lunedì 7 marzo 2011
La prima volta assoluta della SALOME al Petruzzelli di Bari, tra fischi (per Sgarbi) e applausi (per il cast)
La “prima volta” della Salomé (per dirla alla francese con riferimento all’ispiratore dramma di Oscar Wilde) di Richard Strauss a Bari è stata accolta al Teatro Petruzzelli da applausi più che convincenti per l’esecuzione musicale indubbiamente di ragguardevole livello, e qualche bordata di fischi e “buuu” dal loggione per le provocatorie quanto estemporanee trovate di Vittorio Sgarbi, qui in veste di regista. Ma andiamo con ordine. Nella conferenza stampa romana di qualche giorno fa Sgarbi aveva annunciato un (a suo modo) divertente parallelismo tra la vicenda biblica e le cronache odierne (“Il triangolo Erode-Erodiade-Salomé, che dà corpo alla vicenda, non sarebbe altro che quello che sta riempiendo d’inchiostro da mesi tutti i giornali del mondo: Berlusconi-Minetti-Ruby”), ribadito poi nel foyer sabato mattina in un incontro con i giornalisti della stampa locale, deciso solo qualche ora prima.
Quanto di promozionale e solo provocatorio ci fosse in quella uscita sgarbista lo si è capito poi, alla resa dei conti di uno spettacolo, la cui prova generale, solitamente aperta alle scuole, era stata invece interdetta persino agli operatori televisivi.
Creare spasmodica attesa per un evento del genere è notoriamente il sale del mondo dello spettacolo. Sgarbi, più assiduo frequentatore di salotti televisivi che di teatri, questa tecnica la conosce fin troppo bene e l’ha sfruttata in modo magistrale. Sono state infatti numerose le richieste di biglietti per le tre rappresentazioni al Petruzzelli.
Del resto, quando la prima rappresentazione di “Salome” venne data all’Hofoper di Dresda nel 1905 essa suscitò scandalizzate reazioni e profonda irritazione nel pubblico dell’epoca e nella critica per il soggetto sadico e perverso, oltre che per il violento erotismo e la malsana sensualità evocata dalla musica di Strauss e dall’esplosivo testo teatrale scritto in francese da Wilde e pedissequamente trascritto nella traduzione tedesca dalla librettista Hedwig Lachmann.
Lo spettacolo di Bari è, va detto, in forma semiscenica: si avvale cioè di proiezioni appositamente curate dal celebre scenografo Ezio Frigerio sulla base di fotografie scattate da Massimo Listri della Villa di Sammezzano, costruita in stile neo moresco agli inizi del Novecento nei pressi di Firenze. L’idea è buona per risparmiare sui costi di una scenografia reale, ma poi occorrerebbe realizzare una regia che sappia adeguatamente riempire lo spazio e che faccia muovere i personaggi in maniera coerente con il testo di riferimento. Ed è qui che Sgarbi delude, perchè la sua è una regia narrativamente statica che vive solo di pochi fremiti rispetto ad una storia notoriamente debordante e scolpita da una musica di straordinaria modernità qual è quella straussiana.
La scena della seduzione con quello che dovrebbe essere un duetto da “bollenti spiriti” tra Salomé e Jochanaan (Giovanni il Battista) è invece rivissuta in maniera distaccata e convenzionale, con carica erotica diremmo insignificante. Il momento topico della danza dei sette veli con il canonico spogliarello finale della principessa viene anch’esso svilito dalla sua naturale sensualità: Salomé non danza, né si spoglia, ma lo fanno al suo posto una quindicina di scollacciate ballerine, avvalendosi delle apprezzabili coreografie di Isa Traversi. I colpi di scena, alla fine, sono in fondo solo un paio: la presenza illuminata da un occhio di bue di un magistrato-donna in un palco di proscenio ( è la "temibile" Boccassini?) e le due teste su distinti vassoi d'argento, una del Battista, l’altra dello stesso Sgarbi, che compare però solo nel finale dell’opera a suggellare la firma autoreferenziale di uno spettacolo che, in verità, lascia perplessi, provocazione e strumentalizzazione politica a parte, sulla sua reale efficacia teatrale, pur godendo di costumi disegnati con la consueta straordinaria professionalità da un Premio Oscar del calibro di Franca Squarciapino.
