settimane, per lo splendido concerto di Javier Girotto e Gianni Iorio (...e purtroppo ben 180 persone si sono arrese per mancanza di posti a sedere!) e per quello altrettanto godibile di sabato, che ha visto il ritorno a Bari dopo molti anni dei "mitici" Solisti Dauni insieme ad uno straordinario pianista foggiano, Domenico Monaco, impegnati in un coinvolgente, raffinato programma mozartiano.
Complimenti dunque all'associazione Mirarte ed alle sue insospettabili capacità imprenditoriali di divulgare e di promuovere musica e interpreti di riconosciuta e indubbia qualità, senza la salvifica panacea del danaro pubblico.
Evidentemente si può, quando si sa essere convincenti e credibili nelle proposte culturali che si fanno, anche in tempi difficili come questi.
A buon intenditor poche parole...
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