Siamo tutti un po' più sfebbrati, parafrasando la celeberrima locuzione "siamo tutti americani", che gira da dopo l'11 settembre.
Siamo sfebbrati e tristi, perché il nostro antipiretico che curava la malattia del sabato sera non è più, definitivamente...con la dipartita odierna di Robin Gibb, il fratello "ganzo", quello che sciupava femmine e patrimoni, il dannato, il bohemien, quello che ravvivava, fra i tre solidi "manzi" australiani, le cronache mondane, abbiamo perso tutti, siamo guariti da una febbre che ci dava allegria, voglia di divertimento e grande, grandissima spensieratezza e fiducia nel futuro.
Avvolti nella nostra "Tragedy" personale ed esistenziale, vorrei ricordarlo ( e con lui anche gli altri, tra cui il buon Maurice, già lontano da noi da ben nove anni), con una lacrima, vera, sincera e grata, raccomandandolo, a Chi sta sopra di noi, che il suo non sia "Too much Heaven", ma sia il giusto premio per un fenomeno di costume e un simbolo epocale, più che un terzetto di piazzati e robusti figli del nuovo continente....
Mi si conceda, alla fine, di ricordare che questi tre sono stati in grado, in un solo anno, di piazzare, in tutto il mondo evoluto e civilizzato, non solo musicale, all'interno delle charts, ben sei singoli di loro fatta nei primi dieci posti, con il primato degli USA, il più ambito tra tutti, superando, in un sol colpo, mai più emulato, The Beatles e Elvis Presley e scusate se davvero è poco....a me, di certo, non sembra proprio...
Le trombe del cielo stanno già suonando per te, o Robin, e se ben senti, stanno intonando le tue note con un Deejay, alla consolle, d'eccezione....mi raccomando, salutaLo per noi e ricordaGli che non siamo, noi uomini, poi, così tanto da buttare, nonostante ci siano tanti bipedi, che, anche in cuor loro, pensano il contrario.
E così, lasciandoci in letizia, ricordiamolo così, parlando di Jive.
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