Decisamente meglio è andata, a nostro parere, l’esecuzione musicale con un direttore di grande esperienza come Ralf Weikert, che ha condotto in porto un’opera difficilissima per un’Orchestra come quella del Petruzzelli, composta prevalentemente da giovani e talentuosi musicisti al loro primo Strauss. Ennesimo esame superato dunque, anche in vista della trasferta americana a Washington del 17 marzo prossimo. Accuratissimo, come dicevamo all’inizio, soprattutto il cast vocale, scenicamente penalizzato dalla regia, che ha visto, in particolare, primeggiare la splendida marmorea interpretazione del coreano Samuel Youn (Jochanaan); valide anche le prove delle brave svedesi Erika Sunnegardh (Salome) e Katja Lytting (Erodiade), come di eccellente statura è stato l’Erode di Scott Macallister, recentemente applaudito a Bari nel Siegfried della tetralogia wagneriana, che si completerà il prossimo ottobre con “Il Crepuscolo degli Dei”, sempre al Petruzzelli.
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La vuole smettere di sottolineare il parallelismo con le attuali vicende di cronachina??...Così rischia di rovinare tutto, nel paese delle "pecette" o delle pins ( come si direbbe con gergo anglosassone), così succede: non cada nei "savianismi", ossia in quei conati di politichina corrente, mascherata da grandi idealità e canti culturali....Lei può far di meglio; sorvoli, con beata, piena e leggadra inconsapevolezza, le miserie attuali e si concentri sulla realtà dell' Arte, che, qui, presumo, dato che non ho visto l' opera de qua, si sia vista non in grande quantità.
RispondiEliminaPale Male
Egregio signore PALE MALE, non sono io che l'ho sottolineato ma è stato lo stesso Sgarbi a preannunciare in ben due conferenze stampa i "parallelismi" tra la SALOME e la ben nota vicenda che "appassiona" (tristemente) ormai milioni di persone in tutto il mondo (tranne Lei, presumo). Un ottimo spot pubblicitario, peraltro ben orchestrato e che, se non altro, ha portato un po' di soldini (praticamente esaurite, a quanto ne so, le recite di domani e del 10marzo) nelle casse semivuote della Fondazione Petruzzelli. L'esecuzione musicale è stata comunque ragguardevole...ma Lei questo non lo ha letto. Si è fermato prima... ;-)
RispondiEliminaHo letto tutto l' articolo...non sono mica come quei redattori del quotidiano di P.zza Indipendenza - Roma che si fermano soltanto ai "berlusconismi" o come quei vice direttori dei quotidiano Fiat che pontificano, via etere, sui canali pubblici, nei week.end, ed in cui tutti aspettano, quand' egli parla di Obama, della Onestà e delle Virtù della cancelliera federale tedesca e del suo delfino Zu Guttemberg: " ma cosa c' entrerà tutto ciò col cavalièr??". ed il bello è che il Gramellino ce lo infila sempre in mezzo..roba da neuro!!!..non si preoccupi, ho l' abitudine di leggere tutto, ahimè!!!! I miei deboli occhi si curvano a guatar quanto Ella ha da scrivere e (de)scrivere, fermandomi, ohiLei, poco su quanto ha ( ed avrebbe) da dire di artistico e tanto, ma tanto su quanto Ella ha da offrire come agit-prop....
RispondiEliminaCon simpatia ( e deferentissima ammirazione per le Sue acutissime osservazioni "tenniche")...
Pale Male
Salve,ci ha trovate scollacciate?in cosa?sa io e le mie colleghe ce lo chiedevamo per capire se questo termine lei lo ha inteso in senso negativo.Grazie.
RispondiEliminaScollacciate, nel senso più positivo ed elegante del termine. Prego.
RispondiEliminaSignor PALE MALE,
RispondiEliminalei continua a pensar male...Senza capire che è lo SGARBI che ha tirato in ballo Berlusconi, Rubi, Minetti e "bungabunga" vari...naturalmente a sproposito. Lasci perdere "Repubblica" e "Stampa": questo è solo un blog non un quotidiano nazionale.
Se il suo senso era quello allora la ringraziamo, sa leggere quella parola ci aveva un pò turbato perchè sia sui dizionari che in internet quel termine ha sempre una connotazione negativa.Grazie.
RispondiEliminabuongiorno,leggendo il suo articolo mi chiedo se lei abbia davvero visto l'opera e soprattutto ascoltata con attenzione,durante la prima l'orchestra ha cannato piu' volte,inoltre i suoi commenti sulla regia statica son innoportuni poiche' come riportato sul cartellone la salome doveva essere semiscenica
RispondiEliminaNon ha capito il senso di quello che ho scritto...vabbè, mi sarò espresso male....sarà stato il "giro vorticoso di virgole e parentetiche", che La avrà fatta impazzire e perdere la brocca...quanto alla mia mancanza di anonimato, è "addirittura" proverbiale ed io son sì manifesto a Lei, da aspettarla, tra circa mezz' ora, sotto il Suo soavissimo recapito, così avremo modo " di chiarire le nostre divergenze artistiche"....mi raccomando, La aspetto all' angolo.....
RispondiEliminaPale Male
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