venerdì 15 giugno 2012

Le Images Illuminées del Bari International Music Festival: un successo inaspettato


Ne abbiamo dato conto nei giorni scorsi presentandolo su questo blog in maniera sintetica, ma il "Bari International Music Festival" alla sua prima edizione quest'anno, merita grande attenzione. Nato dall'idea di alcuni giovani musicisti baresi come il pianista Fernando Altamura, che vive ormai stabilmente negli Stati Uniti insegnando alla Yale University, questo festival parte in sordina mediatica solo perchè sostenuto da qualche sponsor privato e con il patrocinio di Comune, Provincia di Bari e università degli studi del capoluogo, oltre al FAI che ha offerto un piccolo ma significativo contributo.
Eppure, gli appuntamenti sin da questa prima edizione, partita il 9 giugno scorso e che si protrarrà sino al 23 giugno, sono numerosi con ben 5 concerti a tema di grandi strumentisti di calibro internazionale, 6 concerti in decentramento tra Giovinazzo, Gravina, Molfetta e Monte Sant'Angelo, oltre a quello al Teatro Kismet Oper, corsi con  Maestri (a livello didattico) e concerti degli studenti degli stessi corsi presso il Salone degli Affreschi dell'Ateneo barese.
Insomma un menu di succoso interesse, che alla prova dei fatti porterà alla città di Bari una visibilità internazionale di tutto rispetto. In passato chi scrive aveva più volte sollecitato la creazione di un festival in una città a vocazione turistica, ancora purtroppo non completamente espressa rispetto alle sue reali potenzialità, come Bari ed il suo hinterland metropolitano.
Che l'abbiano fatto alcuni giovani della città, senza budget milionari, ma con tanta buona volontà, è senza dubbio un fatto degno di nota. Ieri sera, per esempio, siamo stati testimoni di un concerto davvero straordinario che ha visto impegnati alcuni dei maestri internazionali di cui si è detto.
"DA ORIENTE", il titolo della serata, con in programma una prima nazionale del celebre giapponese Toru Takemitsu  "Between Tides", interpretata splendidamente dal Saguaro Piano Trio (Luanne Homzy, violino, Petr Myers, violoncello e John Chen, pianoforte), uno dei più importanti ensemble cameristici europei; a seguire due brani pianistici di incredibile interesse e rara esecuzione, come "Pagodes de Estampes, L.100" di Claude Debussy e la Sonata in fa diesis minore, op. 24, n. 1 di George Enescu, suonati dal bravo John Chen, componente del Trio; ma è stato nella seconda parte, dopo una breve ma deliziosa parentesi per viola e pianoforte con il Canto Indù dall'opera "Sadko" di Nikolaj Rimski-Korsakov, interpretato dall'eccellente violista Ettore Causa, che abbiamo assaporato quella sensazione ambientale quasi magica che avverti di fronte solo ad interpretazioni esemplari.
Il Quartetto in sol minore di Claude Debussy mostra apertamente la forte passione che il compositore nutriva per l'Oriente, dall'influenza dei compositori russi al gamelan giavanese. E' senz'altro uno dei più bei quartetti mai scritti, assai complesso ed al contempo delicato per gli interpreti, a causa delle mutazioni dinamiche, l'intrinseca forza espressiva, la varietà continua nei colori da rendere spesso con precisione maniacale.
L'esecuzione è stata semplicemente spettacolare, per intensità, abilità tecnica, totale partecipazione emotiva e direi anche fisica dei quattro fantastici artisti tutti di differente nazionalità: le violiniste Julie Eskar (danese, guida davvero vibrante del Quartetto) e Luanne Homzy (canadese), il violista napoletano Ettore Causa e il violoncellista americano Peter Myers. Per una volta, ascoltando un concerto in Vallisa, non ci è sembrato di essere a Bari, ma a Londra o New York. Successo di pubblico calorosissimo e meritato. Per l'appuntamento di domani in Vallisa dal titolo "Images Illuminées", pare sia già "sold out"...E lo crediamo bene!
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Quest' opera di Alessandro Romanelli è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.

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