giovedì 24 marzo 2011

Un bel concerto al Piccinni con il Trio Estrio, sospeso tra godibili nuances di vibratile modernità


Loro sono tre belle e affascinanti musiciste (la violinista Laura Gorna, la pianista Laura Manzini e la violoncellista Cecilia Radic) e qualcuno, tra gli invidiosi colleghi maschietti, si potrà anche divertire a ricamare banalmente sui tempi bui (e così poco meritocratici) che viviamo e su quanto abbia contato nel loro successo la ragione estetica più dell'intrinseco valore artistico.
Ebbene costoro si sbaglieranno, almeno nel caso specifico, perchè il Trio Estrio, ensemble che ha già alle spalle qualche anno di intensa, oltre che apprezzata attività, è un'autentica rivelazione di intelligenza ed eleganza musicale, coniugata al femminile e non per questo inferiore...Anzi! Bella, per esempio, l'idea di accostare, al teatro Piccinni di Bari nel concerto di martedì scorso per la Camerata, il raffinato, sebbene un po' prolisso, Trio in sol minore op. 3 (1881) di Ernest Chausson a quello di levigata e più sintetica modernità scritto dalla compositrice parigina Germaine Tailleferre nel 1978; suggello finale poi, con un capolavoro assoluto del Novecento qual è indubbiamente il celebre Trio in la minore di Maurice Ravel, nel quale a nostro sommesso parere, le disinvolte qualità tecniche ed espressive delle tre artiste hanno saputo trovare l'ideale omogeneità sonora. Richieste di bis accontentate da una trascinante esecuzione dello "scherzo" dal Trio n. 2 di Shostakovich. Successo dunque convincente e caloroso, tributato da un pubblico, va detto, più numeroso del solito.

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